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Comunicazione Filosofica n. 7

 

SOCIETA' FILOSOFICA ITALIANA
COMMISSIONE DIDATTICA NAZIONALE


PROPOSTE PER L'INSEGNAMENTO DELLA FILOSOFIA NELLA SCUOLA RIFORMATA

FILOSOFIA PER TUTTI: PROBLEMI E PROPOSTE

Premessa

Le proposte valorizzano e capitalizzano principi ispiratori e contenuti dei programmi Brocca di filosofia, nonché le riflessioni, le ricerche e le esperienze di quest'ultimo decennio.
Proporre l'insegnamento della filosofia per tutti è una scelta educativa e culturale di portata storica, che tuttavia richiede uno sforzo di creatività progettuale, coraggiosa e responsabile. La crescita civile della nostra società, la scolarizzazione di massa e il processo irreversibile di democratizzazione della cultura, rendono anacronistico e ingiustamente discriminante la destinazione dell'insegnamento della filosofia soltanto agli allievi degli indirizzi liceali. La scelta di proporre per tutti l'insegnamento della filosofia pone soprattutto problemi di mediazione didattica e di organizzazione dei saperi curricolari: impegna nella ricerca di forme di mediazione capaci di far incontrare tutti i giovani e la filosofia. Riconoscere la valenza formativa dell'insegnamento della filosofia per tutti i giovani è una sfida di civiltà. 
Non vi sono certezze per questa sfida di civiltà. Abbiamo a disposizione sufficienti conoscenze e riflessioni sull'insegnamento della filosofia nei trienni liceali; abbiamo poche conoscenze sull'insegnamento della filosofia nei trienni non liceali (Sperimentazione Brocca); sappiamo poco sull'insegnamento della filosofia nei bienni dell'obbligo in altri paesi stranieri. Abbiamo motivate speranze sull'efficacia e sulla validità della scelta sulla base di consolidate conoscenze e competenze acquisite, di sensate esperienze accumulate.
Le proposte elaborate in questo dossier hanno per certi aspetti la caratteristica di "apertura problematica" e il marchio della sperimentalità. Ogni qualvolta si intende innovare in modo radicale e discontinuo in campo educativo, al conforto di studi e di limitate esperienze bisogna aggiungere coraggio e rigore nel controllo dell'innovazione.
Il nostro atteggiamento è ispirato a fiducia e a cautela; la prudenza ci impone di chiedere, nell'eventualità dell'attivazione dell'insegnamento della filosofia per tutti, di prevedere dopo un ragionevole arco di tempo (un triennio o un quinquennio) una qualche forma di valutazione delle esperienze nella prospettiva di eventuali correzioni. Parimenti sembra necessario prevedere una qualche forma di monitoraggio delle esperienze, che possa alimentare un sano circuito tra la prassi di insegnamento, la riflessione sulle esperienze, la proposta di eventuali correzioni di rotta, implementazione delle esperienze su basi più consapevole, eventuali ulteriori generalizzazioni e formalizzazioni .
La commissione Didattica della Sfi chiede esplicitamente al M.P.I. di attivare forme di monitoraggio dell'insegnamento della filosofia nei bienni dell'obbligo e nei trienni non liceali per almeno un quinquennio, al fine di correggere, arricchire, implementare le esperienze attivate lungo un ragionevole arco di tempo. Nella condivisa convinzione che la quota di rischio è compensata dal grande guadagno formativo della scelta innovativa.

La Sfi si impegna a organizzare, anche nell'ambito del protocollo d'Intesa stipulato con il M.P.I., percorsi di ricerca a più voci, che produca riflessioni e proposte concrete, predisponga spazi e risorse per sostenere l'eventuale processo di innovazione ministeriale.


L'IDENTITA' DELLA FILOSOFIA E LA SUA VALENZA FORMATIVA

Bisogni, identità e valenza formativa della filosofia

Le proposte ministeriali di riforma del sistema scolastico sul versante curricolare, didattico e organizzativo intendono rispondere ai bisogni formativi delle nuove generazioni, sinteticamente formulati nel documento dei saggi e nel documento sui saperi essenziali, sulla base di una analitica considerazione dei rapidi e profondi mutamenti sociali e culturali del nostro tempo.
La "forma mentis", le conoscenze, le competenze e le capacità che l'insegnamento della filosofia, concorre, in collaborazione con le altre discipline, a promuovere, sono appunto quelle richieste dai bisogni formativi più significativi individuati dalla commissione dei saggi.


Alla filosofia è tradizionalmente associata una triplice valenza formativa.

1.Sul piano STORICO-CULTURALE:

Attraverso l'esperienza di filosofia gli allievi apprendono una pluralità di temi e problemi, di mondi di senso, di concetti e teorie, metodi e atteggiamenti di ricerca, stili cognitivi e modelli di razionalità, utili per comprendere il mondo storico culturale del presente e del passato, creando relazioni tra la propria esperienza, la propria identità e la storia culturale, che è parte integrante, ma spesso non riconosciuta, della personalità;


L'insegnamento della filosofia sul piano storico-culturale consente di cogliere lo "spirito" delle diverse epoche, di individuare la logica e l'orizzonte dei problemi a partire dai quali risultano meglio comprensibili le caratteristiche degli altri ambiti del sapere;
Sul piano della conoscenza la filosofia ha sviluppato le sue riflessioni in continuo e biunivoco dialogo con la quasi totalità dei campi disciplinari del sapere, in forme e misura diversi, costituendo in qualche modo l'anima problematica della cultura delle varie epoche. Spesso la filosofia si è posta, e ancora in parte si pone, come forma di metariflessione concettuale, critica, problematica sui fondamenti, sul senso, sulle condizioni di possibilità e sui limiti dei singoli saperi, che sono discipline di insegnamento nella nostra scuola. La filosofia, in questo senso, nel passato è stata come "anima vivente della cultura" e oggi rimane un sapere che si interroga, riflette, concettualizza, problematizza e ragiona sui fondamenti e sul senso, sulle condizioni di possibilità e sui limiti dei saperi, sia dell'area umanistica sia dell'area scientifica. (documento commissione di consulenza,p.1).
Il "policentrismo" e il carattere multidimensionale di moti problemi attuali esaltano la vocazione storica della filosofia al dialogo e al confronto con le scienze naturali ed umane.

1. Sul piano FORMATIVO-OPERATIVO

L'allievo acquisisce competenze e capacità specifiche disciplinari e trasversali generali, che gli consentono gradualmente di strutturare e sviluppare la capacità di pensare in proprio secondo una pluralità di modelli Le competenze e le capacità sono apprese dall'allievo attraverso l'approccio ai testi, che richiedono la riflessione, la comprensione, l'argomentazione, l'analisi, il controllo di validità dei discorsi, la creativa costruzione di ipotesi di soluzione e il rigore del ragionamento argomentato, la forza dell'immaginazione e della coerenza logica, l'esercizio di molteplici stili cogniti ed espressivi.

Sul piano operativo contribuisce, al pari di altre discipline, ma forse in modo più efficace, alla strutturazione del pensiero, alla formazione della capacità di porre concretamente i problemi, di proporre argomentazioni e di acquisire gli strumenti per un pensiero critico e consapevole, anche in ragione dell'acquisizione di una capacità di interrogazione e di problematizzazione che la filosofia promuove (capacità di provare stupore e meraviglia, interrogazione radicale,ecc.).

Le varie discipline costituiscono apparati simbolici formalizzati utili alla strutturazione di una pluralità di approcci cognitivi possibili, secondo finalità e prospettive diverse, nei confronti dei vari aspetti della realtà, e a dare voce ad una pluralità di istanze espressive e comunicative dell'individuo. Le discipline dell'area linguistica-umanistica e dell'area tecnico-scientifica possono essere definite a struttura rispettivamente "narrativa" e "paradigmatica"(Bruner); la filosofia ha un apparato concettuale e uno statuto epistemologico intermedio tra le une e le altre: da una parte condivide le strategie e le tecnologie del discorso tipiche del pensiero narrativo, i cui generi ha frequentemente utilizzato nel corso della sua tradizione, dall'altra condivide la tensione al rigore logico, alla non contraddittorietà, alla fondazione argomentativa, al controllo di validità del discorso tipici del pensiero scientifico. 
In ogni caso la filosofia nel perseguire finalità e obiettivi specifici disciplinari possiede forti potenzialità nel promuovere lo sviluppo di conoscenze e competenze di natura dichiarativa , procedurale e metacognitiva di tipo generale e trasversale. 

Il ragionamento filosofico garantisce ai giovani la possibilità di una riduzione sensata della complessità degli elementi cognitivi ed affettivi acquisiti su un problema, mediante operazioni e processi di pensiero capaci di guidare una motivata selezione di conoscenze, di memorie, di esperienze, di emozioni e sentimenti, e una loro rielaborazione secondo regole formali logiche e argomentazioni controllabili discorsivamente. Concorre a promuovere l'acquisizione di formae mentis razionali e comunicative, abilità e competenze che consentano un esercizio autonomo e critico della libertà e della cittadinanza, in un mondo in cui l'erosone del principio di realtà è una minaccia concreta, in cui è diventato difficile distinguere i confini netti dell'io e del mondo in cui l'allievo vive.

2. Sul piano SOGGETTIVO-ORIENTANTE

L'allievo attraverso l'esperienza di filosofia e l'acquisizione di conoscenze, competenze e capacità di natura filosofica, è in grado di chiarire e spiegare la propria esistenza, razionalizzare l'orizzonte dell'esperienza, costruire la propria identità e la propria visione del mondo, individuare posizioni di valore espliciti ed impliciti, assumere posizioni ragionate sui problemi dell'esistenza e della coesistenza umana, valutare e scegliere in modo sensato e ragionato, partecipare in modo responsabile all'esercizio della cittadinanza.

Il filosofare contiene e attiva una aspirazione all'unificazione in una sintetica visione , seppur provvisoria e intersoggettivamente discutibile, della molteplicità degli orizzonti di esperienza individuali e sociali, dei saperi e delle relazioni che gli allievi vivono a scuola e fuori di essa; la tendenza all'unità si pone come aspirazione al confronto e alla discussione tra prospettive diverse, nella speranza di una convergenza o di un consenso regolato discorsivamente. La filosofia , per la sua natura peculiare, spinge all'interrogazione e alla richiesta di senso nei confronti degli altri saperi insegnati, nonché nei confronti della pluralità dei linguaggi della comunicazione scritta, parlata, telematica, ecc. e alla discussione critica circa la loro natura, i loro fondamenti, condizioni e limiti, sul loro rapporto con la totalità dell'esperienza umana.

La ragione filosofica per la peculiarità dei suoi problemi, dei suoi nuclei tematici, del suo stesso oggetto e metodo di ricerca, dialoga con la molteplicità dei mondi di esperienza dei giovani allievi e con la diversità dei linguaggi che li raccolgono, li rappresentano e li comunicano sia in forma narrativa-estetica (poesia, arte visiva, narrativa, audiovisiva, teatrale, ecc. ).sia in forma scientifica (discipline dell'area scientifica). La filosofia può costituire l'asse trainante di un nuovo rapporto tra esperienza estetica, esperienza discorsiva-argomentativa, esperienza discorsiva scientifica, tra linguaggi della mente e del corpo, tra aspetti cognitivi e aspetti affettivi-emozionali dell'identità del giovane. Le narrazioni, le espressioni artistiche, le conoscenze scientifiche, i dilemmi morali e le questioni etico-politiche, ricevono dallo studio della filosofia nuova significatività, occasioni di approfondimento e di problematizzazione su basi ragionate e discorsive, a livello individuale e intersoggettivo.

L'insegnamento della filosofia potrà quindi far convergere, su temi importanti dell'esperienza di vita, le prospettive d'indagine e di interpretazione, di espressione e di comunicazione, di più discipline del curricolo della scuola secondaria (lingua italiana e straniera, storia, arti varie, diritto, economia, scienze esatte e naturali, lingua ), facilitando il dialogo interdisciplinare e la finalizzazione alla promozione di acquisizioni di capacità decisionali autonome su questioni importanti della esistenza e della coesistenza umana. Come diceva Platone molti sono i giochi belli e seri che si occupano delle cose importanti della vita e con loro il gioco bellissimo della filosofia è in rapporto di continuità- discontinuità. La filosofia, infatti, incrocia molte delle questioni oggetto di studio in altri ambiti disciplinari, dell'area umanistica e tecnico-scientifica, e li investe di domande di verità, di senso, di valore, di validità. Le domande filosofiche e i peculiari metodi di indagine , di discussione e di ricerca della filosofia, offrono prospettive evolutive ai problemi e ai temi conosciuti e appresi in molti ambiti disciplinari. L'applicazione di una visione multiprospettica, multidiscplinare, a medesimi ambiti problematici, arricchisce la possibilità del giovane di costruzione ragionata di una propria visione del mondo, sia pure provvisoria, ampliando il suo corredo di strumenti di comprensione, di analisi, di valutazione, di scelta.

Esistono elementi validi per sostenere che l'insegnamento filosofico possa dare un contributo alla costruzione "egoica" della unità della coscienza e della identità, alla interpretazione-costruzione del proprio io attraverso il confronto con modelli, esperienze di filosofia, a partire da tracce, dalla memoria, dalla "storia"che è dentro e fuori di sé. L'esercizio autonomo e critico del pensiero filosofico unifica la molteplicità delle istanze e dei linguaggi del soggetto.


FINALITA' e OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

Premessa: omogeneità e diversità degli obiettivi

Nell'insegnamento della filosofia in tutti i contesti didattici occorre far interagire i tre piani sopra definiti. 
È importante che i tre livelli interagiscano nell'insegnamento della filosofia in tutti i contesti didattici: si forma il pensiero facendo esperienza dei contenuti e attraverso di essi dei metodi di ricerca e degli stili di pensiero (confilosofando), ma questa formazione deve servire (anche e soprattutto) a chiarire sé a se stessi, a "spiegare" la propria esperienza e la propria esistenza. Ora, la correlazione tra questi momenti non è scontata né automatica. Va progettata in sede di elaborazione del curriculum, richiede strategie didattiche non improvvisate, deve essere articolata e definita. Fermi restando i tre approcci, essi possono e debbono avere un peso diverso e comporsi diversamente nelle tre diverse ipotesi: la filosofia nella scuola dell'obbligo, negli istituti non liceali, nei licei. 

Si ritiene che le finalità e gli obiettivi generali debbano essere i medesimi per tutti i giovani della scuola italiana di tutti gli indirizzi di studio. Naturalmente gli obiettivi di apprendimento specifici e trasversali, in termini di conoscenze, competenze e capacità, devono essere diversificati sulla base dell'età e del livello scolastico (biennio e triennio), quindi del grado di maturazione delle strutture e delle potenzialità cognitive, dei livelli pregressi di conoscenze e competenze, nonché curvati anche sulla base della specificità degli indirizzi, senza per questo snaturare la peculiarità dell'identità della disciplina (in relazione ai temi, ai problemi, ai modi di ricerca,ecc.).

Filosofia per tutti: l'individualizzazione dell'insegnamento della disciplina esige personale qualificato e un monte ore adeguato

Sembra opportuno sottolineare che il problema didattico si risolve con mezzi e strumenti, strategie e tecniche didattiche. Il diritto di tutti all'apprendimento stabilito dalla legge (art.21 della 159/97), richiede il rispetto di stili e ritmi di apprendimento, di vocazioni e attitudini peculiari. L'esercizio maturo della cittadinanza implica l'offerta a tutti i cittadini di tutte le maggiori opportunità per conoscersi, sviluppare le proprie potenzialità, realizzarsi, partecipare nel modo migliore alla vita sociale. Ogni altro approccio all'insegnamento della filosofia rischia di risultare discriminatorio. Il problema è affrontabile e risolvibile all'interno dell'organizzazione del sapere curricolare e del processo di insegnamento-apprendimento.
Le difficoltà eventuali di un apprendimento della filosofia all'interno degli istituti tecnici si affronta correttamente predisponendo le condizioni di didattica generale (ambiente educativo, spazi, tempi, risorse, curricoli) e di didattica specifica (contenuti e forme dell'insegnamento disciplinare), che soltanto possono concorrere al successo del processo formativo.

Negli istituti tecnici sarebbe bene prevedere all'uopo:
- la disponibilità di docenti di filosofia qualificati, competenti culturalmente (devono essere laureati o abilitati in filosofia) e professionalmente;
- la disponibilità di un monte ore adeguato alla gestione di processi individualizzati di insegnamento -apprendimento della disciplina. (l'insegnamento della filosofia esige un "monte-ore" significativo, a nostro parere, non inferiore agli indirizzi "liceali". Si tratta, infatti, di sviluppare soprattutto capacità e competenze specifiche, lavorando con studenti che presentano spesso problemi di lessico, di astrazione ed esposizione.

- Si può prevedere, in un contesto di ispirazione unitaria di fondo, una distinzione di rilevanza o di predominanza dei tre piani su cui si pone la valenza formativa dell'insegnamento filosofico, sopra definiti, nei differenti contesti scolastici: è possibile prevedere la prevalenza della dimensione formativo-operativo e soggettivo-orientante nei bienni dell'obbligo e nei trienni non liceali. In questi contesti didattici l'elemento storico-culturale è funzionale allo sviluppo delle competenze. I temi e gli argomenti sono contestualizzati in modo sufficiente alla comprensione dei testi scelti.

- È possibile prevedere una più ampia integrazione dei tre livelli nei trienni liceali, propedeutici a studi umanistici di tipo universitario. In questi indirizzi, il respiro storico delle conoscenze è più ampio, la contestualizzazione più profonda e completa, anche se i contenuti sono selezionati e definiti sulla base degli snodi fondamentali della storia della disciplina, organizzati per percorsi tematici, autori, opere, problemi. 

Obiettivi di apprendimento e contenuti, caratteristiche generali del sapere filosofico da insegnare

Nella scuola e nella ricerca pedagogico-didattica oggi è diffusa la consapevolezza che nei confronti dei saperi da insegnare occorre acquisire un modo "più professionale-operativo" che "intellettuale-speculativo", rivolgendo una particolare attenzione al rapporto tra i saperi stessi, le prassi didattiche e i curricoli. 
Nessuna abilità o competenze può essere appresa al di fuori dei contenuti, ma il rapporto tra contenuti e competenze da conseguire attraverso di essi deve diventare molto più organico e funzionale di quanto non sia stato spesso in passato. I contenuti filosofici, cioè le conoscenze, hanno un valore in sé ma nel momento in cui sono insegnati devono costituire il supporto per la dinamica dell'apprendimento delle competenze e delle capacità da parte degli allievi. Noi siamo abituati ad una classica distinzione tra "sapere" e "saper fare", che ha un senso analitico, ma è difficile pensare ad una abilità pratica senza presupporre le conoscenze teoriche che ci offrono la direzione e il senso di quello che dobbiamo fare; viceversa è difficile pensare a qualcosa di teorico che non ci faccia pensare a una sua qualche implicazione pratica, sia pure ad un livello che implica molte mediazioni e molti passaggi. 
L'alleggerimento dei contenuti e l'individuazione dei principi organizzatori strutturali della disciplina costituiscono due facce di una stessa medaglia, due versanti di un medesimo problema. Da una parte la riduzione quantitativa dell'estensione dei curricoli, dall'altra la ricerca della qualità e della profondità dei curricoli disciplinari e dei processi di insegnamento-apprendimento, l'accentuazione degli aspetti metodologici inerenti ai contenuti. Il curricolo deve essere costruito intorno alla definizione di obiettivi formativi in termini di conoscenze, competenze capacità da promuovere, piuttosto che su contenuti definiti rigidamente in astratto. Il riordino dei cicli sarà costruito secondo una logica unitaria e progressiva, i curricoli saranno orientati in modo graduale al raggiungimento delle competenze. 
La finalizzazione della organizzazione dei saperi al conseguimento di competenze chiaramente definite implica che di ogni sapere devono essere appresi i nuclei fondanti e su argomenti irrinunciabili della disciplina, in rapporto al suo statuto epistemologico e al suo tessuto storico-critico-problematico. Occorre quindi insegnare non solo generici contenuti, ma anche strutture e categorie con cui sono organizzati e gestiti i contenuti, i principi e i criteri procedurali di costruzione della conoscenza nel nostro peculiare campo di conoscenza, metodi di ricerca, regole e modelli di razionalità, di fondazione e di controllo dei discorsi, forme, scritte ed orali, di comunicazione. Naturalmente, la profondità, la complessità, il livello degli obiettivi devono essere graduati in funzione dei destinatari, biennio, triennio e triennio liceale). 

Cosa è sapere di base in filosofia?

Come sapere di base in filosofia dobbiamo ritenere le conoscenze e le competenze che consentono di comprendere la modalità specifica di costruzione del sapere filosofico, il sistema di regole e di principi che governano il suo sviluppo e la sua crescita e l'acquisizione consapevole dei modi in cui quel sapere può essere usato: in quali campi di conoscenza, in quali contesti di esperienza di vita, di studio e di lavoro. Il dialogo tra presente e passato nell'insegnamento della filosofia si pone anche in questi termini: si tratta, come diceva Platone nel Teeteto, di sapere cosa farsene della filosofia e del filosofare. La valenza metacognitiva dell'apprendimento degli "organizzatori concettuali" della filosofia consente e potenzia un processo di "formazione filosofica", e attraverso di essa la costruzione di una "forma mentis", di un "habitus" di ricerca, la promozione di capacità dell'allievo di partecipare alla permanente costruzione della propria conoscenza.
È consequenziale prevedere uno stretto rapporto tra flessibilità del curricolo e flessibilità dell'organizzazione didattica. La didattica diventerà sempre più centrale per il conseguimento del successo scolastico. La stessa progettazione di un curricolo flessibile richiede una didattica flessibile.
Se il sapere filosofico viene appreso ed "esercitato" in forma teorica ed esperienziale (concetto nobile di esercizio), in un contesto educativo protetto e guidato dai testi dei filosofi e dal docente, all'interno dei confini delimitati dallo statuto epistemologico peculiare della dinamica identità disciplinare, può divenire stabile e capitalizzabile, utilizzabile da parte del giovane:
- nell'ambito dell'esperienza formativa per continuare ad imparare;
- nell'ambito dell'attività professionale cui la vocazione lo destinerà, in cui in ogni caso le conoscenze e le competenze di base della disciplina potranno essere utilizzate.
- nei vari contesti dell'esperienza di vita, in cui le conoscenze e le competenze acquisite lo aiutano a comprendere e ad interpretare, a dare valore, ad attribuire senso, ad orientare nelle scelte e nelle azioni;
- per costruire relazioni tra i vari campi disciplinari, non solo su temi ed argomenti di studio, ma anche su metodi e di ricerca, su modelli di razionalità e di comunicazione, su linguaggi e regole. 
Un sapere così appreso permette al giovane di maturare capacità e competenze trasversali, di integrare flessibilmente in unità conoscenze e metodi di ricerca di diversa provenienza, utili a comprendere e spiegare, a valutare e scegliere, a definire e risolvere problemi. Da competenze esercitate in modo specifico in differenti contesti disciplinari si apprendono tratti comuni e trasversali di competenza, trasferibili in molteplici e differenti contesti. Infatti le competenze filosofiche nel momento in cui sono in grado di "illuminare" un campo peculiare di esperienza, consentono al giovane di "vedere" altre connessioni con altri campi di esperienza. Le competenze filosofiche consentono di "trasferire" conoscenze ed abilità in altri campi disciplinari, generando altre potenzialità di nuovi apprendimenti in contesti diversi da quelli in cui sono stati appresi (pensiamo alle competenze argomentative, alle competenze di discussione e risoluzione di problemi, di interpretazione e di valutazione di testi , della capacità di controllo di validità del discorso, di comunicazione razionale, ecc.)


FINALITà E OBIETTIVI GENERALI

Si assume come orizzonte di riferimento:

- il rimando implicito ai Programmi Brocca;
- l'ipotesi che le finalità generali dell'ultimo ciclo dell'istruzione secondaria siano: la formazione culturale "superiore" e la maturazione di soggetti autonomi, capaci di orientarsi e di inserirsi responsabilmente nella dimensione della pubblica cittadinanza.

FINALITà BIENNIO

L'insegnamento filosofico nel biennio terminale della scuola dell'obbligo deve favorire:
1. l'acquisizione di strumenti razionali di comprensione della realtà e di orientamento in essa, nella pluralità dei linguaggi e dei metodi, di analisi e valutazione dei valori impliciti ed espliciti dello studente;
2. La consapevolezza riguardo alle componenti implicite ed esplicite del pensiero e delle sue plurali strategie, valutandone, quando è possibile, lo spessore storico;
3. L'abitudine all'ascolto, al dialogo, all'argomentazione, , alla comprensione e all'analisi non preconcetta del punto di vista dell'altro, alla formulazione interpersonale e impersonale dei problemi e degli argomenti.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO per il biennio

Lo studio della filosofia nel primo biennio (o nel secondo anno) della scuola secondaria è orientato al conseguimento dei seguenti obiettivi da parte degli studenti:
1. Conoscere e utilizzare gli strumenti concettuali relativi alle questioni filosofiche affrontate, applicandoli alla definizione e all'analisi dei problemi riferibili agli ambiti di conoscenza e di esperienza comuni degli alunni;
2. Saper riconoscere, analizzare, costruire un'argomentazione, controllarne la coerenza e la correttezza logica;
3. Saper affrontare un problema da più punti di vista, mettendone in luce i diversi aspetti, imparando dal confronto con gli altri (compagni, insegnanti, testi filosofici) e dalla cooperazione nel pensare.


FINALITA' TRIENNIO

Le finalità dell'insegnamento della filosofia sono:

1. la padronanza di una pluralità di linguaggi caratterizzati da razionalità, nelle diverse accezioni con cui questo termine è utilizzato in filosofia, al fine di sviluppare flessibilità nel pensare, capacità di orientamento nel presente, consapevolezza della propria autonomia;
2. lo sviluppo di capacità di lettura e di interpretazione del presente, di elaborare interrogativi di senso e si valore, di definire problemi con rigore e di elaborare strategie per il loro esame, attraverso l'utilizzo di metodi e concetti filosofici;
3. la conoscenza almeno delle fondamentali posizioni filosofiche in relazione alla pluralità dei problemi trattati, al fine di acquisire capacità di riflettere criticamente sul reale, di attribuire senso e valore in modo ragionato, di confrontare plurali prospettive di ricerca e teorie.

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO terminali e comuni a tutti gli indirizzi

Lo studio della filosofia è orientato al conseguimento dei seguenti obiettivi da parte degli studenti:

1. Individuare e analizzare i problemi di natura filosofica, utilizzando concetti, teorie e metodi della tradizione filosofica, confrontando le risposte dei filosofi ad uno stesso problema;
2. problematizzare le teorie filosofiche studiate, valutandone le capacità di risposta agli interrogativi dell'esistenza individuale e collettiva, mettendo in rapporto le conoscenze acquisite con il proprio contesto, per cogliere e analizzare questioni del mondo contemporaneo;
3. Confrontarsi in modo dialettico e critico con gli altri (autori studiati, compagni e insegnanti), attraverso un consapevole controllo della validità del discorso, logicamente ordinato e argomentato, prodotto in forma orale, scritta, ipertestuale.


OBIETTIVI TRASVERSALI DI APPRENDIMENTO

L'insegnamento della filosofia concorre con l'insegnamento delle altre discipline a promuovere e a conseguire i seguenti obiettivi generali trasversali.

1. Comprendere e produrre il discorso parlato e scritto nella pluralità di forme e generi, sia in vista dell'efficacia della comunicazione, sia in relazione al controllo di validità dei ragionamenti;
2. acquisire strumenti razionali per chiarire e per interpretare il proprio io nel suo legame con la storia e con la realtà;
3. accrescere le competenze necessarie per accedere ai diversi ambiti di conoscenza e di esperienza (scientifico, tecnologico, estetico, ecc.) e porli in relazione, acquisendo consapevolezza delle implicazioni di senso, di valore e di fondazione dei saperi;
4. porre , analizzare, discutere e risolvere problemi complessi con approccio razionale e creativo;
5. acquisire strumenti per l'esercizio di una cittadinanza iena e responsabile sia comprendendo e valutando i fondamenti dell'agire individuale e collettivo, sia valorizzando le differenze e il dialogo tra soggetti e culture diversi.


CRITERI PER LA SCELTA DEI CONTENUTI

Un curricolo flessibile di filosofia per tutti gli indirizzi 

La scelta dei contenuti , in coerenza con quanto detto sopra, è in funzione sia del rispetto dell'identità peculiare, storica, critica e problematica, della disciplina nei suoi "nuclei fondamentali", sia del diritto del discente ad apprendere conoscenze, competenze e capacità significative, stabili, sistematiche e capitalizzabili. Gli apprendimenti di filosofia devono inserirsi da una parte nel contesto delle conoscenze e delle esperienze del discente e dall'altra nel reticolo di conoscenze e competenze rivenienti dalle altre discipline del curricolo. 
I contenuti della disciplina non vengono così snaturati o svalutati, ma valorizzati nei loro nuclei forti e resi comunicabili, curvati alle esigenze dell'insegnamento individualizzato, in fondo alle autentiche esigenze formative dei giovani.
L'esigenza di individualizzazione dei percorsi formativi nasce da una realistica considerazione delle diversità e dalla preoccupazione di rispondere al diritto di tutti all'apprendimento, di evitare l'insuccesso scolastico, anzi di elevare la qualità dello studio pur in presenza di grandi cambiamenti epocali. Soltanto i criteri di flessibilità, di responsabilità e di integrazione permettono oggi alla scuola di diversificare gli interventi coniugando il rigore culturale e le esigenze diversificate degli allievi. La scuola dell'autonomia si costruisce su questi pilastri. 
Nella scuola dell'autonomia " le istituzioni scolastiche sono espressioni di autonomia funzionale e provvedono alla definizione e alla realizzazione dell'offerta formativa…(..). A tal fine interagiscono tra di loro e con gli enti locali promovendo il raccordo e la sintesi tra le esigenze e le potenzialità individuali e gli obiettivi nazionali del sistema di istruzione" (Regolamento dell'autonomia scolastica, art.1).
Per l'insegnamento della filosofia questo significa alcune cose. Ogni scuola autonoma potrà integrare nel proprio Piano dell'Offerta Formativa, la quota nazionale di curricolo con una quota locale, in risposta ad esigenze peculiari di individualizzazione dell'insegnamento e di integrazione con realtà contingenti curricolari o territoriali. Per definizione il curricolo è uno strumento teorico ed empirico che offre una risposta culturale e didattica ai bisogni del soggetto e che valorizza nello stesso tempo le ragioni degli oggetti di apprendimento. Cioè deve garantire la identità della filosofia e i bisogni formativi dello studente: la sintesi garantisce la valenza formativa dell'insegnamento disciplinare.
Occorre quindi pensare ad un curricolo "flessibile" che costituisca un argine fondamentale di riferimento, culturale e didattico, entro cui far scorrere il fare scuola quotidiano nella molteplicità delle situazioni e dei contesti. Occorre predisporre finalità e obiettivi di apprendimento in termini di conoscenze, competenze e capacità, in rapporto ai nuclei fondanti della disciplina.
Nel merito dei contenuti occorre distinguere tra i bienni e i trienni degli indirizzi tecnici e professionali da una parte e trienni liceali dall'altra. Nel biennio la valenza formativa dell'insegnamento della filosofia si sostanzierà nel perseguimento di obiettivi di apprendimento appartenenti al piano formativo operazionale e soggettivo orientante centrati sulle competenze e capacità, cui le conoscenze filosofiche, ancorate ai testi e alle operazioni sui testi, costituiranno valido supporto. Il questi contesti il piano dell'approfondimento storico-culturale sarà salvaguardato soltanto come esigenza di sufficiente contestualizzazione, necessaria alla comprensione dei testi e dei problemi.
Nei trienni liceali i contenuti saranno articolati in modo da costruire un maggiore equilibrio tra i tre piani (storico-culturale, formativo-operativo, soggettivo-orientante). Il respiro e l'ampiezza delle conoscenze storiche, critiche e problematiche sarà necessariamente maggiore. 


d. Filosofia per moduli

La necessità di essenzializzare il curricolo di filosofia e di renderlo flessibile, l'esigenza di garantire il dialogo alla frontiera tra filosofia e le altre discipline, di rendere la trattazione del tema e dell'argomento prescelto relativamente autonoma, organica e unitariamente significativa, porterebbero a privilegiare, tra le altre possibili, le forme modulari di organizzazione curricolare e didattica. Nella fase di transizione, almeno, per non rimandare troppo l'introduzione della filosofia nei bienni, senza tuttavia improvvisare, potrebbe essere opportuno proporre dei moduli di filosofia, di durata trimestrale o quadrimestrale, su temi che si esauriscano, ponendo al tempo stesso le basi per altri moduli.

Tali moduli potranno alternarsi con quelli di altre materie.

È forse opportuno che i programmi nazionali siano comunque organizzati per moduli, suggerendo un ampio numero di problemi e nuclei tematici, strutturati per "serie", tra i quali l'insegnante potrà sceglierne alcuni, liberamente o con vincoli di "serie". In questo modo, nelle varie "situazioni" dell'autonomia, si potrà decidere quanti "moduli" applicare, con un minimo e un massimo stabiliti a livello nazionale (ad esempio, da 2 a 4 ipotizzando una durata bimestrale per ogni modulo).


BIENNIO DELL'OBBLIGO E TRIENNIO DEGLI INDIRIZZI TECNICI E PROFESSIONALI

Contenuti disciplinari e indicazioni di metodo: considerazioni comuni.

Il modello di insegnamento della filosofia proposto è finalizzato all'acquisizione da parte del soggetto di strumenti (conoscenze, competenze e capacità) di chiarificazione e di riflessione su se stesso, sull'esperienza e sulla realtà in generale. Si abbandona ogni pretesa di compiutezza e di esaustività del programma e ci si riferisce ad alcuni criteri significativi di scelta, in armonia con le finalità e gli obiettivi prescelti. Occorre adottare:
- criteri di selettività rispetto agli obiettivi da raggiungere; 
- di rappresentatività nei confronti della tradizione (non è necessario presentare l'ampia gamma delle teorie e degli autori , dei testi e delle opere dei filosofi; è sufficiente "selezionare" alcune maggiormente rappresentative dei temi e dei problemi di studio e alcuni dei modelli di filosofia e di razionalità della tradizione, studiati anche in parti significative e non in toto). 

- Nel biennio occorre orientarsi maggiormente verso i problemi, discussi con il supporto dei testi, rappresentativi di una pluralità di posizioni. All'uopo è opportuno è predisporre una antologia di testi e adeguati apparati didattici.
- Nel triennio , in questa prospettiva, è possibile accentuare la rilevanza del contestualizzazione del testo nell'ambito del pensiero dell'autore e nell'ambito storico-sincronico ed occorre orientarsi maggiormente verso i percorsi. Il percorso implica una un approccio storico di considerevole respiro, tale da offrire un quadro coerente dell'argomento trattato, che può mancare nel biennio.

- Il criterio della centralità della testualità può essere rispettato in forme adeguate, flessibili ed equilibrate: è indispensabile far parlare in qualche modo gli autori sui temi che sono oggetto di studio e trasmettere il senso della storicità del testo, il senso della distanza, dell'alterità sia nel biennio che nel triennio. Andrebbe affidata alla programmazione didattica del docente o del consiglio di classe la decisione riguardo a quali testi scegliere, in che misura utilizzarli, in quale modo, a quali livelli di profondità contestualizzarli, ecc.. La programmazione didattica farà le sue scelte sulla base degli obiettivi, della contingenza didattica e delle esigenze di individualizzazione dell'insegnamento. 

- Di conseguenza bisogna ritenere superato in questo contesto il criterio della linearità dello sviluppo storico e sostituirlo con forme equilibrate e diffuse di riflessione sui nuovi paradigmi della storicità sia della filosofia sia di altre discipline.

- Il docente sceglierà autori e testi sulla base della adeguatezza dei contenuti alla finalità della promozione di "formazione filosofica", al conseguimento degli obiettivi definiti nella programmazione didattica in termini di conoscenze, competenze e capacità.

- Temi e problemi da indicare nei programmi non devono essere circoscritti a questioni di etica applicata o a questioni riguardanti la scienza, la tecnica, le professioni. Pur ritenendo auspicabile la curvatura dei contenuti verso la specificità degli indirizzi non si ritiene di dover ridurre la complessità dei temi e problemi della filosofia a quelli di indirizzo. La valenza formativa della filosofia non consiste soltanto nell'acquisizione di conoscenze e competenze relative alla maturazione di consapevolezza critica sui temi specifici di studio e di lavoro, ma anche nell'acquisizione di contenuti, competenze e capacità che si riferiscono alla interrogazione e alla ricerca su problemi anche esistenziali, metafisici, relazionali, sociali, estetici. Il problema del "come e dove insegnare" non può condizionare il "che cosa" e il "perché", da cui trae alimento e giustificazione il riconoscimento della valenza formativa dell'insegnamento della filosofia.

Non vi è dubbio che ormai il superamento della dimensione storicistica è acquisito, dai Programmi Brocca in poi e la ricerca in didattica della filosofia ha ormai liberato il campo interpretativo da qualsivoglia artificiosa e ingiustificata contrapposizione tra approccio storico-critico e critico-problematico (riferimento alle indicazioni didattiche generali). 
In didattica della filosofia la irrinunciabilità della "formazione filosofica", centrata sul dialogo con gli autori attraverso il testo filosofico, è un punto consolidato. I problemi filosofici nascono dalla realtà e sono definiti all'interno del tessuto teorico- concettuale, problematico, critico, della disciplina, così come si è definito nella sua evoluzione storica. L'approccio ai temi e problemi attraverso i testi, in continuo dialogo tra presente-passato-presente, richiede una qualche forma di contestualizzazione sia in senso sincronico, in dialogo con la cultura dell'epoca, sia in senso diacronico, mettendo a confronto le diverse risposte ai problemi formulate dagli autori. Come si è già sottolineato precedentemente, i livelli di approfondimento della dimensione storico-critico-problematica possono essere differenti nei diversi indirizzi secondo una linea che ha ai suoi estremi polarizzati un "minimo essenziale" ed un massimo di contestualizzazione storica e di discussione critica. La significatività del tessuto storico-critico può essere valorizzato nelle operazioni sul testo anche attraverso l'attenzione al vocabolario, al lessico, della filosofia nella sua evoluzione storica.
Nei trienni degli indirizzi tecnici e professionali sembra inevitabile rinunciare all'impianto storico-cronologico nell'organizzazione dei contenuti (non alla lettura dei testi, però, con un inquadramento anche storico degli autori trattati), senza comunque rinunciare però né ad una presentazione significativa del quadro dei grandi temi della filosofia, nella loro pluralità e complessità, né alla consapevolezza storico-critica dell'apparato concettuale. La scelta di una rappresentativa pluralità di temi, di testi e di autori, l'attenzione al lessico e al vocabolario, possono adeguatamente salvaguardare il senso e il valore dell'approccio storico.critico-problematico, seppure ai suoi livelli essenziali. (Vedi quanto già scritto per il biennio)

- I temi di attualità o comunque attinenti all'orizzonte di esperienza degli studenti devono essere approfonditi mediante riferimenti a parti della storia della filosofia, attraverso i testi e finalizzati all'analisi del problema oggetto di ricerca. La circolarità presente-passato.presente realizzata attraverso la mediazione dei testi opportunamente contestualizzati, garantisce sia di attingere alla ricchezza della tradizione per interpretare il presente sia a relativizzare l'orizzonte di senso dell'orizzonte quotidiano dell'esperienza dello studente.


I CONTENUTI NEL BIENNIO DELL'OBBLIGO

I contenuti nell'ultimo anno del Biennio dell'obbligo saranno funzionali al conseguimento degli obiettivi in termini di conoscenze, competenze e capacità, attinenti soprattutto al sapere porre problemi, definirli, analizzarli, discuterli con argomenti e con coerenza, valutarli sulla base dei testi e del dialogo con autori e compagni, acquisizione di consapevolezza metacognitiva dei modi di ragionare e di discutere razionalmente. Sembra a tal fine privilegiare una organizzazione del sapere intorno a problemi filosofici, particolarmente significativi per l'età degli studenti e tuttavia rappresentativi della tradizione disciplinare, da affrontare con il supporto di testi. 

- L'insegnante elaborerà la propria programmazione scegliendo alcuni problemi particolarmente significativi per gli studenti e per la tradizione filosofica. La scelta avverrà all'interno di una "rosa" stabilita dal Ministero, lasciando possibilità di ulteriori integrazioni e arricchimenti da parte del consiglio di classe. Nel quadro dell'autonomia il Collegio dei docenti potrà autorizzare, su richiesta opportunamente motivata del singolo insegnante, la trattazione di problemi diversi da quelli indicati dal Ministero. 
- In sede di programmazione annuale, l'insegnante individuerà i testi filosofici e di rilevanza filosofica (opere complete, parti di opere o ampie scelte antologiche, documenti di varia natura e tipologia) attraverso i quali avvicinare gli studenti ai problemi trattati durante l'anno. La programmazione iniziale potrà essere corretta, ridotta o integrata in relazione all'andamento delle verifiche formative e delle proposte degli alunni.

Indicazioni didattiche

- I temi e i problemi filosofici potranno essere discussi a partire da un testo o dalla esperienza quotidiana degli allievi, da far emergere attraverso il trattamento del linguaggio ordinario e la problematizzazione dei blocchi di conoscenza acquisti attraverso i linguaggi disciplinari formalizzati.

- Adeguate tecniche didattiche consentono, intorno ad un tema o problema, di far emergere e di "trattare" le rappresentazioni e le immagini del linguaggio ordinario dei ragazzi, nonché i blocchi di conoscenze pregresse, di renderle esplicite e consapevoli, di farle giungere alla concettualizzazione, alla problematizzazione.

- L'approccio al tema o al problema filosofico può partire dalla lettura di un testo filosofico, di rilevanza filosofica o di natura letteraria-poetica. Il livello narrativo, poetico-espressivo, mitico, musicale, artistico in generale, "cattura" ed elabora il vissuto dello studente, nella dimensione sia cognitiva sia affettivo-emozionale e lo rende disponibile alla chiarificazione concettuale, alla problematizzazione, alla ricerca, alla discussione, alla valutazione critica, alla ridefinizione. Il linguaggio ed il pensiero, la forza della concettualizzazione e della problematizzazione della filosofia può farsi strada attraverso il dubbio, la domanda di senso, l'interrogazione che un'esperienza narrativo-poetica-estetica può offrire (Bruner). Il gioco serio e bellissimo della filosofia valorizza, in una prospettiva di continuità/discontinuità, ai fini della ricerca i bei giochi che narrano sulle cose importanti della vita (Platone, Fedro).

- Sia in un caso sia nell'altro rimane la centralità del testo filosofico e delle operazioni che dal testo filosofico prendono vita. La comprensione del testo, la conoscenza di un mondo di senso possibile, quello del filosofo letto, la riflessione, l'analisi, le operazioni di rielaborazione personale e comunitaria che ne possono seguire, offrono termini, concetti, strategie di pensiero e di discorso, valori ed argomenti, con cui ridefinire, problematizzare ad un nuovo livello, le rappresentazioni e le idee spontanee, nonché cercare soluzioni possibili ai problemi.
- Temi e problemi, testi filosofici e di rilevanza filosofica devono essere scelti con criteri di pluralismo e di rigore. Al discente devono essere offerti una pluralità di modelli di problemi filosofici e di soluzione di problemi filosofici, di metodi di ricerca e di modelli di razionalità, per ragioni sia culturali sia etico-pedagogici, rispettosi tanto dell'identità storica della disciplina quanto della libertà di coscienza del discente, che deve scegliere tra varie alternative.
- La trattazione dei problemi può anche comprendere la costruzione di glossari di termini e di nozioni filosofiche elementari, la cui acquisizione è comunque necessaria alla comprensione del testo e del problema in oggetto. Appare azzardato e comunque da escludere, però, ogni pretesa di promuovere l'apprendimento di astratte nozioni, decontestualizzate, o di "elementi di" qualunque tema o settore di ricerca filosofica. Parimenti appare una forzatura la trattazione di questioni di epistemologia o storiografia filosofica, se non nei termini elementari e necessari al contesto, nella forma sopra definita. Occorre infatti tener presente in ogni caso, come punto irrinunciabile e qualificante dell'insegnamento filosofico, l'acquisizione di abilità attraverso i contenuti (dove comunque l'accento deve cadere sul primo termine). Per questo il confronto con i testi va al di là dell'apprendimento dei concetti in essi contenuti, sostanziandosi in una serie di operazioni sul testo e con il testo, in un confronto con i filosofi e con il loro stile argomentativo e di pensiero.


I CONTENUTI NEI TRIENNI TECNICI E PROFESSIONALI

Le considerazioni generali fatte per il biennio valgono anche per il triennio.

L'ipotesi dell'estensione della filosofia per tutti nel triennio della Secondaria superiore implica un innalzamento del livello culturale della formazione di base e nello stesso tempo richiede uno sforzo di grande rinnovamento della didattica della disciplina. La filosofia dovrebbe collocarsi nell'area comune di tutti gli indirizzi dell'ultimo triennio e non essere legata agli indirizzi specifici se non nella scelta di temi opzionali, ferma restando una formazione comune. Nelle istituzioni scolastiche autonome possono essere previste forme ulteriori, opzionali, di approfondimento della formazione filosofica degli studenti.

Contenuti del curricolo. Percorsi tematici.

Valgono le osservazioni di carattere generale fatte per il biennio.
Per i trienni degli indirizzi tecnici e professionali, la valenza formativa-operazionale e soggettivo-orientante rimane prevalente. Il piano storico culturale rimane finalizzato al raggiungimento delle conoscenze, competenze e delle capacità definite dagli obiettivi. Tuttavia maggiore deve essere maggiore la rilevanza del piano storico-culturale e critico. Pur riaffermando l'abbandono di un impianto storico-cronologico, il piano storico -culturale è valorizzato da una impostazione del curricolo e dell'insegnamento per PERCORSI TEMATICI. 
Un percorso è la ricostruzione dello sviluppo di un tema nella storia del pensiero, focalizzando l'attenzione sui rapporti tra le varie teorie e finalizzato ad individuare le radici storiche della riflessione contemporanea. Puntuale e congruo il riferimento ai percorsi tematici suggeriti dai Programmi Brocca, che già, per certi aspetti si muovevano in questa prospettiva. 
Un percorso organizza una sezione limitata di curricolo intorno ad un tema significativo nell'ambito disciplinare. Il tema naturalmente non copre che una parte della storia della filosofia. Il tema "suggerisce" la definizione di determinati obiettivi, la scelta di autori, testi, metodologie e tecniche didattiche, operazioni, esercizi, prove di verifica e valutazione.ecc.
All'interno di un percorso possono essere trattati in modo esteso e approfondito alcuni autori particolarmente significativi della tradizione, il cui pensiero costituisce un nodo fondamentale dello sviluppo storico e teorico della ricerca filosofica sul tema. Si evidenzia nel percorso l'intreccio tra testi, autori e rete di problemi, concetti, teorie, termini, regole e principi, che costuiscono l'identità riconoscibile, seppure dinamicamente in evoluzione, della disciplina, il peculiare linguaggio e la peculiare pratica di ricerca. 
Da questo punto di vista il percorso valorizza l'aspetto formativo della filosofia anche nel suo versante storico-culturale, pur essendo limitato nel respiro temporale e contenutistico e rimanendo probabilmente prevalente l'approccio formativo-operazionale-metodologico.
L'approccio per "percorsi" si differenzia da quello per problemi perché è indirizzato anche alla ricostruzione della genesi storica, anche se non esaustiva, dei problemi, al cui interno individuare le diverse posizioni esistenti a proposito della definizione, della discussione e della soluzione degli stessi, sottolineandone i presupposti, le ragioni, le motivazioni e le eventuali conseguenze.

I temi dei percorsi possono essere definiti dal Programma nazionale secondo uno dei seguenti criteri:
1. Definire soltanto finalità e obiettivi (in termini di conoscenze, competenze e capacità) e lasciare completa libertà agli insegnanti di elaborazione, ponendo come vincolo unico il coordinamento all'interno del Consiglio di classe con le altre discipline;
2. Indicare, in modo normativo, alcuni temi fondamentali, in relazione ai nuclei fondanti della disciplina, prevedendo la possibilità da parte dei docenti di integrarli con altri temi (Programmi Brocca). 
3. Definire normativamente, per ogni anno del corso, un elenco piuttosto ampio di percorsi possibili, all'interno del quale l'insegnante può sceglierne un numero stabilito

Il secondo criterio garantirebbe uniformità di standard di preparazione a livello nazionale, consentendo nello stesso tempo ai docenti di curvare flessibilmente il programma sulla base delle contingenti realtà didattiche e delle esigenze di individualizzazione dei percorsi formativi, nonché degli interessi di studenti e docenti. 
La proposta prevista in questo punto potrebbe essere integrata dalla definizione di un ventaglio di problemi e autori rappresentativi, di una griglia di termini-concetti connessi alla trattazione dei problemi, possibili connessioni interdisciplinari. Ma questo è oggetto di discussione. Occorrerebbe lasciare alla libera scelta del docente, sulla base delle realtà didattiche, la possibilità di individuare anche griglie di " storiografia filosofica", connessi al tema filosofico in questione.
L'insegnamento per percorsi consentirà di promuovere oltre alla capacità di definire, analizzare e argomentare i problemi, la comprensione di diversi stili argomentativi e metodi di ricerca, la comprensione dello sviluppo storico dei problemi trattati.

Appare importante riservare uno spazio adeguato nella costruzione dei percorsi o dei moduli a temi, problemi, autori e opere del '900.

Curricolo di filosofia nei licei.

L'impostazione può rimanere la stessa di quella accennata per i trienni, ampliando però al grado massimo possibile il livello storico-critico-problematico. Gli elenchi di nozioni filosofiche, di nozioni di epistemologia e di storiografia filosofica possono essere ampliati; possono essere approfonditi gli elementi di contestualizzazione storica, sincronica e diacronica, arricchiti gli elenchi che si riferiscono al lessico e al vocabolario. 
Nel curricolo per i licei devono essere inclusi tutti i più importanti nuclei fondanti essenziali della disciplina, anche in termini di autori, di opere, di tradizioni di pensiero caratterizzanti le varie epoche storiche. I percorsi di filosofia possono essere organizzati intorno a temi, problemi, tradizioni, articolati e centrati sul dialogo con i testi. (rivedere i Brocca) 

Il docente o il consiglio di classe nella programmazione didattica costruisce percorsi o moduli , intrecciando flessibilmente elementi obbligatori e opzionali, anche sostituendo quelli,opzionali, indicati con altri scelti sulla base degli obiettivi della programmazione, sulla base delle esigenze di individualizzazione dell'insegnamento e della valutazione delle contingenti situazioni didattiche.

Proposta CD1