candela

LA CANDELA E LA SONDA: COMPITO CRITICO DELLA FILOSOFIA E SVOLTA EMPIRISTA

"Il nostro spirito è come una candela che noi abbiamo davanti agli occhi, e che diffonde luce sufficiente a illuminarci in tutte le nostre faccende. Dobbiamo contentarci delle scoperte che possiamo fare per mezzo di questa luce. Faremo sempre buon uso della nostra intelligenza se vorremmo considerare tutti gli oggetti in quel rapporto e proporzione in cui essi si trovano rispetto alle nostre facoltà, e su quei fondamenti, in cui essi si offrono alla nostra conoscenza; e se non domanderemo perentoriamente e senza discrezione una dimostrazione ed una completa certezza, laddove è possibile ottenere soltanto una probabilità; e questo basti a regolare tutti i nostri interessi. Poiché se vogliamo dubitare di ogni cosa in particolare, per il fatto che non possiamo conoscerle tutte con certezza, saremo altrettanto poco ragionevoli quanto uno che non volesse servirsi delle proprie gambe, e si intestasse a rimanere fermo e perire miserevolmente, perché non ha ali con cui volare. Quando avremo conosciuto le nostre forze, conosceremo anche tanto meglio ciò che potremo intraprendere con speranza di successo; e quando avremo esaminato con cura ciò che il nostro spirito sia capace di fare, e avremo visto, in qualche modo, quello che ce ne possiamo attendere, non saremo portati né a rimanere in un vile stato di ozio, disperando di poter mai conoscere alcuna cosa, senza mettere in alcun modo al lavoro i nostri pensieri; né, d'altro lato, metteremo tutto in dubbio e negheremo credito ad ogni conoscenza, sotto il pretesto che vi sono cose che lo spirito umano non è in grado di comprendere."

(J. LOCKE, Saggio sull'intelletto umano, 29)