Erodoto, Storie, 2, 19 – 23. 45 (trad. A. Izzo D’Accinni, Storie. I-II, BUR, Milano 2001)

19. Il Nilo ogni volta che è in piena inonda non solo il Delta,  ma anche qualche parte del territorio che si dice sia libico e di quello arabico, e dall'una parte e dall'altra per l'estensione di due giorni di cammino, a volte più a volte meno. Intorno alla natura del fiume né dai sacerdoti né da alcun altro potei apprendere qualcosa. Ero ben desideroso di sapere da loro perché il Nilo sia in piena cominciando dal solstizio d'estate per cento giorni, e dopo questo periodo si ritiri abbassando le sue acque, in modo tale che trascorre tutto l'inverno in proporzioni modeste, fino a giungere di nuovo al solstizio d'estate. Su questi argomenti da nessuno degli Egiziani potei ap­prendere nulla, per quanto chiedessi loro qual mai forza ha il Nilo per avere una natura contraria a quella degli altri fiumi. lo facevo dunque ricerche volendo sapere sia queste cose sia perché, solo fra tutti i fiumi, non presenti spirare di brezze.

20. Alcuni Greci, volendo divenire illustri per sapienza, esposero nei riguardi di questi movimenti dell'acqua tre diverse spiegazioni, delle quali due non le ritengo nem­meno degne di essere ricordate, se non perché voglio segnalarle soltanto. Una dice che i venti etesii sono quelli che causano la piena del fiume, impedendo al Nilo di sfociare nel mare. Ma spesso gli etesii non spirano affatto, eppure il Nilo si comporta nella stessa maniera. Per di più, se gli etesii fossero la causa, bisognerebbe che anche gli altri fiumi, che scorrono in direzione oppo­sta a questi venti, fossero soggetti allo stesso fenomeno del Nilo, tanto più in quanto essi, essendo più piccoli, presentano una corrente più debole. Ci sono invece molti fiumi nella Siria, e molti nella Libia, i quali non subiscono affatto ciò che subisce il Nilo.

21. La seconda spiegazione poi è ancora più assurda di quella già riferita, e a dirla ancora più straordinaria, poiché afferma che il Nilo produce questi fenomeni per­ché deriva dall'Oceano, e che l'Oceano scorre attorno a tutta la terra.

22. La terza delle spiegazioni, pur essendo di gran lunga la più ragionevole, è la più falsa. Neppure essa ha infatti alcun valore, poiché dice che il Nilo proviene da neve disciolta, e che scorre dalla Libia attraverso il paese degli Etiopi e che sbocca in Egitto. Ma come mai potrebbe provenire da neve, esso che scorre da paesi caldissimi verso altri che sono per la maggior parte più freddi? Per chi sia in grado di ragionare su tale argomen­to, e che cioè non è verosimile che il fiume provenga da neve, la prima e più importante testimonianza la forni­scono i venti, che soffiano caldi da questi paesi; la seconda, il fatto che la regione è sempre priva di piogge e di ghiacci, mentre sulla neve caduta è assolutamente necessario che piova entro cinque giorni, cosicché, se nevicasse, in questi paesi pioverebbe anche. In terzo luogo poi gli uomini che sono neri per il calore. Inoltre i nibbi e le rondini soggiornano lì durante tutto l'anno, mentre le gru, fuggendo l'inverno che sopraggiunge nella Scizia, vengono in questi luoghi per svernare. Se dunque nevicasse, anche tanto così, in questa regione attraverso la quale scorre e in quella donde nasce il Nilo, nulla avverrebbe di tutto questo, come la logica dimostra ne­cessariamente.

23. Colui poi che parlò dell'Oceano, avendo portato il suo discorso (mythov) su cose oscure non può essere neppure preso in esame; io per parte mia non so affatto che ci sia un qualche fiume Oceano, ma credo che Omero o qualcuno dei poeti vissuti prima di lui abbia inventato il nome e l'abbia introdotto nella poesia.

45. Anche molte altre cose i Greci raccontano sconside­ratamente, e fra gli altri è ingenuo questo loro racconto (mythos) attorno ad Eracle, che cioè, essendo egli venuto in Egit­to, gli Egiziani dopo averlo incoronato lo condussero in processione per sacrificarlo a Zeus; e che egli per un certo tempo rimase tranquillo, ma, quando furono iniziati presso l'altare i preparativi del suo sacrificio, ricorso alla forza fece strage di tutti. A me certo sembra che narrando questo i Greci si mostrino assolutamente ignari dell'indole degli Egiziani e dei loro costumi; infatti perso­ne per le quali è legge sacra non sacrificare neppure degli animali, all'infuori delle pecore e dei buoi e dei vitelli che siano privi di contrassegni, e delle oche, come potrebbero sacrificare degli uomini? E poi Eracle che era uno solo e per giunta ancora uomo .. a quanto essi dicono - come può aver avuto la capacità di uccidere molte decine di migliaia di uomini? E a noi che tali cose dicemmo intorno a questi argomenti possa toccare la benevola tolleranza sia degli dei sia degli eroi.