Fedone, 60 C - 61 B

“O Cebete -disse- , devi rispondere la verità, e cioè che io ho composto queste poesie non con l’intenzione di gareggiare con lui e con i cuoi carmi [si riferisce al poeta Eveno], perché sapevo bene che questo non era facile; ma le ho composte per mettere alla prova certi sogni e intendere che volessero dire, e per liberarmi da uno scrupolo, se mai fosse stata proprio questa la musica che essi spesso mi comandavano di fare. […] E così, per prima cosa, composi un carme al dio di cui ricorreva la festa. E, dopo aver composto quel carme al dio, pensando che un poeta, se vuole essere veramente poeta, debba comporre miti e non discorsi, e, d’altra parte, non essendo io un creatore di miti, per questo misi in versi i racconti di Esopo, che avevo a portata di mano e sapevo a memoria, nell’ordine in cui mi capitavano in mente”.