Teagene di Reggio – Testo di Porfirio, La
questione omerica, I. 240,14
Su quanto vi è di dannoso ed anche di sconveniente
riguardo agli dèi viene fatto un discorso generale: dice infatti che non sono
convenienti i miti che si narrano intorno agli dèi. Per confutare una tale
accusa, alcuni si liberano dall' espressione letterale, ritenendo che tutto
sia detto allegoricamente sugli elementi, come si trattasse di contrarietà tra
gli dèi. Dicono infatti che il secco combatte con l'umido, il caldo col freddo,
il leggero con il pesante; e inoltre che l'acqua è tale da spegnere il, fuoco e
il fuoco è tale da essiccare l'acqua. Similmente in tutti gli elementi, dai
quali è costituito l'universo, è insita la contrarietà e che talvolta può bensì
darsi una parziale distruzione, ma l'universo dura eternamente. Ed egli
stabilisce battaglie, dando al fuoco i nomi di Apollo, Elios ed Efesto,
all'acqua i nomi di Posidone e Scamandro e inoltre alla luna il nome di
Artemide, all'aria il nome di Era, e così via. Similmente anche alle
disposizioni mette talvolta il nome degli dèi, alla saggezza quello di Atena,
all'insensatezza quello di Ares, al desiderio amoroso quello di Afrodite, alla
loquacità quello di Ermes, appropriati a questi casi. Questo metodo di difesa,
antico e derivante da Teagene di Reggio, che per primo scrisse intorno ad
Omero, è tale perché prende avvio dall'espressione letterale (DK 8, 2).