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Comunicazione Filosofica n. 13 aprile 2004
Fabio Minazzi - Luca Nolasco (a cura di), Bioetica, globalizzazione ed ermeneutica, Franco Angeli, Milano 2003, pp. 221
Il volume Bioetica, globalizzazione ed ermeneutica raccoglie gli atti dei Seminari di filosofia promossi dall’Assessorato alla cultura del Comune di Copertino, svoltisi presso il locale Castello aragonese nella primavera del 2002. Come sottolineano gli stessi curatori, le tematiche affrontate nei saggi raccolti nell’opera evidenziano l’ampiezza e la varietà delle questioni trattate nei Seminari, così come i nomi degli autori dei contributi testimoniano la scelta di porre a confronto molteplici prospettive, coinvolgendo studiosi provenienti da differenti tradizioni filosofiche. Questa eterogeneità non compromette, però, l’unità dell’iniziativa, data dalla concezione di filosofia come “riflessione critica sul proprio tempo”, posta all’origine dell’organizzazione stessa dei Seminari. Tale concezione attribuisce alla filosofia “il dovere imprescindibile” di delineare orizzonti di comprensione dei problemi del presente, grazie alla sua capacità di penetrare la complessità e di impostare concettualmente le questioni aperte. E lega qualsiasi scelta filosofica a “una determinata presa di posizione”, in quanto “ogni riflessione teorica implica l’assunzione di una precisa responsabilità pratico-politica”.
A questa visione del “fare filosofia” si possono ricondurre non solo l’attenzione dei Seminari ad argomenti di attualità, ma anche la struttura organizzativa degli incontri, nei quali la comunicazione filosofica non ha assunto unicamente la forma del ciclo di conferenze, ma anche del “laboratorio” culturale e civile, volto a favorire il confronto pubblico tra posizioni contrastanti, perché “la cultura nasce dal conflitto”.
Nel volume tale esperienza di ricerca collettiva è rappresentata dalla pubblicazione del dibattito seguito all’intervento di Evandro Agazzi, dedicato a Il problema della riflessione bioetica contemporanea, intervento attento a evidenziare l’impatto sociale delle conquiste scientifiche e tecnologiche, a presentare gli sviluppi della bioetica come riflessione interdisciplinare, a sottolineare l’impossibilità per i cittadini di sottrarsi alle nuove responsabilità. Gli interrogativi emersi a seguito del contributo del relatore attestano, infatti, lo sforzo di riflessione di partecipanti consapevoli della difficoltà e, insieme, della necessità di trovare soluzioni condivise ai nuovi problemi.
All’esigenza di comprendere la configurazione del mondo attuale risponde anche il saggio di Massimo Cacciari, Pensare la globalizzazione, che affronta questioni impostesi in tutta la loro urgenza con gli eventi dell’11 settembre 2001, muovendo da un confronto con il passato: con l’idea imperiale romana e con la sua realizzazione storica. Un confronto che suggerisce la prospettiva di una globalizzazione intesa non come riduzione a un’unità indifferenziata, ma come progressiva estensione dei diritti e come conservazione e interrelazione delle differenti identità dei popoli, in vista di una costruzione civile capace di crescere nel rispetto della “legge della pluralità”, auspicata da Hannah Arendt.
In rapporto alla riflessione di Massimo Cacciari si sviluppa il contributo di Luca Nolasco, Dal dissolvimento nel globale alla riscoperta delle ragioni dell’individuo, attento a sottolineare i rischi di omologazione connessi ai processi di globalizzazione e impegnato a richiamare “il compito della memoria e della differenza”, per promuovere un ripensamento dell’attuale forma del mondo globale, nella prospettiva della relazione tra diversità.
Il saggio di Fabio Minazzi, Attualità e valore del neoilluminismo, confermando la concezione di filosofia sottesa all’esperienza dei Seminari, costituisce il collegamento ideale tra i primi interventi e i contributi successivamente pubblicati. La riflessione si avvia dalla kantiana Risposta alla domanda: che cos’è l’illuminismo? e – attraverso la presentazione della posizione di Nicola Abbagnano e dei contributi di Ludovico Geymonat, Antonio Banfi e Giulio Preti – giunge ad affermare l’attualità dello spirito neoilluministico. In un’epoca segnata da “un drammatico deficit di razionalità”, ripropone così il valore della ragione umana come “fecondo e flessibile strumento di vaglio critico con il quale possiamo meglio comprendere il mondo, migliorando anche il nostro agire pratico, nutrendo le nostre stesse speranze”.
Il volume si conclude con il contributo di Jean Petitot, La dialettica della verità oggettiva e del valore storico nel razionalismo matematico di Albert Lautman, in linea con la prospettiva indicata nell’intervento di Fabio Minazzi, e con i saggi di Dario Antiseri, Ermeneutica, epistemologia e conseguenze didattiche, e di Charles Alunni, Per un dialogo franco-italiano in filosofia: l’Italia come ‘terzo escluso’ dagli Annali franco-tedeschi.
Da sottolineare – in rapporto agli interessi della nostra Rivista – l’attenzione rivolta da Dario Antiseri all’azione docente, responsabile nell’ambito del sistema di istruzione della formazione delle giovani generazioni alla razionalità. Di fronte all’attuale disarticolazione delle conoscenze, effetto dell’accrescimento del sapere, Antiseri individua nel fallibilismo popperiano l’orizzonte unitario del metodo scientifico, mostrando come studiosi dei più diversi ambiti – fisici, biologi, traduttori, storici e così via – procedano per congetture e confutazioni e, in linea con la ricerca scientifica che “inizia sempre da problemi”, propone un insegnamento per problemi. Un’indicazione che, letta nel quadro dell’esperienza dei Seminari di Copertino, invita a riflettere sul rapporto tra l’apparire di un crescente bisogno di filosofia – attestato dal successo di numerose iniziative pubbliche – e le prospettive attuali di riforma dei curricoli scolastici.