5. Per
quanto riguarda la teologia bisogna dire che il clima del Romanticismo,
dell’Illuminismo e del Positivismo non favorirono certo una riconsiderazione
del mythos che rimase definito nella griglia patristica. Bisognerà
attendere la sua valorizzazione nel XX secolo perché la teologia e in
particolar modo l’esegesi riprendessero in mano la questione. A ciò si aggiunga
il lento e difficile congedo dall’interpretazione cronachistica di Genesi
1-11 e dell’intera Bibbia: ancora nel 1950 nell’enciclica Humani generis
si afferma che “Se qualche cosa gli antichi agiografi hanno preso da
narrazioni popolari (il che può essere concesso), non bisogna mai dimenticare
che hanno fatto questo con l’aiuto dell’ispirazione divina, che nella scelta e
nella valutazione di quei documenti li ha premuniti da ogni errore. Quindi le
narrazioni popolari inserite nelle Sacre Scritture non possono affatto essere
poste sullo stesso piano delle mitologie o simili, le quali sono frutto più di
un’accesa fantasia che di quell’amore alla verità ed alla semplicità che
risulta nei Libri Sacri, anche del Vecchi Testamento, da dover affermare che i
nostri agiografi sono palesemente superiori agli antichi scrittori profani”
(cfr. titolo V).