Senofane,
Frammenti
Agli Dei Omero ed Esiodo attribuiscono tutto ciò che
per gli uomini è onta e vergogna: rubare, commettere adulterio, ingannarsi a
vicenda (DK 21 B 11).
Ma i mortali ritengono che gli Dei nascano, che
abbiano vesti, voce e figura come loro (DK 21 B 14).
Ma se i buoi, i cavalli e i leoni avessero mani o
potessero dipingere e compiere quelle opere che gli uomini compiono con le
mani, i cavalli dipingerebbero immagini degli Dei simili ai cavalli, i buoi
simili ai buoi, e plasmerebbero i corpi degli Dei simili all’aspetto che ha
ciascuno di essi (DK 21 B 15).
Quella che chiamano Iris, è al contrario anch’essa
una nube, purpurea, violacea, verde a vedersi (DK 21 B 32).
Elegia del
banchetto
Ora ecco il pavimento è
terso e le mani di tutti e i calici. C'è chi ci circonda il capo di ritorte
ghirlande, e c'è chi porge in una tazza l'essenza profumata. Il cratere è lì,
ripieno di allegria, e c'è pronto altro vino nei vasi, che dice che mai verrà
meno, dolce come il miele, odorante di fiori; nel mezzo l'incenso emana il suo
sacro effluvio; c'è acqua fresca e dolce e limpida; qui accanto sono i biondi
pani e la tavola sontuosa oppressa dal peso del cacio e del biondo miele; nel
mezzo l'altare è tutto quanto coperto di fiori e tutta la casa risuona del
canto e del tripudio. Bisogna anzi tutto, da uomini dabbene, levare canti di
lode. a dio con racconti [mythoi] pii e con parole [logoi]
pure. Ma una volta che si è libato e implorato di poter operare secondo
giustizia (perché questa è invero la prima cosa), non è eccesso peccaminoso
bere fino a tanto che chi non è troppo vecchio possa giungere a casa senza la
guida del servo. È da lodare quell'uomo che, dopo aver bevuto, rivela cose
belle, così come la memoria e l'aspirazione alla virtù glielo suggeriscono. Non
narrare le lotte dei Titani o dei Giganti o, ancora, dei Centauri, parti della
fantasia dei primitivi, oppure le violente lotte di partito, che sono cose che
non hanno pregio di sorta, ma bensì rispettare e onorare gli dèi, questo è bene (DK 21 B 1).