Torna al sommario di Comunicazione Filosofica Comunicazione Filosofica n. 8 - febbraio 2001 Notizie Centro interuniversitario di didattica della filosofia La questione della didattica della filosofia e quindi la discussione e la riflessione relativa alle modalità di trasmissione del sapere filosofico costituiscono ambiti attorno ai quali, soprattutto negli ultimi anni, si è sviluppato un vivace dibattito e sono state anche prodotte indagini e ricerche che coinvolgono tanto esperienze di docenti della scuola media superiore, quanto il mondo universitario. A differenza di quanto accadeva fino a non moltissimi anni fa, in cui la questione della didattica (e quindi dei problemi specifici legati agli strumenti e ai metodi della trasmissione del sapere) costituiva un elemento tutto sommato marginale nella formazione di coloro i quali si accingevano a svolgere poi la funzione docente, il panorama odierno è caratterizzato da un bisogno - avvertito trasversalmente e a diversi livelli - di riflessione e di tematizzazione degli strumenti e dei metodi che sono legati a tale funzione. Questo panorama non riguarda ovviamente solo la filosofia. Tuttavia per quanto la questione di una corretta trasmissione del sapere coinvolga tutte le discipline, essa assume, per la filosofia, una problematicità che appare per molti aspetti del tutto peculiare. Il legame con la dimensione didattica segna infatti la filosofia fin dalle sue origini nel mondo greco. La filosofia di Platone, si potrebbe dire, è in se stessa didattica della filosofia, nel senso che la dimensione didattica non può essere pensata, in Platone, in modo separato dalla sua speculazione, ma appare come costitutiva della sua stessa filosofia. Tuttavia, se da un lato la filosofia si presenta come un sapere che è intimamente connesso con la dimensione didattica, dall’altro lato non sempre è risultato chiaro - come peraltro il dibattito degli ultimi anni ben evidenzia - quale sia l’obiettivo verso il quale il docente di filosofia deve mirare nella sua attività didattica. E’ noto come già Kant ponesse problematicamente la questione: “risulta chiaro - scriveva infatti Kant - che si può per certi versi apprendere la filosofia senza saper filosofare”; e aggiungeva però subito dopo: “chi vuole diventare davvero filosofo deve dunque esercitarsi a fare della propria ragione un uso libero e non un uso solo d’imitazione e, per così dire, meccanico”. In questo senso, sullo sfondo dell’osservazione kantiana, ci si può chiedere se insegnare filosofia significhi insegnare a filosofare o significhi invece insegnare una serie di dottrine (mettendone magari in luce le relazioni intrinseche, le affiliazioni, gli influssi, ecc.), ovvero, per meglio dire, se l’acquisizione delle dottrine fondamentali che hanno caratterizzato la nostra tradizione culturale sia condizione non solo necessaria, ma anche sufficiente nel tentativo di insegnare filosofia. Una riflessione sulla didattica della filosofia in questo senso non può esimersi da una riflessione sul rapporto fra filosofia e storia della filosofia e quindi, a partire da questo, sul modo stesso di intendere la storia della filosofia. Ciò che costituisce problema nei dibattiti che caratterizzano nello specifico la questione della didattica della filosofia, riguarda perciò non solo la messa a punto di metodi e strategie di insegnamento e quindi l’acquisizione da parte dei docenti di strumenti che consentano una più adeguata e corretta trasmissione dei contenuti - elemento questo comunque fondamentale -, ma innanzitutto e più radicalmente una chiarificazione delle finalità generali e degli obiettivi specifici dell’insegnamento della filosofia, ovvero una chiarificazione delle competenze che si richiede allo studente di acquisire per potersi muovere e orientare all’interno del sapere filosofico. Ora è proprio per rispondere al bisogno di pensare il rapporto fra filosofia e didattica della filosofia - riflessione che implica dunque la tematizzazione dello statuto stesso della filosofia e del modo quindi in cui la si intende - e per istituire un luogo di riflessione costante e non occasionali sulle esigenze alle quali si è fatto riferimento, che è sorto, per iniziativa del Dipartimento di Scienze filosofiche dell’Università di Bari e del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Padova, il “Centro interuniversitario di didattica della filosofia”. Il “Centro interuniversitario di didattica della filosofia” si propone infatti di dare sviluppo e organicità a iniziative di ricerca nell’ambito dei problemi teorici, delle tradizioni storiche e delle soluzioni innovative inerenti alla trasmissione del sapere filosofico nella scuola e nelle università. A tale scopo il Centro si propone, fra l’altro, la costituzione di un archivio documentale riguardante la didattica della filosofia nel nostro paese e lo studio storico-critico della situazione dell’insegnamento della filosofia in altri contesti nazionali europei ed extraeuropei, consentendo in questo modo di portare a manifestazione i presupposti culturali che soggiacciono alle diverse proposte didattiche e ai diversi modelli di insegnamento della disciplina filosofica. Il Centro, dunque, oltre ad essere un luogo di ricerca, che mira cioè a promuovere, a sostenere e a coordinare studi ed indagini che si muovano nell’ambito della didattica della filosofia, oltre ad essere un luogo di raccolta e scambio di documentazione, di informazioni, di materiali e di esperienze, vuole anche essere una struttura che prepari alla divulgazione e alla formazione sia attraverso corsi specifici, congressi e conferenze, sia attraverso la produzione di pubblicazioni mirate alla diffusione delle indagini promosse. Il fatto che il Centro nasca per iniziativa dei Dipartimenti di Filosofia delle Università di Padova e Bari (che è sede amministrativa del Centro) non è casuale. Proprio a Bari e Padova, infatti, sono già attivi da alcuni anni gli unici due corsi esistenti in Italia di perfezionamento post-lauream in didattica della filosofia e, in qualche modo, il “Centro interuniversitario di didattica della filosofia” costituisce il frutto delle esperienze maturate in quei corsi, il prodotto cioè non solo dei risultati che già quei corsi hanno raggiunto, ma ancor più delle esigenze e dei bisogni che sono emersi proprio in chi si è confrontato concretamente e in modo non occasionale con i problemi e la complessità legati alla questione della didattica della filosofia. Luca Illetterati |