Torna al sommario di Comunicazione Filosofica Comunicazione Filosofica n. 7 - luglio 2000 Paola Cannone La filosofia come scienza rigorosa: una proposta didattica
Breve premessa sulla lettura come interrogazione del testo. Nell’ambito del Corso di Perfezionamento in filosofia e didattica della filosofia, dal tema “Filosofia e scrittura : forme della comunicazione filosofica”, è emersa costantemente la centralità del testo come forma privilegiata della comunicazione filosofica. Nasce così l’idea di questo lavoro che intende proporre l’organizzazione di un modulo incentrato sulla lettura di un testo significativo del Novecento, La filosofia come scienza rigorosa, opera rilevante della filosofia contemporanea che rappresenta il manifesto programmatico della fenomenologia di Edmund Husserl. L’obiettivo trasversale che si cercherà di raggiungere è la definizione del metodo fenomenologico, l’epoché fenomenologica-trascendentale, quale modello di ricerca possibile tra i diversi che caratterizzano il complesso panorama filosofico del Novecento. L’approccio al testo, così come suggerito dalle proposte della Commissione Brocca, sarà al tempo stesso storico e problematico: “storico” perché il testo offre l’occasione di una ricostruzione ragionata dei nessi storici, filosofici, politici, culturali che contestualizzano la genesi e le modalità in cui si struttura la fenomenologia; “problematico” perché dal testo possono scaturire una molteplicità di interrogativi relativi in parte ai contenuti trattati e alle questioni specificatamente filosofiche ( la ricerca di un fondamento in Husserl, il senso con cui si intende il termine coscienza o fenomeno, il significato della “riduzione eidetica”, per esempio ), e in parte relativi al vissuto stesso di colui che legge ( una nuova riflessione sul rapporto tra il soggetto e il mondo o in che termini è possibile parlare oggi della verità). La lettura del testo rappresenta il momento cruciale di incontro tra il mondo di senso dell’autore, in questo caso Husserl, e il mondo quotidiano del lettore - studente, un orizzonte complesso, stratificato in una molteplicità di linguaggi diversi, spesso acquisiti in modo intuitivo ed elaborati in modo poco critico. Il testo, attraverso il rigore del linguaggio filosofico, introduce discontinuità nel linguaggio di senso comune, e per questo stimola ad una rielaborazione, di natura cognitiva ed affettiva, dei modelli precostituiti nell’identità del soggetto che apprende. Naturalmente il testo è solo uno degli strumenti della didattica e, sebbene occupi una posizione di primo piano, è necessario integrare la lettura con una serie di operazioni sul testo, volte fondamentalmente a coinvolgere l’interesse e la curiosità del discente, condizione preliminare e irrinunciabile affinché si possa realizzare un’esperienza veramente e concretamente filosofica. L’insegnamento della filosofia deve essere teso ad attivare un’attitudine a problematizzare conoscenze, idee, concetti, spesso assimilati in modo inconsapevole: la lezione fenomenologica che invita a criticare ciò che appare ovvio, a rendere problematico ciò che è fissato nello sguardo naturale è un monito di grande attualità nella didattica contemporanea. Nel caso della lettura di testi filosofici per esempio, si deve evitare il rischio insidioso di un apprendimento “statico” delle informazioni, tanto più frequente in filosofia a causa della forma letteraria spesso un po’ ostica per chi si avvicina a tale ambito pur non essendo un esperto. «L’autore offre informazioni; il contesto didattico in cui avviene l’apprendimento decide se le informazioni debbono rimanere nozioni statiche o se esse attivano processi cognitivi ed affettivi, complessi e di varia natura, che rinviano alla vitalità della ricerca e della riflessione filosofica». La filosofia, con la sua pluralità di modelli, linguaggi, teorie, metodi, può mettere lo studente nelle condizioni di acquisire gradualmente un metodo di studio efficace in ogni circostanza, e l’attitudine a riflettere autonomamente, cioè la capacità di “pensare in proprio”. Affinché possa realizzarsi in modo proficuo l’incontro tra mondo della vita, del quotidiano, del senso comune (denso di passioni, sentimenti, forme di espressioni non verbali, in un certo senso incarnato nel vissuto corporeo) e il mondo della filosofia, spesso caratterizzato da argomentazioni rigorose, da indagini razionali, da regole che scandiscono logicamente l’ambito della ricerca, è dunque opportuno favorire una lettura intesa come “relazione biunivoca tra autore e lettore” , di natura cooperativa, tesa a realizzare la pratica del “confilosofare”. Il confilosofare è l’esperienza unica di dialogo tra il pensiero dell’autore e il vissuto del lettore - discente, ed è la vera lezione di vita e di studio a cui l’affascinante e complesso mondo della filosofia può aspirare. L‘idea che anima questa proposta è quella di saggiare l’efficacia del metodo fenomenologico attraverso un’esperienza di classe concretamente filosofica: a partire da una esperienza estetica, la visione di un film, integrata da una riflessione del regista sul valore dell’immagine, si cercherà di utilizzare la dinamica della metodologia fenomenologica per la discussione di un tema. La lettura della Filosofia come scienza rigorosa diventa dunque occasione di “interrogazione” del testo, che attiva un’interrogazione di più ampio respiro in quanto coinvolge la dimensione cognitiva - affettiva dello studente. La filosofia, secondo Husserl, non aspira a diventare una scienza perfetta, visto che anche le cosiddette “scienze esatte” sono imperfette: « a causa dell’orizzonte infinito di problemi aperti che non daranno mai pace all’impulso conoscitivo». Ciò che la filosofia può e deve mantenere è: « l’aspirazione imperitura dell’umanità alla conoscenza pura e assoluta ( e, cosa inseparabilmente unita a questa, al puro e assoluto valutare e volere)». La fenomenologia dunque come proposta di un modello teoretico che sostiene scientificamente l’impulso conoscitivo e come indicazione di un metodo di ricerca che possa concretamente rendere possibile una vita regolata da norme razionali. Il metodo fenomenologico inoltre, come modello di ricerca ancora attuale, fruibile direttamente nel momento in cui diventa un modo tra i diversi possibili per potersi confrontare su un problema, per orientare quella ricerca di senso che resta l’aspetto più significativo dell’esperienza filosofica. Il modulo, previsto per una classe del quinto anno di un liceo, offre lo spunto per una breve riflessione sui singoli passaggi della programmazione didattica. Il carattere ipotetico di questa proposta giustifica in parte i limiti di tale lavoro, che vuole essere comunque un contributo alle diverse ipotesi di lavoro da poter intraprendere nel corso dell’insegnamento della filosofia.
Le motivazioni di una scelta La scelta dei contenuti si integra nel progetto globale della programmazione in una classe del quinto anno di un liceo. La fenomenologia e il pensiero di Husserl, occupano un posto significativo nel quadro degli orientamenti della filosofia contemporanea, tale da giustificare la proposta della lettura della Filosofia come scienza rigorosa, integrato dal brano tratto da Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica, che approfondisce ulteriormente la dinamica dell’epochè. L’obiettivo trasversale, come precedentemente è stato sottolineato, è la conoscenza di un nuovo metodo di ricerca, la cui peculiarità è comprensibile solo attraverso la complessa trama storico-culturale in cui si sviluppa. L’epochè ha il compito di far apparire il legame intenzionale tra la coscienza e il mondo: essa consente quella riduzione dell’essere all’apparire che mette in evidenza la struttura del rapporto intenzionale. La fenomenologia si radica nell’esperienza vissuta della coscienza intenzionale tramite un continuo processo di riduzione trascendentale, che salda in modo indissolubile il legame tra io e mondo-fenomeno. Tale riflessione è densa di spunti euristici che rimandano tanto alla tradizione filosofica quanto alle esperienze personali. Sarebbe interessante esplorare i nessi che legano l’epochè fenomenologica-trascendentale all’io-penso kantiano o al cogito cartesiano, confrontare l’epochè di Husserl con l’epochè scettica, indagare il senso della rifondazione della razionalità rapportandolo alla crisi del paradigma positivista; o viceversa, interrogarsi sul rapporto del mio io con il mondo, sul senso della mia coscienza, sul valore apodittico del fenomeno che mi appare di fronte. « In filosofia il testo scritto rinvia sempre e comunque ad un’attività coinvolgente, alla ripetizione virtuale dell’esperienza della domanda ».
2. Preoccuparsi dei prerequisiti "Il compito affidato al docente impegnato nella programmazione non è una generica riaffermazione del valore educativo della disciplina, ma una precisa definizione dei rapporti tra tale valore e le specifiche esigenze di maturazione culturale e umana degli alunni adolescenti". Prima di proporre la lettura della Filosofia come scienza rigorosa, sarebbe opportuno saggiare le conoscenze pregresse della classe, la situazione di partenza, per promuovere un apprendimento veramente significativo. La filosofia come scienza rigorosa è un saggio scritto da Husserl nel 1911, su invito del neokantiano Heinrich Rickert, destinato alla pubblicazione sulla rivista appena nata "Logos": questo spiega la struttura certamente sintetica, ma in sé compiuta del testo, che introduce efficacemente al problema della fenomenologia e traccia in modo chiaro le linee di sviluppo del metodo e del senso della ricerca fenomenologica. Per quanto il testo abbia il pregio di essere un'opera non eccessivamente lunga e letterariamente piuttosto accessibile per il chiaro intento programmatico, tuttavia sarebbe utile accertare in via preliminare, anche attraverso una discussione informale, il livello di competenze e abilità possedute dalla classe. Leggere un testo implica la capacità di analisi, di sintesi, di argomentazione delle tesi sostenute, l'abilità di definire concetti, tutte competenze che non possono essere sottovalutate se si intende affrontare un lavoro così impegnativo.
3. I testi: Il contesto storico. La vita. Gli scritti. Le questioni dell’epochè, dell’intenzionalità, della soggettività, del mondo della vita. Il compito della filosofia nella fenomenologia. Testi E. Husserl, La filosofia come scienza rigorosa, Laterza, Bari 1994. E. Husserl, Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica, a cura di E. Filippini, Einaudi, Torino 1965, pp.65-67. Letture F. De Natale, G. Semerari, Skepsis, Dedalo, Bari 1989. W. Wenders, L’atto di vedere, Ubulibri, Milano 1992, p.43.
4. Contributo alle Finalità formative generali La filosofia, per Husserl, può e deve tornare ad essere una "scienza rigorosa" solo nel momento in cui definisce il proprio specifico dominio e adotta un metodo originale, non assimilabile a quello scientifico, che caratterizzi in modo immediato la diversa natura del lavoro filosofico. Assumendo questo punto di partenza, chiarito sin dalle premesse, la fenomenologia può diventare spunto educativo per una riflessione sul senso della ricerca razionale nella vita, può sollecitare la curiosità e l'interesse per la ricerca di una conoscenza alternativa al sapere scientifico, ma con uguale legittimità; anche relativamente alla propria esperienza personale può diventare un modello di "educazione alla ricerca" dalla forte valenza affettiva.
5. Finalità formative specifiche
Obiettivi cognitivi Alla fine del modulo lo studente deve essere in grado di:
6. Operazioni sul testo:suggerimenti operativi Le operazioni sul testo devono essere precedute da un quadro introduttivo proposto eventualmente attraverso la classica lezione frontale. È opportuno indicare il contesto storico in cui nasce l'opera ( la Germania del primo Novecento), la vita e il pensiero di Edmund Husserl (facendo riferimento all'evoluzione della fenomenologia husserliana attraverso le diverse opere che ha scritto, dal soggettivismo al mondo della vita), i nessi culturali e filosofici che costituiscono lo sfondo ineliminabile in cui si sviluppa la fenomenologia (il confronto con la questione della verità del positivismo tedesco, il dibattito tra logicisti e e psicologisti sulla natura e la genesi dei concetti, il successo delle metodologie storico-sociali). E' importante che gli studenti conoscano anticipatamente le operazioni da svolgere sul testo e gli obiettivi da raggiungere, affinché siano coinvolti nel processo di valutazione e auto-valutazione del proprio lavoro, per lo sviluppo della capacità autocritica. « Si tratta in sostanza di giustificare il perché della scelta di un determinato testo e il senso che essa [ ndr la prassi didattica ] assume nel lavoro quotidiano in classe ». La lettura del testo quindi può procedere tenendo conto dei differenti livelli di analisi.
- Livello semantico. Chi parla e che cosa dice. Ci introduce alla conoscenza dei contenuti essenziali del testo e alla loro comprensione. E' utile compiere una preliminare paragrafazione del testo, per scandire con maggiore chiarezza i passaggi decisivi del saggio, da evidenziare preferibilmente con titoli appropriati. Se per esempio si esamina la parte introduttiva si possono suggerire alcuni punti essenziali da individuare: A) mittente/destinatario: Husserl scrive nel 1911 per la rivista "Logos", polemizzando contro le tendenze dominanti delle filosofie coeve, il naturalismo e lo storicismo; B) problema filosofico discusso: crisi della filosofia priva di solide basi scientifiche; problema della filosofia che non è ancora scienza, “essa come scienza non ha ancora avuto inizio", p.5; C) scopo dominante del testo: la ricerca di una svolta " animata dall'intenzione di una rifondazione della filosofia nel senso di una scienza rigorosa", p. 11; D) trama concettuale: attraverso la critica al naturalismo e allo storicismo Husserl cerca di definire il campo di ricerca proprio della filosofia e un metodo di indagine pertinente. L'individuazione di parole chiave, di frasi significative, di definizioni efficaci, consente inoltre di puntualizzare il lessico proprio della fenomenologia. In questa fase si cerca di delineare la comprensione del senso generale del brano letto attraverso la scansione dei passaggi salienti.
- Livello sintattico. Come Husserl parla: forme e mezzi. « La sintassi di un brano, di un testo, di un libro permette di cogliere le coordinate di un pensiero "ordinato", la sua trama , la razionalità che in questo modo può passare dall'autore al lettore ». La lettura del testo può avvenire secondo due operazioni: l'analisi e la sintesi. L'analisi è il momento della destrutturazione del brano e consente di chiarire i diversi passaggi della trama. Anche in questo caso si possono suggerire determinate operazioni sul testo. Vediamone qualcuna:
7. Metodi e strumenti.
Sussidi audiovisivi : visione del film di Wim Wenders Il cielo sopra Berlino per tentare di realizzare un’esperienza di filosofia. Il tema degli angeli, integrato da alcune considerazioni del regista sul valore di verità dell’immagine, introduce una discussione sul confine tra verità e immaginazione affrontato attraverso l’applicazione del metodo fenomenologico.
8. Spazi e tempi
9.A proposito di metodi e di strumenti. Riflessioni e suggerimenti operativi
Alla nuova esigenza di una filosofia che sia in grado di: « dotare tutti i giovani di strumenti adeguati alla ragionevole costruzione di una soggettività propositiva e critica », corrisponde una vasta gamma di proposte di metodi e strumenti didattici da poter utilizzare in classe. Emerge la centralità del “fare un’esperienza di filosofia”, che può essere realizzata in molteplici modi. In questo modulo una prima esperienza di filosofia si traduce nella lettura del testo, ma può essere interessante ricorrere anche ad altre forme di mediazione tra il piano cognitivo del sapere filosofico e il mondo della vita degli studenti. Vedere un film come Il cielo sopra Berlino, che parla degli angeli e dell’amore, può offrire lo spunto per parlare dell’esperienza personale della verità, del rapporto tra l’io e la realtà, un tema apparentemente distante dalla trama del film, ma non poi così lontano se si leggono le parole del regista Wim Wenders :
« Trovo straordinario che l’immagine, diversamente dal pensiero, non imponga alcuna opinione alle cose . In ogni operazione del pensiero è sempre implicito anche un giudizio sugli oggetti, sugli uomini, su una città o su un paesaggio. Il vedere invece trascende dalle opinioni. Guardando una persona, un oggetto o il mondo, noi sviluppiamo un rapporto autentico, un’attitudine sganciata da qualsiasi giudizio, in fondo percepiamo a livello puro. L’atto del vedere è percezione e verifica del reale, ovvero un fenomeno che ha a che fare con la verità, molto più del pensiero, nel quale invece ci smarriamo più facilmente allontanandoci dal reale. Per me, vedere significa sempre immergersi nel mondo; pensare, invece, prenderne le distanze. E dato che la mia mente funziona soprattutto a livello intuitivo, l’immagine è per me la forma espressiva e ricettiva per eccellenza».
Come utilizzare il metodo fenomenologico in questa esperienza? Un’idea potrebbe essere quella di partire da un tema, “ la verità” per esempio, e cercare di darne una definizione personale e ragionata confrontandosi con la questione così come può essere affrontata dalla fenomenologia, così come può essere raccontata da un film sugli angeli, così come può essere vissuta in prima persona. Il confine tra verità e immaginazione, il confronto tra la parola della fenomenologia e l’immagine del film, la commistione tra esperienza estetica ed esperienza filosofica possono diventare momenti di approfondimento di senso e di valore che ciascuno può praticare nell’esperienza del dialogo in classe. L’esperienza vissuta di ognuno, studente ma anche docente, viene in questo modo valorizzata e integrata in un percorso di più ampio respiro, che non è semplicemente emotivo, ma chiama in causa le modalità razionali del discorso filosofico, la natura egoica che lo contraddistingue. Applicare l’epochè potrebbe significare immaginare una definizione di tale concetto, spogliato di tutte le sfaccettature particolari che emergono in un confronto in classe, tesa ad individuare l’essedenza della verità. Attraverso l’esperienza estetica, il film, è possibile l’avvio di quel processo di strutturazione dell’io stimolato dal rapporto con gli altri con i quali ci si confronta attraverso il dialogo, e di configurazione della propria personalità attraverso un’indagine profonda del senso che questa esperienza significa per sé stessi.
10. Verifica e valutazione La questione della verifica e della relativa valutazione non è semplicemente un problema di natura didattica, ma implica l’interpretazione complessiva dell’attività di formazione. La valutazione deve tener conto di un insegnamento che coniughi tanto il concetto di “istruzione”, come trasmissione delle conoscenze, quanto il concetto di “educazione” come trasmissione dei valori. La verifica richiede l’acquisizione della competenza valutativa, intesa come modalità di controllo dei processi di apprendimento, per modificare in itinere la programmazione degli interventi educativi. Valutare significa mobilitare le risorse scolastiche per attivare percorsi promozionali, valorizzanti, responsabilizzanti, nell’ottica della intenzionalità educativa. Valutare significa anche autovalutarsi, verificare l’efficacia della propria azione didattica. Riprendendo dunque lo schema degli obiettivi, poiché il modulo è stato incentrato sulla lettura de La filosofia come scienza rigorosa finalizzata ad individuare il problema della fenomenologia e il metodo dell’epochè, la valutazione, attraverso momenti di verifica, dovrà tener conto dei diversi settori dell’apprendimento.
11. Conclusioni Il progetto di un modulo incentrato sulla lettura de La filosofia come scienza rigorosa, è stato l’occasione di una riflessione più ampia sulle questioni dibattute nei recenti studi di didattica teorica. Il modulo è il momento di raccordo tra la ricchezza euristica di senso, significato, interrogativi posti dal mondo della filosofia e il tentativo di una strategia didattica tesa all’acquisizione di conoscenze, abilità, competenze che possano essere significative, coinvolgenti, sistematiche, stabili, orientative. L’incontro con il pensiero di Husserl, attraverso la lettura di una sua opera, può realizzare l’esperienza di un vero “confilosofare” solo se si attivano condizioni favorevoli nel gruppo-classe attraverso un progetto mirato, che tenga conto di obiettivi e contenuti tesi a traguardi formativi sempre più avanzati. La fenomenologia, come studio delle essenze, traccia un nuovo modo di imparare a vedere le cose attraverso la riduzione trascendentale, scopre la capacità della coscienza intenzionale di vedere le essenze, le forme permanenti di ciò che è vissuto nella coscienza. Alla luce di quanto premesso si capisce bene come la fenomenologia possa sollecitare un autentico scambio tra filosofia e mondo della vita: la filosofia come analisi del modo d’essere dell’uomo, della coscienza da cui si origina il mondo della conoscenza e della vita; il tentativo di Husserl di rifondare una razionalità filosofica radicata nel mondo della vita per superare la crisi delle scienze; la novità dell’atteggiamento fenomenologico che lascia apparire le cose per metterle veramente in luce, sono solo alcuni dei temi di grande attualità che offrono lo spunto per ulteriori ricerche e riflessioni L’atteggiamento fenomenologico è il cogliersi fuori del mondo naturale, come una soggettività trascendentale, cioè come senso del mondo. L’ibridazione tra linguaggi diversi, la pratica di una pluralità di giochi estetici e filosofici, non toglie alla filosofia la specificità razionale , ermeneutica, ed epistemologica che da sempre le appartiene. Al contrario, l’ausilio di mezzi audiovisivi che stimolano al dialogo con forme espressive differenti, anche non verbali, e forse proprio per questo più vicine all’orizzonte di vita dei ragazzi, possono arricchire di nuovo significato il valore della ricerca filosofica. Fare filosofia in classe diventa l’occasione per approfondire ulteriormente quella domanda di senso che è sempre implicita e urgente nella filosofia e nella vita. L’esperienza estetica coinvolge in modo più efficace la motivazione all’apprendere, è un’immersione in un mondo di senso ricco di sfumature, talvolta improbabili o apparentemente distanti dal rigore del linguaggio filosofico, ma che proprio per questo possono diventare stimolo e arricchimento al compito egoico del lavoro filosofico. La fenomenologia può realizzare in modo stimolante l’incontro tra mondo della filosofia e mondo della vita, offrendo la prospettiva di uno sguardo diverso sul reale, uno sguardo che coinvolge la dimensione cognitiva dell’essenza e la dimensione affettiva dell’esistere. Bibliografia - AA.VV., Le conoscenze fondamentali per l’apprendimento dei giovani nella scuola italiana nei prossimi decenni. I materiali della Commissione dei Saggi, « Studi e documenti degli Annali della Pubblica Istruzione», Le Monier, Firenze 1997. - AA. VV., Piani di studio nella scuola secondaria superiore e programmi dei trienni. 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