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Comunicazione Filosofica n. 10 - maggio 2002

 

La Scuola d’Atene: un modello didattico iconologico

di Federica Sgarbi 

il cosmo fisico è un’immagine del modello intelligibile”
 (Platone, Timeo, 29 b – c ss.)

non cercare la precisione allo stesso modo in tutte le cose, ma cercarla in ciascun caso particolare secondo la materia che ne è il soggetto e per quel tanto che è proprio di quella determinata ricerca” 

(Aristotele, Etica nicomachea, I, 7,1098 a )

“Ma affinché io chiarisca anche meglio ciò che voglio dire, seguitemi per questa via. Imitazione, in fin de’ conti, ed immagine, ecco ciò che necessariamente credo siano tutti i nostri discorsi; ma le riproduzioni, che i pittori ci danno dei corpi divini ed umani, guardiamoli sotto il rispetto della facilità e difficoltà < loro > nel sembrare, a chi le contempli, delle imitazioni ben riuscite.”

(Platone, Crizia, 107 b – c)

 

Il primo approccio che si ha con una disciplina è sempre delicato, perché, in genere, influenza profondamente il rapporto che si avrà con questa. Se si vuol far amare le filosofia, è necessario, oltre l’entusiasmo nell’illustrarla, chiarire prontamente di cosa essa tratti in modo efficace e, possibilmente, originale. Il compito è assai arduo, visto che trasmettere l’“amore per la sapienza” è già complicato, figuriamoci doverlo fare entro i limiti che lo spazio scolastico, più o meno giustamente, impone.

 Il progetto qui proposto, già sperimentato, mira al perseguimento di tali obiettivi e si presta all’inserimento nella programmazione delle classi terze, ambito in cui la filosofia comincia ad essere trasmessa in modo scolastico e sistematico. Il modello di tale progetto si rifà ad una delle più note e usate vie divulgative: la pittura.

Non ho intenzione di soffermarmi sugli aspetti che agevolano l’interazione didattica, tuttavia risulta utile, per una buona realizzazione, riflettere sull’importanza che questi hanno. Infatti, qualsiasi azione istruttiva s’inserisce in un particolare contesto e viene organizzata secondo una particolare metodologia: entrambi devono essere ben inquadrati, per attuare la proposta del presente lavoro, basata sulla convinzione secondo cui la filosofia possa entusiasmare, oggi come ieri, le fertili menti degli studenti.

Sul piano contestuale, esso richiederà, da parte del docente, competenza, chiarezza, maturità, socievolezza e, soprattutto, entusiasmo per la disciplina, necessari al fine di suscitare attenzione e interesse nei soggetti destinatari dell’azione didattica.

Sul piano metodologico, il progetto prevedrà una programmazione delle modalità didattiche (scelta degli argomenti, dei modelli, dei criteri d’insegnamento, degli strumenti e dei tempi), degli strumenti d’apprendimento fruibili dagli alunni (testi, dispense, consultazione multimediale, ecc.) e delle modalità di valutazione[1].

 

Filosofia: stereotipi e cultura

Un costante stereotipo che si propone a noi docenti di filosofia (e non solo) è l’astrattezza della disciplina: quindi, oltre ad avere il difficile compito di doverla spiegare e, per di più, in tempi ristretti, dobbiamo scontrarci, quotidianamente, con pregiudizi che la deturpano. Credo sia efficace, al fine di ridurre tali spiacevoli inconvenienti, offrire preliminarmente una corretta definizione della disciplina, procedendo secondo un’azione che prevede 3 momenti essenziali:

 

1) ricerca autonoma dei singoli studenti della definizione del termine filosofia, secondo i diversi strumenti fruibili (testi, dispense, mezzi multimediali): non uniformare i canali d’informazione, infatti, può portare a risultati più ricchi;

 

2) confronto, in classe, dei dati raccolti e puntualizzazione degli aspetti caratterizzanti fondamentali;

 

3) ricostruzione, in classe, di una definizione di filosofia, espressa secondo una chiara e recepibile terminologia.

 

Una volta fissata la concezione base e tradizionale del termine, si potrà evidenziare il fatto che la filosofia, nell’odierno contesto scolastico, può essere considerata secondo due accezioni alternative:

 

1) lettura e studio diretto dei testi filosofici, volti a stimolare le capacità critiche dei ragazzi;

 

2) resoconto prettamente manualistico e storico della cultura filosofica.

 

La Scuola d’Atene

 

Propendendo decisamente per l’incoraggiamento della spinta conoscitiva degli studenti, sono portata a cercare di fornire, estrapolandoli dalla disciplina stessa, strategie e strumenti volti ad accrescere e indirizzare tale spinta: la “scuola” è luogo, nel presente come lo era nel passato, d’istruzione e di educazione.

Se si vuol definire il complesso sistema costitutivo del programma di filosofia della classe terza, è necessario chiarire in modo preciso il termine SCUOLA, almeno nell’accezione filosofica più antica: quella ateniese.

L’“amore per la sapienza” e il suo insito processo dialettico prevede due condizioni: una di riflessione personale e una di confronto interpersonale, che da molti, compreso il progetto Brocca, viene giustamente incoraggiato. L’importanza di questo confronto deve essere ben esplicitata agli studenti, così come il contesto in cui avveniva al momento della nascita della filosofia, visto che, nell’applicazione moderna, l’esemplificazione è, per loro, quotidiana.

I momenti di introduzione e chiarimento di tale questione possono essere così riassunti:

 

1) presentazione del concetto di scuola nell’antica Atene;

 

2) ricostruzione del rapporto insegnante - allievo nell’antica Atene;

 

3) introduzione alla Scuola d’Atene intesa come Accademia.

 

L’“altra” Scuola d’Atene

 

I modelli didattici dell’ambito filosofico hanno lo scopo d’incoraggiare l’autonomia del ragionamento negli studenti e, se possibile, trasmettere il fascino che la dimensione filosofica emana.

Il riferimento sicuro è il rapporto diretto con i testi, che, però, può essere strategicamente introdotto e alleggerito da un canale fruibile ed efficace: l’IMMAGINE[2]. Infatti, per ovviare ai noti inconvenienti dei primi approcci con la filosofia, legati allo smarrimento degli alunni per concetti nuovi “astratti”, si può dare un riferimento iconologico, che ha la funzione di guidarli nella complessa “mappa” della Scuola d’Atene. Con l’ausilio di un proiettore si potrà offrire, visivamente, l’intera accademia platonica: meglio se la diapositiva usata è nitida, in modo che i particolari che caratterizzano i filosofi siano ben visibili. Naturalmente siamo consapevoli del fatto che l’immagine non può “esaurire né caratterizzare in modo dominante un ragionamento filosofico, pena lo snaturamento della sua peculiarità disciplinare, ma può arricchire la potenzialità della ricerca”[3].

Si propone, qui di seguito, uno schema che, nella sperimentazione già avvenuta, ha agevolato l’orientamento e il coinvolgimento degli alunni.

 

Schema riassuntivo

-Breve presentazione dell’opera

titolo: Scuola d’Atene;

genere: affresco;

► epoca: 1509-1510 ca.;

collocazione: Roma, Palazzo Vaticano, Stanza della Segnatura;

artista: Raffaello Sanzio da Urbino (1483-1520).

 

-Descrizione dell’opera

Contesto in cui è collocata la scena: un tempio ideale (quello della conoscenza), in cui campeggiano la divinità tutelare delle arti, Apollo, e la divinità tutelare dell’intelligenza, Minerva, quindi, quanto di meglio la razionalità dell’uomo abbia prodotto sulla speculazione intorno alla Verità.

Presentazione dei tre livelli dell’opera:

I° LIVELLO-prima schiera di filosofi, disposta sul piano inferiore della scena;

II° LIVELLO-seconda schiera di filosofi, disposta sul piano rialzato della scena;

III° LIVELLO-livello superiore, che rappresenta la  dimensione mitica, simboleggiata dalle statue di Apollo e Minerva.

Identificazione e caratterizzazione dei filosofi:

I° LIVELLO (dal centro dell’affresco verso l’estremità sinistra: gruppo dei “teorici”):

- ERACLITO (550 ca-480 ca a.C.): in posizione centrale ed isolata.

- PARMENIDE (sec. V° a.C.): si erge dietro Eraclito.

- PITAGORA (570-490 ca a.C.): seduto, con un libro, un calamaio e un pennino, raffigurato nell’atto di annotare, probabilmente, le proprie impressioni riguardo alla figura rappresentata sulla lavagna nera che gli è accanto. Si tratta di un diagramma che mostra sia i rapporti musicali (diatessaron, diapente, diapason), sia la cosiddetta deka, cioè l’insieme dei numeri su cui doveva basarsi l’armonia dell’universo.

- EPICURO (341-271/270 a.C.): incoronato dai pampini, in atto di annotare un libro, appoggiato ad un capitello (la figura potrebbe rappresentare, però, anche Bacco abbracciato da Orfeo, la figura dormiente dietro di lui).

- ZENONE di Elea (sec. V° a.C.): rappresentato, all’estrema sinistra, da un vecchio e un bambino, che simboleggiano l’origine orale della filosofia, legata a racconti mitologici e ai misteri di Orfeo e Bacco (fratello di Apollo).

I° LIVELLO (dal centro dell’affresco, verso l’estremità destra: gruppo degli “empirici”):

- EUCLIDE (sec. IV° a.C.) (o ARCHIMEDE 287-212 a.C.): figura china a terra, nell’atto di proporre una dimostrazione con il compasso, mentre i quattro giovani che lo circondano dimostrano interesse e coinvolgimento.

- TOLOMEO CLAUDIO (sec.II° d.C.): figura incoronata, vestita in giallo e verde, reggente il globo terrestre (la geografia).

- ZOROASTRO (tra il 1000 e il 600 a.C.): figura barbuta, di fronte a Tolomeo, reggente la sfera celeste (l’astronomia); Orfeo (sul lato sinistro) e Zoroastro (sul lato destro), rappresentavano, nel Rinascimento, l’“antica teologia”, le due basi della filosofia.

II° LIVELLO (in posizione centrale):

- DIOGENE di Sinope (410 ca-323 a.C.): (gruppo degli empirici) sdraiato con malagrazia sui gradini, guarda con sospetto dei fogli, presumibilmente i dialoghi platonici giovanili, in cui campeggia la figura di Socrate, di cui Diogene si faceva beffa. Al suo fianco, una ciotola, l’unica cosa che egli possedesse.

II° LIVELLO (dal centro dell’affresco verso l’estremità sinistra):

- PLATONE (428/427-348/347 a.C.): figura anziana barbuta, vestita di marrone e arancio, indica, con la mano destra, la strada che, secondo la sua filosofia, portava al Vero: il cielo, cioè il mondo intelligibile, non empirico. Con l’altra mano regge una delle sue opere, il Timeo, in cui aveva tentato una spiegazione dell’origine del mondo. Nell’affresco la sua testa e quella di Aristotele, sono fra le più piccole raffigurate, ma sono pure le uniche ad avere il cielo come sfondo.

- SOCRATE (470/469-399 a.C.): collocato a sinistra di Platone, di cui fu il maestro, vestito da una mesta tunica e voltato di spalle rispetto alle figure centrali di Platone e Aristotele; lo si riconosce per le fattezze (per le quali Raffaello poté adoperare come modello una testa antica) e per i gesti: egli, infatti, è ritratto nell’atto del dialogare, processo caratteristico della sua filosofia. Fra i discepoli v’è Antistene, il poeta Agatone (per altri Senofonte) e un giovane soldato, probabilmente l’amico Alcibiade. Sembra che un altro discepolo faccia segno di allontanarsi a un bibliotecario che ha accolto uno schiavo muscoloso carico di testi, non funzionali al metodo socratico. Socrate appare ritratto, non casualmente, sotto la statua di Apollo, dio del Sole e dell’armonia, oltre che delle arti, di cui era seguace e da cui era stato proclamato, secondo la leggenda, il più saggio degli uomini.

II° LIVELLO (dal centro dell’affresco verso l’estremità destra):

- ARISTOTELE (384-322 a.C.): figura barbuta, vestita di azzurro, che campeggia nella scena insieme a quella di Platone. Aristotele distende una mano verso il basso, per indicare che la Verità si trova nell’indagine del mondo empirico, naturale; con l’altra mano regge la sua Etica, che espone le esigenze morali dell’uomo, tendenzialmente rivolte ad un valore superiore a quello della natura. Tutt’intorno, a gruppi, si raccolgono scienziati e filosofi assorti nella conversazione o, comunque, in attività speculative.

III° LIVELLO:

- Statua di Apollo (sulla sinistra): dio delle arti, del Sole e dell’armonia.

- Statua di Minerva (sulla destra): dea dell’intelligenza.

 

Il modello didattico iconologico: modalità e motivazioni

La costruzione di un modello didattico implica lo studio di diverse variabili: in questa sede mi limiterò a raccogliere alcuni elementi del modello iconologico proposto e le modalità con cui tale modello può essere utilizzato nella pratica didattica moderna.

PRINCIPALI VARIABILI DEL MODELLO DIDATTICO ICONOLOGICO:

1)      Significato del termine scuola

2)      Significato del termine filosofia

3)      Ruolo del “maestro” di filosofia

4)      Metodologie didattiche

 

ADATTABILITA’ DELLE VARIABILI NELLA  SCUOLA D’ATENE

VARIABILE N° ADATTABILITA’ DELLE VARIABILI NEL CONFRONTO CON L’ESPERIENZA DEGLI ALUNNI

Non esisteva nel senso moderno, l’insegnamento era affidato all’iniziativa privata.

1) Significato del termine scuola Istituto d’istruzione e di educazione

“Amore per la sapienza”   (philêin, amare, e sophia, sapienza). La scena, infatti, è ambientata in un tempio (quello della sapienza), dove campeggiano le divinità dell’intelligenza e delle arti.

2) Significato del termine filosofia

Due accezioni possibili riconosciute oggi nell’ambito scolastico:

1) lettura e studio diretto dei testi filosofici, volti a stimolare le capacità critiche dei ragazzi;

2) resoconto prettamente manualistico e storico della cultura filosofica.

Il “maestro”intratteneva conversazioni educative, simili a dialoghi socratici, quindi, attivava il processo dialettico. A questo proposito, si noti, per esempio, nell’affresco, la figura di Socrate.

3) Ruolo del “maestro” di filosofia Il docente di filosofia, oggi, ha il ruolo d’introdurre e condurre gli alunni nel percorso conoscitivo  filosofico e attivare, in essi, un processo di problematizzazione.

Modello dialogico socratico o processo dialettico, che consta di tre momenti:

1) Confutazione: critica diretta, mediante prove o argomenti circostanziati e puntuali, volta a dimostrare l’infondatezza o l’inconsistenza totale o parziale di qualcosa, convincendo del contrario.

2) Ironia: procedimento didattico per condurre l’interlocutore a  riconoscersi ignorante, a liberarsi dalle false convinzioni o dalla presunzione di sapere.

3) Maieutica: letteralmente, indica l’arte della levatrice; in Socrate e in Platone, indica l’azione che aiuta a riconoscere le verità che maturano nell’animo e che possono, perciò, essere comunicate.

Nell’affresco, si notino, per esempio, Socrate, Platone, Aristotele.

4) Metodologie didattiche

Tra le più usate nel moderno contesto scolastico, troviamo:

-   lezione frontale;

-   lezione interattiva;

-   lezione itinerante;

-   lavoro di gruppo;

-   viaggio d’istruzione;

-   visita guidata;

-   ausilio di diversi strumenti (multimediali, audiovisivi, ecc.).

Sul piano delle modalità, la proposta avanzata è realizzabile in un contesto di elevato grado d’interattività, dove, quindi, l’azione didattica ordinaria cerca di stimolare l’attenzione, l’interesse e la partecipazione degli studenti, oltre che a predisporli ad un’eventuale problematizzazione ed interpretazione degli argomenti trattati.

Le motivazioni, invece, che promuovono l’uso del modello iconologico, si possono così riassumere:

a)  si tratta di un approccio didattico stimolante, proponibile almeno in una contestualizzazione storico-filosofica, poiché si può utilizzare l’affresco come modello  per avvicinare la Scuola d’Atene agli alunni, tramite un’esemplificazione visiva.

b)  Nell’ottica storico-filosofica si tratta di un approccio che agevola la comprensione della Scuola d’Atene e l’“ingresso” in essa, proponendo un’immedesimazione ideologica degli alunni nelle figure dell’affresco.

Il modello iconologico si è ben prestato ad un utilizzo in ambito curricolare e nello schema qui di seguito, se ne propongono i vantaggi e gli svantaggi emersi durante la sperimentazione:

FRUIBILITA’ DEL MODELLO DIDATTICO ICONOLOGICO NELL’AMBITO CURRICOLARE

VANTAGGI

1) Permette agli alunni di fissare i protagonisti della Scuola d’Atene, grazie al supporto visivo.

2) Agevola la caratterizzazione dei filosofi ritratti nell’affresco, poiché, in esso, ciascuno è contraddistinto da un particolare (la posizione, un oggetto, ecc.).

3) Permette un approccio stimolante e originale con la disciplina.

4) Costituisce un’esemplificazione di lavoro interdisciplinare, suggerendo il carattere poliedrico della cultura filosofica.

  SVANTAGGI

1) Può risultare difficile chiarire, con una sola e sintetica presentazione  “filosofica”, il rapporto tra i vari pensatori raffigurati nell’affresco.

2) La necessità di rispettare lo spazio ritagliato per l’analisi dell’affresco, può limitare la piena espressività degli alunni.

Il modello didattico iconologico, imperniato esclusivamente sull’affresco di Raffaello, ha funzione puramente introduttiva, di conseguenza si consiglia di limitare la sua sperimentazione a quattro o cinque lezioni, pari ad un numero complessivo di 7-8 ore. Eventualmente, per evitare le possibili angustie legate all’impiego del tempo, si può provvedere ad alternare l’illustrazione dell’immagine alla spiegazione filosofica: per esempio, si può dedicare una lezione alla descrizione della figura di Socrate e di quelle che la circondano, soffermandosi sulla posizione, l’atteggiamento, gli oggetti (elementi simbolici caratterizzanti) e, la lezione successiva, presentarne il pensiero e puntualizzare la corrispondenza tra esso e la caratterizzazione iconologica dei filosofi.

L’esemplificazione può essere così sintetizzata:

CONTESTO FIGURATIVO

Socrate è ritratto nell’atto di dialogare.

Un suo discepolo fa segno di allontanarsi ad un bibliotecario che ha accolto uno schiavo muscoloso carico di volumi.

Socrate è ritratto sotto la statua di Apollo, dio del Sole e dell’armonia, oltre che delle arti.

 

―►

 

 

―►

 

 

―►

CONTESTO FILOSOFICO

Il processo dialogico è caratteristico della filosofia socratica.

I libri non erano congeniali al metodo socratico: il filosofo, infatti, riteneva che la scrittura potesse ostacolare l’indagine filosofica.

Socrate era seguace del dio Apollo e da lui era stato proclamato, secondo la leggenda, il più saggio degli uomini.

 

Conclusioni

Il modello didattico iconologico si propone di assolvere a due compiti fondamentali: introdurre gli alunni nella dimensione ideologica della Scuola d’Atene e proporre un approccio originale e alternativo alla disciplina filosofica, al fine di creare, per essa, un interesse che si spera sia, poi, perpetrato.

Come ha, giustamente, osservato Mario Trombino “entrare nel mondo filosofico dei pensieri di un filosofo implica un processo di comunicazione, ma questa può avvenire solo sulla base di un linguaggio comune. Poiché questa base manca (perché lo studente ha un suo linguaggio e i filosofi ne hanno molti, diversi tra loro e diversi da quello dello studente), essa va costruita attraverso l’azione didattica. La regola è: mai imporre agli studenti di acquisire il nuovo linguaggio tradendo il proprio (si innescano legittime reazioni di rigetto). […] Segnalo, a questo proposito, l’importanza dei linguaggi giovanili non verbali, che per molti possono essere un veicolo per innescare un circolo virtuoso tra espressione e comprensione. Le esperienze di recupero in questa direzione sono interessanti.

Si tenga presente, tra l’altro, quante pagine dei filosofi sono facilmente traducibili - e sono state tradotte - in linguaggi non verbali. Si tenga presente quanta filosofia è possibile apprendere osservando con occhi attenti la metafisica della luce divenuta luce in una cattedrale gotica, quanta filosofia rinascimentale è nella Primavera degli Uffizi…”[4]. Anche la Scuola d’Atene di Raffaello, quindi, può essere un modo per diffondere la filosofia.

L’importanza dell’interattività didattica dei media audiovisivi è testimoniata, soprattutto, dalla creazione dell’Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche (EMSF), nata dalla collaborazione di alcune tra le più note e importanti agenzie di ricerca, cultura ed educazione italiane: l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana e il Dipartimento Scuola Educazione della Rai. Concordo con Fulvio Cesare Manara che, circa l’argomento, ha affermato “il medium audiovisivo può costituire un nuovo ambiente per l’apprendimento e per l’interazione educativa”[5] e, quindi, anche un’alternativa per coinvolgere i ragazzi nello studio e nella riflessione filosofica.

 

 

Scuola d’Atene. Affresco,1509-1510 ca. Roma, Palazzo Vaticano, Stanza della Segnatura

 

Bibliografia relativa all’uso delle immagini nella didattica della filosofia

 

AA.VV., Insegnare e apprendere a fare esperienze di filosofia in classe, a cura di M. De Pasquale, G. Laterza Editore, Bari 1996

 

De Pasquale Mario

  • Didattica della filosofia. La funzione egoica del filosofare, Franco Angeli, Milano 1994

 

Manara Fulvio Cesare

  • Insegnamento della filosofia e comunicazione multimediale, in «Bollettino della Società Filosofica Italiana», n° 153 (set.- dic. 1994), pp.33-48
  • Didattica della filosofia e comunicazione multimediale, in Comunicazione filosofica n.2, novembre 1997 (http://lgxserver.uniba.it/lei/sfi/cf/)
  • Per un “Laboratorio di Filosofia”, in M. De Pasquale, Filosofia per tutti, Milano, Angeli, 1998, 2° ed. 2000

 

Trombino Mario

Bibliografia relativa allo studio filosofico della “Scuola di Atene” di Raffaello

Brandt Reinhard, La filosofia nella pittura, intervista del 21/12/94, in archivio EMSF (http://www.emsf.rai.it/interviste/interviste.asp?d=163)

Reale Giovanni, Raffaello. La “Scuola di Atene”, Una nuova interpretazione dell’affresco, con il cartone a fronte, Rusconi, Milano 1997 


[1] Per le strategie didattiche rimando alla bibliografia relativa all’uso delle immagini nella didattica della filosofia, segnalata a pag. 9.

[2] “Parole, suoni e immagini sono linguaggi e forme attraverso cui il pensiero si elabora e prende consistenza: parole, suoni e immagini si incontrano, si intersecano nella nostra esperienza comunicativa” -  Fulvio Cesare Manara, Didattica della filosofia e comunicazione multimediale, in Comunicazione filosofica n° 2.

[3] Mario De Pasquale, La metafora e il pensiero per immagini nel testo filosofico. Introduzione all’articolo di F. Cossutta, in Comunicazione filosofica n° 2.

[4] Mario Trombino, La ricerca teorica in didattica della filosofia. Lezioni e conferenze. – Costruire un percorso in un autore, in Studi di didattica teorica della filosofia.

[5] Fulvio Cesare Manara, Didattica della filosofia e comunicazione multimediale, in Comunicazione filosofica n° 2.