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Comunicazione Filosofica n. 10 - maggio 2002

 

L’IPERTESTO: DA STRUMENTO A METODO DIDATTICO

Francesco Dipalo, liceo classico M.T. Varrone, Rieti

 

Negli scorsi numeri Comunicazione Filosofica si è arricchita di numerosi ipertesti, visitabili nell’apposito archivio del sito sfi. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di ipertesti confezionati da docenti per l’utilizzo didattico, con una precisa ripartizione in moduli ed unità didattiche, che rimandano ad altrettanti testi filosofici selezionati dagli autori in funzione di un percorso da svolgersi durante l’anno scolastico. Mi riferisco, in particolare, a Un percorso didattico sulla rivoluzione scientifica a cura di F. Costanzo, E. De Palma, C. Lazzarato (Comunicazione Filosofica n. 2 - Novembre 1997) e a Cosa si nasconde dietro l'apparente trasparenza della ragione? di C. Lazzarato (Comunicazione Filosofica n. 4 - Dicembre 1998).

L’ipertesto che trovate pubblicato all’indirizzo www.infit.it/liceo/3_ipertesto/ (Società vs individuo. Totalitarismi, democrazie, marxismi, globalizzazione. Un percorso attraverso la storiografia e la letteratura storica e filosofica del novecento) è ispirato ad una diversa metodologia didattica, che coinvolge e chiama in causa direttamente gli studenti, coordinati ed assistiti dal docente di storia e filosofia. Il lavoro è stato realizzato nella terza liceale sezione D del liceo classico M.T. Varrone di Rieti durante l’anno scolastico 2001-2002 e ha visto impegnata l’intera classe, al termine di un percorso di studio storico e filosofico inserito nel più ampio contesto del progetto multidisciplinare Il rapporto tra società ed individuo.

Va notato, innanzitutto, che la realizzazione dell’ipertesto e la sua pubblicazione online seguono l’attività svolta in classe, ossia ne sono un diretto prodotto. Lo schema ricalca, grosso modo, quanto stabilito dall’insegnante in sede di programmazione disciplinare e multidisciplinare, ma è andato modificandosi e riadattandosi in fieri con il contributo progettuale degli stessi studenti. Parallelamente allo svolgimento del programma di storia e filosofia incentrato sul Novecento, all’inizio del secondo quadrimestre si è chiesto alla classe (23 alunni) di suddividersi in sei gruppi, ciascuno coordinato da un responsabile, chiamato a relazionare periodicamente sull’avanzamento dei lavori. Gli argomenti da affrontare erano i seguenti: fascismo, nazismo, marxismo e stalinismo, democrazie, teorie economiche, riflessione filosofico-politica. I gruppi si sono formati ed organizzati spontaneamente e le aree di studio sono state ripartite tenendo conto, il più possibile, degli interessi dei singoli.

In questo modo, si voleva motivare i ragazzi ad approfondire, in autonomia, alcuni argomenti, e dare a ciascuno la possibilità di veicolare agli altri con mezzi linguistici e concettuali appropriati il frutto del proprio lavoro. La motivazione da sviluppare era quella di rompere gli angusti confini dello studio scolastico, spesso finalizzato alla sola valutazione sommativa e, quindi, autoreferenziale, con la consapevolezza di svolgere un compito utile alla collettività, la classe, in prima istanza, la più larga ed anonima comunità di Internet, in seconda istanza. In poche parole, si voleva mostrar loro, concretamente, qual è il senso del pubblicare e del comunicare (in ambito storico-filosofico), attraverso una precisa assunzione di responsabilità: dalla migliore o peggiore resa del mio impegno intellettivo, espressivo e di ricerca, dipende la maggiore o minore fruibilità ed utilità dello stesso e, viceversa, da quella dei compagni dipende la mia (critica ed autocritica non devono mai procedere disgiunte).

La scelta del materiale da esaminare e recensire ha coinvolto docente e studenti. Da una parte e dall’altra, si è proceduto ad individuare fonti storiche, testi storiografici e filosofici che rispondessero al livello di apprendimento della classe e non fossero troppo vasti. La ricerca è stata condotta in biblioteca (anche quella personale del prof), sui libri in adozione e su alcuni quotidiani, integrando il tutto con la navigazione telematica. Al docente, evidentemente, l’ultima parola sulla idoneità o meno dei testi da recensire e rielaborare.

Si è detto prima, che questa attività è proceduta parallelamente al normale svolgimento delle lezioni. Il tempo – che, come i colleghi ben sanno, è sempre avaro, soprattutto all’ultimo anno di liceo – è stato, per così dire, integrato sempre per via telematica. Il prof ha potuto spesso seguire l’avanzamento dei lavori ed assistere i singoli alunni - difficoltà ermeneutiche, dubbi metologici e quant’altro – istituendo una sorta di ricevimento e di consulenza pomeridiana via posta elettronica (vedi il web didattico all’indirizzo www.infit.it/liceo/). Con lo stesso mezzo (o con floppy disk) si è provveduto a raccogliere i vari articoli (scritti in Word per Windows, programma largamente diffuso tra gli studenti dotati di PC casalingo, la stragrande maggioranza della classe, come risultava da un preliminare sondaggio) man mano che venivano portati a termine. Ovviamente, ci si è imposti un preciso termine temporale (metà aprile) entro il quale le relazioni di ciascun gruppo dovessero pervenire al prof, per la correzione e la valutazione formativa.

Dopo aver esaurito la fase di verifica (due settimane circa) e averne comunicato gli esiti, il materiale collezionato è stato organizzato in un indice ipertestuale, suddiviso per aree di interesse, e si è dato avvio alla sua pubblicazione online.

Per rendere più interessante e gradevole la consultazione, si è provveduto ad integrare i testi con un minimo di elementi grafici (sfondi e formattazione ad hoc), visivi (fotografie di contenuto storico ed artistico prelevate dalla rete) e sonori (temi di musiche particolarmente significative per la storia e la cultura del Novecento, dall’inno dell’Internazionale socialista, al contenuto pacifista di Imagine (John Lennon) e Blowing in the wind (Bob Dylan). Al lettore-cybernauta il giudizio sulla resa (contenuti e forma).

Al momento in cui si scrive, l’ipertesto è stato inserito nel Documento del 15 maggio e costituisce un valido supporto (a detta degli studenti) per il ripasso e l’approfondimento dei programmi di storia e filosofia in vista dell’esame di stato.

La realizzazione in corso d’opera del lavoro ipertestuale e la sua natura sperimentale fanno sì che una serie di obiettivi (collaterali ma non per questo meno fondanti) e di considerazioni metodologiche vengano, in questa sede, formulate a posteriori.

Innanzitutto, segnalerei la dimensione sociale e collaborativa del progetto, utile, soprattutto, in classi dove spiccano singole individualità a scapito di un nutrito gruppo di persone che tende a rimanere sullo sfondo, pur svolgendo diligentemente la “normale amministrazione”. Il modello organizzativo al quale ci si è liberamente ispirati nelle varie fasi del lavoro è quello della redazione giornalistica, nella quale si imparano regole elementari quali il rispetto dei tempi e degli spazi, la priorità del tutto sulla parte, del gruppo sull’individuo, il funzionamento delle gerarchie organizzative, la confezione di un prodotto che funzioni, ecc.

In secondo luogo, lo stimolo a studiare facendo, entrando cioè in diretto contatto con fonti, testi ed interpretazioni, che spesso vengono sacrificate alla semplice lettura del manuale in vista dell’ “interrogazione” (sia per mancanza di tempo che di motivazioni: i ragazzi vanno aiutati a maturare la consapevolezza che leggere un testo significa interrogarlo e vagliarne criticamente senso e contenuti).

In terzo luogo, l’utilizzo degli strumenti informatici e telematici, che prefigurano standard comunicativi ed organizzativi con i quali, all’università o nel mondo lavorativo, il giovane sarà senz’altro chiamato a misurarsi. A questo proposito, è importante che sin dal liceo ne impari a conoscere e ad apprezzare le potenzialità, in stretta connessione con il senso e la consapevolezza critica di quello che effettivamente si può e si deve fare. Si corre il rischio, al giorno d’oggi, che l’utilizzo sempre pressante e propagandato delle nuove tecnologie divenga fine a sé stesso, provocando un’inversione o una confusione di mezzi e fini (quello che conta non è Internet o il computer ma quello che ci ho fatto io, la mia fatica, le mie conquiste umane ed intellettive).

Last but not least (soprattutto per i fini, assolutamente pratici di chi è impegnato nel ripasso in vista dell’esame), gli studenti, grazie ad una mutua e proficua collaborazione, si ritrovano pronte una serie di sintesi, visionate ed approvate da chi li valuterà, che riducono in maniera consistente la mole di pagine di libro e di sudate carte che dovranno sobbarcarsi nel prossimo mese. Per molti di loro, inoltre, la partecipazione alla costruzione dell’ipertesto rappresenta uno spunto concreto per l’argomento della famigerata (almeno come viene comunemente intesa e vissuta) tesina e un modello di realizzazione della stessa al computer.

La sperimentazione, se possibile, andrà avanti anche nel prossimo anno scolastico. Per questo invito tutti i colleghi che fossero interessati a inviarmi (francescod@infit.it) commenti e critiche, cui non mancherò di rispondere.