Torna al sommario di Comunicazione Filosofica Comunicazione Filosofica n. 10 - maggio 2002
LE OLIMPIADI DI FILOSOFIA Antonio Cosentino
La X Olimpiade di filosofia si è svolta a Tokio nei giorni 13-15 maggio 2002, ospitata nella sede dell’Università delle Nazioni Unite. Vi hanno preso parte i seguenti 15 paesi: 1) Argentina, 2) Bulgaria, 3) Corea, 4) Finlandia, 5) Germania, 6) Giappone, 7) Italia, 8) Lituania, 9) Polonia, 10) Romania, 11) Russia, 12) Slovenia, 13) Turchia, 14) Ucraina, 15) Ungheria. La commissione internazionale composta dai docenti accompagnatori e il Comitato organizzatore presieduto dalla prof.ssa Ioanna Kucuradi, presidente FISP (Federazione Internazionali delle Società Filosofiche), a conclusione delle operazioni di valutazione dei saggi, ha formulato la seguente graduatoria dei primi dieci classificati (Le posizioni successive non sono state graduate): 1.Silvia Crupano (Italia) 2.Claudia Cristina Serban (Romania) 3.Aksa Pettersson (Finlandia) 4.Conrad Mummert (Germania) 5.Paolo Strati (Italia) 6.Aljosa Jemec (Slovenia) 7.Patrycja Kisielinska (Polonia) 8.Florencia Di Rocco (Argentina) Helena Sorva (Finlandia) 9.Mark Papp (Ungheria) 10.Philipp Lamprecht (Germania) Menzione speciale: Deniz Gunce Demirhisar (Turchia) La gara internazionale dell’Olimpiade di filosofia, che si tiene ogni anno agli inizi di Maggio, conclude la serie di attività che vengono organizzate, nella maggior parte dei paesi partecipanti, durante il corso dell’anno scolastico e consistenti in “eliminatorie” di diverso livello (di singolo istituto scolastico, locale, regionale, nazionale). In molti casi, la parte nazionale dell’Olimpiade assume particolare importanza dal punto di vista culturale e pedagogico. In Argentina, per esempio, intorno all’Olimpiade ha preso forma, col patrocinio dell’UNESCO, un progetto di cooperazione e di interazione tra Università, Ministero dell’istruzione e scuole che ha obiettivi di aggiornamento dei docenti, di orientamento didattico per l’insegnamento della filosofia ed è occasione di dibattito culturale. La preparazione degli studenti per partecipare alla gara rappresenta un impegno di ricerca e di elaborazione tematica in cui si incontrano Università e mondo della scuola con la produzione di materiali scientifici (bibliografie, guide, saggi), l’organizzazione di attività seminariali e l’animazione di riflessioni comuni su temi di didattica dell’insegnamento della filosofia. In altri paesi in cui questo insegnamento è assente (o quasi) dai curricoli della scuola secondaria, l’esperienza di partecipazione all’Olimpiade viene vissuta come sfida e come proposta, da far valere di fronte ai governi, a sostegno dell’insegnamento della filosofia: è il caso, in particolare, del Giappone, della Russia, degli Stati Uniti. Non a caso, dopo essere rimasta in area europea fin dalla prima edizione del 1993 (Bulgaria), l’organizzazione dell’Olimpiade ha avuto la sua edizione nordamericana lo scorso anno (Philadelphia) e, quest’anno, quella giapponese. Già queste annotazioni suggeriscono il “senso” che vuole avere, fin dal suo nascere, questa manifestazione internazionale dedicata alla filosofia e al suo insegnamento. Non già sterile “competizione eristica” tra pochi studenti particolarmente votati alla speculazione, ma “gioco” ispirato ai valori del dialogo e della ricerca riflessiva; confronto multiculturale che guarda alla tradizione filosofica dell’Occidente (e le sue diverse interpretazioni) come suo orizzonte linguistico-discorsivo, come strumentario categoriale, come deposito di idee e di significati a cui attingere per non interrompere la riflessione sui problemi dell’umanità. A voler rilevare altri “sensi” dell’Olimpiade, per uno studente della scuola secondaria che deve scrivere il suo saggio filosofico in seconda lingua (inglese, francese o tedesco) e deve misurarsi con studenti di altre scuole e, infine, di altri paesi, uno degli effetti della partecipazione all’Olimpiade è quello di una percezione più “descolarizzata” della filosofia. Il risultato è quello di proiettare il discorso filosofico e il suo valore comunicativo oltre le pareti della classe, al di là dell’impianto di “materia scolastica”, verso lo spazio in cui può prendere l’avvio una riflessione autonoma, ma non arbitraria, su questioni di attualità relative a problemi generali di etica, di estetica, di epistemologia, sapendo di parlare di fronte ad un uditorio potenzialmente internazionale. Questa proiezione può avere due corollari diversi. Per un verso può indurre a tenere questa particolar esperienza separata dalle attività scolastiche di routine; dall’altra può rappresentare uno stimolo ad infrangere la routine e funzionare come volano per una complessiva rivitalizzazione della didattica. Prendiamo in esame questa seconda ipotesi e consideriamola ottimisticamente come probabile nella maggior parte dei casi. Quale impatto possiamo aspettarci sulle attività di insegnamento? Il primo, particolarmente rilevante, ha a che fare con la scrittura filosofica. Nella tradizione italiana questa forma di espressione del discorso filosofico è pressoché bandita dalla scuola (Come è noto, è invece, particolarmente enfatizzata in Francia con la “dissertation” finale). Sicuramente questa circostanza, quali che siano le sue motivazioni storico-culturali, rappresenta una lacuna di non poco conto nella formazione filosofica e tocca una questione piuttosto complessa che non è qui il caso di discutere. Ora, nei “giochi” olimpici della filosofia, la prova unica con cui gli studenti si misurano è costituita dalla scrittura (in seconda lingua) di una saggio filosofico in cui l’autore è chiamato a mettere insieme nel modo più efficace: 1) capacità di argomentare, b) capacità di costruire percorsi autonomi di pensiero; c) capacità di utilizzare appropriate conoscenze storiche e teoriche provenienti dalla tradizione; d) capacità di padroneggiare gli strumenti linguistico-espressivi. Le tracce assegnate sono quasi sempre costituite dalla citazione tratta da un testo filosofico, in cui viene enunciato un problema, formulata una domanda, suggerita un’ipotesi. L’invito è quello di procedere ad una preliminare interpretazione e di proseguire, poi, la ricerca e la riflessione a partire dal testo, di confrontarsi con il discorso di partenza per svilupparlo attraverso un percorso argomentativo e critico. Si tratta dell’esercizio della scrittura filosofica che equivale, in una tassonomia degli obiettivi didattici, ad un livello di formazione notevolmente alto, punto di approdo di un percorso all’interno del quale il rapporto con i testi filosofici gioca un ruolo centrale, non solo e non tanto per i contenuti specifici che ognuno di essi veicola, ma soprattutto in quanto modelli di strategia argomentativa che si svolge in un rapporto complesso con una serie di altre componenti che vanno dalla particolare forma letteraria all’impianto implicitamente o esplicitamente dialogico, alla posizione dell’autore, alla collocazione rispetto a contesti di discorso più ampi, e così via. Il tema della lettura ed interpretazione dei testi filosofici ha assunto in Italia toni di vera e propria popolarità nell’ultimo decennio del secolo scorso e, tuttavia, ancora molto resta da chiarire sulle sue implicazioni didattiche e, in particolare, rispetto ai vincoli e alle possibilità che derivano dal piano dei codici linguistico-espressivi propri degli studenti dell’era della multimedialità. Non è da sottovalutare, in particolare, la differenza tra una interpretazione espressa oralmente - che può essere di prestazione individuale (oggetto o no di valutazione) o di ricerca collettiva in un contesto di discussione guidata - e una interpretazione affidata al codice della scrittura. Come è evidente, nei due casi sono in gioco differenti competenze e differenti forme di relazione col testo filosofico. Il secondo impatto che la partecipazione all’Olimpiade può esercitare sulla didattica riguarda lo studio delle lingue straniere e la possibilità di un esercizio di interdisciplinarità non fine a se stesso. Leggere il brano di un filosofo nella sua lingua di origine è un modo più corretto di mettersi in contatto col suo pensiero ed è, nello stesso tempo, una motivazione sostanziale per imparare a comprendere un’altra lingua. Nel discorso filosofico linguaggio e pensiero sono particolarmente solidali e rinviano continuamene l’uno all’altro nel loro costituirsi specifico, cosicché il linguaggio non è mai riducibile ai soli aspetti sintattici. Ha bisogno, più che in altri contesti linguistico-espressivi, di essere colto nella complessità di tutte le sue dimensioni e sfumature, oltre che all’interno di un contesto discorsivo che ne configura coerentemente sensi e significati. Praticare questo genere di esercizio con una lingua straniera significa, in qualche misura, pensare in modo diverso, appropriarsi di tutto un orizzonte semantico e dei processi di attribuzione di senso che in esso prendono vita e piegarli, in qualche modo, alle proprie esigenze espressive. Essere in grado di esprimere un percorso di pensiero autonomo in seconda lingua è certamente, anch’essa, una competenza di alto livello, ma, proprio per questo motivo, è un obiettivo per il quale vale la pena di attivare risorse. Sul piano internazionale, ancora per quanto riguarda la didattica, l’Olimpiade rappresenta una preziosa occasione di incontro tra docenti che, in diversa misura, rispecchiano la particolare situazione del paese di provenienza e che, di conseguenza, diventano fonte di reciproca informazione diretta su stili didattici, opzioni metodologiche, impianti curricolari adottati in diverse aree culturali e geografiche. È anche vero che in sede di valutazione bisogna fare i conti con le differenze culturali e, nello stesso tempo, con la necessità di fissare e rispettare degli standard comuni, cercando di tenere insieme unità e molteplicità. In realtà l’evento formale della competizione su cui si esercita la valutazione e, perciò, i possibili effetti unificanti del regolamento internazionale, non è il solo aspetto dell’Olimpiade. Direi che, dal punto di vista degli studenti, non è neanche il più importante e significativo. Per loro ciò che lascia tracce più profonde è l’esperienza dell’incontro; è il piacere inesausto di conoscersi reciprocamente, di parlare dei loro mondi, di meravigliarsi delle differenze e, anche, di ciò che si ripete sorprendentemente uguale in Corea come in Argentina, in Finlandia come in Turchia; di allacciare relazioni che possano, in qualche modo, durare nel futuro. Questo, in un contesto di relazioni in cui, accanto alla “gara” vera e propria, si sviluppano, generalmente, altre iniziative collaterali che vanno dalle discussioni di gruppo, agli spettacoli, alle visite guidate.
La partecipazione italiana alle Olimpiadi di filosofia È il quarto anno che studenti italiani partecipano all’Olimpiade di filosofia. Nel corso di questi quattro anni l’attenzione per l’iniziativa è andata crescendo e si è registrato un notevole aumento nella partecipazione delle scuole su tutto il territorio nazionale. Nel 2000 c’è stato il coinvolgimento della SFI e del Ministero e si è organizzata, per la prima volta, la selezione nazionale a cui hanno partecipato 17 scuole, ognuna con un suo studente. Gianluca Rossi, uno dei due studenti italiani selezionati, si è classificato al 2° posto nella gara internazionale a Muenster, in Germania (VIII Olimpiade). Nel 2001 le scuole partecipanti sono aumentate sensibilmente, per cui è stato attivato anche un livello regionale di selezione con la collaborazione di commissioni afferenti a sezioni locali della SFI in Campania, in Emilia Romagna, in Friuli, in Calabria, in Lombardia e nel Lazio. La gara nazionale è stata ospitata dall’Università della Calabria e organizzata dalla Sezione Universitaria Calabrese della SFI. Nella gara internazionale di Philadelphia, negli Stati Uniti (IX Olimpiade) Arma Saveria si è classificata al 4° posto. Quest’anno, infine, 80 istituti scolastici hanno partecipato alle selezioni regionali che hanno avuto luogo in Campania, in Emilia Romagna, in Friuli, in Calabria, in Lombardia, nel Lazio, in Toscana, in Sicilia, in Puglia e in Abruzzo. La gara nazionale, anche per questa edizione, è stata ospitata dall’Università della Calabria e organizzata dalla Sezione Universitaria Calabrese della SFI con un programma più ricco dello scorso anno. È stato possibile infatti, grazie anche al sostegno delle amministrazioni del comune di Cosenza e del comune di Rende, articolare l’iniziativa in tre giornate inserendo una visita guidata al centro storico di Cosenza e concludendo con una cerimonia di premiazione alla presenza del preside della Facoltà di Lettere e Filosofia prof. Franco Crispini (presidente della sezione locale e membro del Direttivo nazionale SFI) e dell’ispettrice ministeriale Anna Sgherri. Nella gara internazionale di Tokio (X Olimpiade) i “campioni” nazionali Paolo Strati e Silvia Crupano si sono classificati rispettivamente al 5° e al 1° posto. Per la prima volta l’Italia ha vinto l’Olimpiade di filosofia. Il progetto delle Olimpiadi, avviato in chiave di semplice partecipazione alla gara internazionale di studenti particolarmente bravi da individuare sul territorio nazionale, tende a svilupparsi - in alcune scuole già a partire dall’edizione di quest’anno, - come programma di preparazione mirata, con l’attivazione, quindi, di iniziative didattiche che vanno nella direzione indicata sopra e che si distribuiscono sull’intera durata dell’anno scolastico. Anche il coinvolgimento del Ministero e della SFI, inizialmente di semplice supporto e patrocinio, tende a diventare più sostanziale. Gli indiscutibili successi degli studenti italiani nelle competizioni internazionali della VIII e della IX Olimpiade e la vittoria nella X Olimpiade rappresentano una testimonianza di non poco conto del valore del modello italiano di insegnamento della filosofia. D’altra parte, per quanto riguarda la SFI e il suo ormai pluriennale impegno nel campo della didattica della filosofia, si profila la possibilità di costituire una rete di gruppi di lavoro localizzati nelle sezioni decentrate che, sulla spinta della ricorrenza annuale dell’Olimpiade, potrebbero fungere da ponte tra le scuole del territorio e i programmi elaborati e proposti dalle sezioni stesse, stimolando, con ulteriori motivazioni, lo scambio tra cultura filosofica accademica e pratica dell’insegnamento della filosofia. In occasione delle due edizioni del 2001 e del 2002 ha incominciato a prendere forma un impianto organizzativo più stabile e meglio localizzabile che può rappresentare una sufficiente garanzia per il futuro delle Olimpiadi. Le commissioni di esperti che si sono costituite presso le sezioni locali della SFI per organizzare le selezioni regionali (e interregionali) hanno, nella maggior parte dei casi, vissuto l’esperienza in modo positivo, come opportunità di arricchimento professionale e di testimonianza di impegno verso l’insegnamento della filosofia. In alcuni casi si sono date le condizioni per una occasione di collaborazione tra docenti dell’università e docenti della scuola secondaria, con proficui confronti soprattutto sul piano dei criteri di valutazione. Rispetto agli scambi tra università e scuola secondaria assume, inoltre, un particolare rilievo il fatto che un campus universitario sia la sede per l’incontro annuale della gara nazionale. Per l’edizione di quest’anno sono confluiti all’Università della Calabria 18 studenti, i “campioni” delle rispettive regioni. Insieme con loro si sono ritrovati docenti-accompagnatori e qualche genitore. Si è trattato di un incontro che, a parte i momenti cerimoniali di rito, è stato giocato soprattutto sul piano informale ma non per questo è risultato meno interessante. Da più parti è stato suggerito di programmare, per le prossime edizioni, uno spazio espressamente dedicato alla discussione di problemi della didattica della filosofia con un coinvolgimento più attivo dei docenti-accompagnatori. Nello stesso tempo, all’interno del Dipartimento di filosofia dell’Università della Calabria sembrano ormai consolidati l’interesse e l’impegno di collaborazione scientifica per la realizzazione della gara nazionale. Con il sostegno del direttore di dipartimento, il prof. Daniele Gambarara, si è costituito un team di docenti che non solo svolge l’importante funzione di commissione per la valutazione ma, rapportandosi nello stesso tempo con i programmi e gli obiettivi della Sezione Universitaria Calabrese della SFI, trova nell’evento delle Olimpiadi una significativa occasione per entrare in rapporto vivo e diretto con il mondo dell’insegnamento della filosofia nelle scuole secondarie italiane; vede nell’iniziativa un’insostituibile opportunità di osservazione e di conoscenza i cui risultati appaiono particolarmente utili in chiave di raccordo con i piani di attività didattica del corso di laurea, ed in particolare con quelli dell’indirizzo di “Scienze umane” della SSIS (Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Superiore). L’XI Olimpiade si terrà in Argentina nel 2003 e per la XII del 2004 siamo stati sollecitati dal Comitato internazionale ad ospitare in Italia la manifestazione. La terra che fu parte della Magna Grecia, dove la filosofia ebbe origine, potrebbe essere il posto più suggestivo per questo evento. Si daranno le condizioni per poter raccogliere l’invito? ------------------------------------- Statistiche e ulteriori informazioni storiche e organizzative sulle Olimpiadi di filosofia sono reperibili nel sito web www.filosofare.net/ipo/ipo_index.htm. Altri siti dedicati alle Olimpiadi sono: http://global-dialogue.com/ipo/ (Giappone), www.morphmedia.com/philosophy/ (Usa), www.learn-line.nrw.de/angebote/essaywettbewerbephilo/index.htm (Germania). |