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Comunicazione Filosofica n. 10 - maggio 2002
LA
FILOSOFIA INCONTRA IL CINEMA:
PER LA FORMULAZIONE DI UN CURRICOLO INTEGRATO
di Cristina Boracchi
PREMESSA TEORICA
Il
rapporto fra il cinema e la filosofia è sempre stato ben presenta nella prassi
della elaborazione registica o nella scrittura del testo filmico, ma una
filosofia del cinema è solo da poco luogo di specifica riflessione in grado di
prescindere da luoghi comuni e da semplici rimandi tematici. Il linguaggio
della luce in movimento, oltre ad essere infatti un’importante palestra
teoretica, definisce lo spazio per un confronto fra linguaggi verbali e iconici
di rilevanza anche didattica.
Intendiamo
qui avviare una piccola riflessione dedicata all'argomento, che aggiunga
ipotesi di lavoro e di mediazione didattica anche già sperimentate con esiti
positivi su gruppi classe, anche in vista della ricollocazione del cinema fra
le discipline scolastiche.
Proiettare la filosofia,
ovvero il cinema e la filosofia: le
esperienza delle quali si intende dare schematicamente conto componendo
tracciati di unità di lavoro e offrendo forse spunti per ulteriori ricadute
curricolari necessitano di una premessa senza la quale il loro senso potrebbe
sfuggire. La fruizione del cinema nella scuola non è nuova: cineforum, corsi di
linguaggio cinematografico, accostamenti sporadici e normalmente di tipo
tematico-contenutistico sono all'ordine del giorno da molti anni, ma non sempre
tale 'uso' è corretto: infatti, la strumentalità delle scelte sottendono quasi
sempre un accostamento estrinseco - talora anche produttivo ed efficace - ,
un'assonanza o una sinergia fra immagini e contenuto scolastico, del tutto
indipendente dalla comparazione dei linguaggi specifici. Questa osservazione
non va a negare la legittimità - e, ripeto, l'efficacia - di tali operazioni,
che hanno spesso il pregio di istituire negli studenti legami visivi ed uditivi
con quanto studiato o contribuiscono alla creazione di un immaginario in grado
di che fornire un ottimo inciampo nei
problemi o anche solo un buon ancoraggio con i programmi.
Pure,
tale uso funzionale del mezzo e dell'arte cinematografica non sempre rende
onore alla settima arte né ne rispetta la specificità linguistica, non
contribuendo così neppure alla definizione di un gusto o di un approccio anche
minimamente critico alle immagini da parte degli studenti, spesso scaraventati
di fronte al testo filmico senza preparazione specifica.
Quanto
sperimentato va in un'altra direzione: assumendo come strutturale alla
filosofia l'operare per sfondare l'apparenza, l'andare 'oltre' l'opinione o la
chiacchiera - heideggerianamente intesa come regno del 'Man' impersonale - è
sembrato opportuno proporre il cinema come un testo filosofico che va letto e
interpretato nello specifico del suo linguaggio e mettendo in gioco - in una
sorta di libero gioco delle facoltà - la propria cultura, il proprio gusto, le
aspettative, i bisogni, i sentimenti e le emozioni in una sinergia costitutiva
del senso critico e di un approccio sicuramente non banale e non ancorato alla
pura narrazione di un testo filmico.
Il
cinema è portatore - proprio attraverso le sue modalità espressive - di visioni
del mondo, di un conferimento di senso al mondo che rispecchiano non solo
l'epoca in cui è prodotto - e talora del quale è prodotto: questo valga per il
potenziale didattico del cinema nella storia, poiché i contenuti corrispondono
alle epoche della scrittura e della regia e quindi il cinema è un prodotto
storico, anche quando non parla di eventi storici - ma ancor più una
riflessione interpretativa del mondo e
della vita.
APPLICAZIONI DIDATTICHE
Queste
premesse teoriche fanno da sfondo alla sperimentazione che si sta sviluppando
nel corrente anno scolastico presso un sezione del Liceo Scientifico Statale L. Da Vinci di Gallarate, e
specificamente in una classe terza, ma con l'obbiettivo di completare nel corso
del triennio una piena integrazione curricolare fra le due discipline nel senso
indicato[1].
Le
condizione specifiche dell'istituto e le rilevazioni dei bisogni effettuate
hanno peraltro indicato delle linee di tendenza che riteniamo condivisibili con
altre realtà scolastiche, quali l'esigenza di individuare strategie motivazionali per lo studio delle discipline umanistiche e
storico-sociali con attenzione alle tematiche emerse nel XX secolo, di
'svecchiare' i curricoli con l'introduzione di linguaggi alternativi a quello
scritto e parlato, ma anche di inserire alcune attività extracurricolari, quali
il cinema e i linguaggi informatici, nei curricoli operando così nell'ottica di
una maggiore protagonismo studentesco. L'interesse degli studenti per il
linguaggio visivo, in particolare artistico e cinematografico del XX secolo, è
tuttavia spesso accompagnato da una certa mancanza di educazione alla
decodificazione delle immagini, con la conseguente mancanza di senso critico
nell'assunzione delle immagini di sé (il
look) per lo più stereotipate o scarsamente consapevoli. Anche sul piano della
fruizione delle immagini televisive si riscontra un analfabetismo primario che
produce omologazione di gusti e di pensiero.
Diviene pertanto
primario agire con il duplice strumento filosofico e cinematografico su due
orizzonti: quello della promozione di una cultura della immagini attraverso
un'ermeneutica che parta dalla conoscenza di linguaggi specifici e quella della
motivazione allo studio della disciplina filosofica attraverso un 'inciampo'
nei problemi teoretici (Antiseri)
costituito dal LINGUAGGIO cinematografico.[2]
Risulta molto importante in tal senso la
collaborazione del docente di Storia dell'arte, ma anche di quello di Lettere,
in vista anche della possibilità di legami e parallelismi con il linguaggio
letterario. La loro presenza non è richiesta sempre ma è funzionale alle
esigenze del programma e alla luce dei moduli specifici di lavoro. In alcuni
casi, è possibile un lavoro parallelo nelle specifiche ore di competenza ma in
sinergia sui tempi di sviluppo dei programmi. Questo pone in effetti dei grossi
problemi, soprattutto se la programmazione dei collegi viene assunta in modo
'millimetrato' e senza possibilità di scardinamento della linea cronologica
dello sviluppo del corso: può dunque accadere che il docente di filosofia si
debba documentare in proprio o talora supplire alcune inevitabili 'asimmetrie'
programmatiche anche quando la collaborazione è generosa da parte dei colleghi.
La compresenza rimane, comunque, la via migliore da seguire.
Un'altra osservazione preliminare riguarda la
fruizione dei testi: nel nostro caso, si è cercato di fare pieno uso delle
selezioni operate dal manuale con le integrazioni che, comunque, normalmente
già si operano per modellare i propri percorsi didattici. Come per la docenza
di filosofia, anche per l'aspetto cinematografico si prevede di lavorare su testi
brevi - integrali - e su scelte di
sequenza montate appositamente allo scopo; questa scelta 'antologica' non
escludo però 'eventi' cinematografici più articolati e prolungati nel tempo,
come la visione di interi lungometraggi da smontare in sequenze sottoponibili
alla decodificazione iconografica. In questo caso, è decisamente più produttivo
operare scambi di orario con i colleghi in modo da potere fruire di tre ore di
lavoro consecutivo, senza sospendere a visione del testo filmico e soprattutto
permettendo la discussione alla luce di schede predisposte dal docente in tempo
reale[3].
LA
PROGRAMMAZIONE:
La programmazione che segue è impostata, per
comodità di visione d'insieme, sul parallelismo delle scelte modulari delle discipline.
Tuttavia, queste sono nei tempi curricolari perfettamente integrate; inoltre,
sono complementari al corso le slides in PPT citate in nota.
MODULO 1[4] |
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Fondazione
della scienza filosofica: 1. La fondazione
epistemologica della disciplina attraverso le scuole del Wiener Kreis, della
epistemologia popperiana e dell'ermeneutica gadameriana. Il confronto fra le Naturwissenshaften e le Geisteswissenshaften.[5] 2. La proposta della
filosofia come 'ermeneutica esistenziale' (sfondamento delle apparenze e
ricerca, risposta alla domanda di senso)[6] 3.
L'origine della domanda filosofica: curiosità e
meraviglia (Aristotele)[7]: in esse sta la comune
radice del fare filosofia e cinema. |
La fondazione
teorica del cinema: 1. Il cinema come
linguaggio delle immagini che interpretano il mondo attraverso conferimenti
di senso, Weltangschauungen. Le filosofie del cinema[8]. Esercitazione di
riconoscimanto delle filosofie del cinema a seguito di presentazione di
spezzoni non conosciuti dagli studenti. 2. Oltre lo schermo
come oltre le apparenze. Le immagini come ermeneutica del reale e la
fondazione della necessità di un'ermeneutica delle immagini. Blade runner di
Ridley Scott (incipit)[9]. Test d'ingresso. 3.
L'origine della produzione delle immagini: curiosità e
meraviglia (Il mito platonico della caverna VS l'interpretazione di Escobar)[10]. |
MODULO 2 |
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La
fondazione dei linguaggi reciproci |
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Mito, scienza e
filosofia: 1. Filo-sofia e mito-logia
in rapporto stretto. La domanda comune e le differenti risposte.[11] 2. Il mito e la
filosofia come interpretazioni del mondo (paradigmi e archetipi). 3. I topoi del mito: · circolarità
Hybris-nemesi (Orfismo), · caso e necessità:
il fato 'necessario' agli occhi degli dei e 'casualità' nello sguardo
accecato di Edipo - la fuga
impossibile dal destino |
Il cinema fra mito
e scienza: 1. Le premesse
antropologico-sociali e tecnologiche.[12] 2. Il cinema come
interpretazione del mondo nella fondazione di paradigmi e archetipi.[13] 3. Le strutture del
mito nel linguaggio del cinema: · La commedia
classica americana come andamento ciclico: ordine/caos/ri-ordino e la
dimensione della nemesi in Carlito's
way di B. De Palma. · Lola rennt: l'andamento del montaggio: linearità,
circolarità/spirale - linearità e il flashforward.[14] Ricomincio da capo: la spirale · Kieslowski, Decalogo 1 (integrale): la costruzione
del montaggio per definire l'irruzione della casualità che comporta una
necessità (il destino/fato) e il contrasto fra ragione scientifica e
accoglimento del destino misterioso). · Tre film: il 'testimone silenzioso'[15] |
MODULO 3 |
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La ricerca delle
origini: il principio ontologico e la dinamicità del tutto
(nascita/distruzione del cosmo, immobilità e divenire) |
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La ricerca del principio primo · Ilozoismo: presentazione egli autori (Talete,
Anassimandro e Anassagora) evidenziando cesure e continuità -
il tema dei quattro elementi naturali -
dibattito su fisico e metafisico attraverso le
testimonianze di Simplicio e Aristotele -
residui di mito ed elementi di logos -
le aporie (natura del principio e sua trans-naturalità -
assenza di fondazione del distinguo fra mondo fisico e mondo metafisico,
materia e spirito) -
i tentativi di spiegare il divenire del nascere
(Anassimandro e l'orfismo, Anassimene: la rarefazione e la condensazione)[16] Il problema del movimento 2.1 Eraclito e Parmenide[17] · Il comune problema
del rapporto doxa-episteme · Accettazione e
rifiuto della contraddittorietà del divenire · Il panta rei eracliteo e il tema del logos · L'unicità
dell'essere e la sa immobilità in Parmenide e la fondazione della necessità
del Logos nell'identità essere-pensiero 2.2 Empedocle,
Anassagora e Democrito[18] 2.3 Numerologia pitagorica: -
l'aritmogeometria pitagorica e la genesi degli
esistenti -
il senso dell'armonia 2.4 La soluzione
platonica ed aristotelica |
1. La funzione dei
quattro elementi naturali nella sequenza finale del film di J. Milius, Un mercoledì da leoni: presentazione
del regista e del film con una scheda analitica e commento attraverso
domande guidate.[19] 2.1 Dinamismo e stasi: il cinema di montaggio e il cinema che nega il
montaggio: Wenders e Tarkowski: · Presentazione del
ianosequenza terminale di Nostalghja
- il cinema della immobilità e delle essenze[20]. Verifica tipologia
B. · Presentazione
dell'incipit di Il cielo sopra Berlino:
dal road movie al viaggio verticale e il ruolo del montaggio[21] · Il montaggio
invisibile e il montaggio delle attrazioni: analisi di una scheda su
Ejzenstejn e visione di Oktob'r: il
montaggio analogico. Compilazione di una scheda analitica 2.3 Greeneway: il
significato del numero nella composizione delle inquadrature e nel montaggio
filmico: · Analisi di una
sequenza da Giochi nell'acqua e da Baby
of Macon · Presentazione della
produzione del regista sul piano artistico
(Biennale di Venezia)[22] |
MODULO 4 |
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Il logos sofistico
e socratico |
|
1. Presentazione della parabola sofistica dall'homo-mensura di Protagora, attraverso
il nichilismo gorgiano, sino agli esiti dell'eristica e della scuola
naturalista (Ippia/Antifonte) e politica (Crizia, Trasimaco e Callicle)[23] 2. Presentazione di Socrate attraverso le
testimonianze coeve e posteriori. · Lettura di Apologia di Socrate e di Critone: maieutica e valore
veritativo/etico della parola. · Esercizio di
riscrittura del dialogo platonico. · Il problema della
definizione e del concetto in Socrate |
1. Analisi del film Sei gradi di separazione di
Schepisi - Compilazione di scheda
analitica · Lettura in
parallelo dei un brano tratto da Il
giovane Holden. · Presentazione del quadro
di Kandinsky e sua analisi 2. Analisi del film di
R. Rossellini, Socrate, al fine di
dimostrare come un filone del neorealismo italiano abbia creduto nella parola
che educa il popolo (intento didattico e pedagogico del cinema). |
MODULO 5 |
|
DOXA ED EPISTEME:
il problema della conoscenza da Platone ad Aristotele |
|
1.
Presentazione del Mito della caverna[24] 2.
Lettura gnoseologica e ontologica del mito stesso, con
riflessione sulla dimensione ideale in Platone - la seconda navigazione[25].Le conseguenze
estetiche del mito. 3.
Il problema della conoscenza originaria e della Urwort in Heidegger e Platone[26]. 4.
Il problema della conoscenza in Aristotele: potenza ed
atto e apertura intenzionale del nous. |
1. Analisi della
sequenza centrale di Fino alla fine del
mondo di W. Wenders e compilazione di una scheda analitica. 2. Il problema della
mimesi e della metessi nel cinema. 3. Il problema dell'Urbild in Wenders: analisi di Lisbon Story e analisi della sequenza
in cui appare il regista Manoel De Olveira. |
MODULO 6 |
|
Essenza ed
esistenza: dibattito sul realismo da Platone ad Aristotele |
|
1. L'ontologia
platonica ed aristotelica 2. Le implicazioni
gnoseologiche dell'ontologia |
1. Cinema e reltà: · Il realismo
raffinato della Nouvelle Vague: Baci
rubati di Trouffau. · Analisi delle
poetiche di Rivette e Godard. Rohmer e
il digitale (La nobildonna e il duca) · Il Neorealismo
italiano - Mamma Roma di Pasolini e
spezzoni di Rossellini. 2. Existenz di Cronemberg e Matrix: dei Wachowski: reale, virtuale; lo statuto
dell'immagine nel digitale (da Jurassic
a Fantasmi su Marte) |
Modulo 7 |
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Il problema del
divino da Aristotele a Tommaso |
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Ontologia e teologia aristotelico-tomista |
Dracula di Stoker
(Coppola) I soliti sospetti di B Singer. |
L'abbozzo di curricolo integrato che è stato prospettato è
facilmente riproponibile in un altro gruppo classe, anche se, evidentemente,
presuppone una frequentazione del linguaggio e delle pellicole utilizzate nel corso
che non è scontata, né immediatamente acquisibile in termini di pura
'conoscenza'. Lo scopo degli interventi che seguiranno a questo è perciò di
impostare una possibilità di facile
trasferimento della sperimentazione ideata, che può adattarsi a contesti
diversi alla luce anche di scelte tematiche e teoriche di altra origine
culturale.
[1] Costituiscono premesse e spunti del lavoro i seguenti stimoli culturali: J. Cabrera: Da Aristotele a Spielberg: critica della ragione intellettuale per la costruzione di un pensiero logopatico; D. Antiseri: Il mestiere del filosofo: occorre fare inciampare gli studenti nelle problematiche filosofiche, che hanno sempre radici extrafilosofiche; SFI: L'emozionalità costituisce un veicolo importante della didattica della filosofia (Comunicazione filosofica, n° 8 in Http://www.sfi.it e Convegno di Urbino della SFI su Filosofia ed emozioni, 26/29 aprile 2001) - La centralità dei testi nella didattica filosofica; K.Popper: Cattiva maestra televisione: si riscontra la necessità di un'educazione alle immagini che passi attraverso una coscienza critica per formare persone libere e individui in grado di operare scelte e riflessioni autonome; Piano Nazionale Cinema: il M.P.I. ha avviato un piano che mira alla diffusione e alla promozione della didattica del linguaggio cinematografico ed audiovisivo nella scuola attraverso moduli mirati.
[2] Ne risultano i seguenti obiettivi:
Ü introduzione e sviluppo delle tematiche filosofiche connesse al curricolo liceale attraverso una modularità costruita attorno al cinema , al suo linguaggio e alla sua struttura logica (Piano nazionale cinema)
Ü introduzione
di una critica della ragion intellettuale (Cabrera)
a favore di un pensiero logopatico (educazione affettiva ed emozionale accanto
a quella razionale - Urbino, convegno della S.F.I, 26/29 aprile
2001 su Filosofia ed emozioni)
Ü avvio di un'educazione alle immagini: introduzione al linguaggio cinematografico nella sua specificità che veicola costruzioni di senso e visioni del mondo con le quali confrontarsi anche in relazione alla tradizione filosofica 'alta' (rifiuto dell'utilizzo del cinema come semplice aggancio tematico)
Ü avvio di una capacità critica sulle immagini (Popper) di contro al videocentrismo acritico
Ü avvio di un'attività modulare a tema e per problemi che porti gli studenti ad un apprendimento significativo e motivato in grado di sfociare in percorsi autonomi di tipo culturale anche in vista dell'orale dell'esame di Stato
Ü avvio di una produzione laboratoriale a tema di produzione di video, clip pubblicitarie o cortometraggi accreditabili attraverso i premi nazionali per studenti e le convenzioni in atto con gli enti indicati
[3]
Solo a titolo esemplificativo, si propone qui un modello di scheda preparata
sul film di J. Milius, Un mercoledì da
leoni, utilizzata dal docente per mostrare come il linguaggio
cinematografico possa operare una riflessione sui quattro elementi naturali
(legame con l'ilozoismo) attraverso un modello narrativo mitopoietico.
La storia
Tre ragazzi californiani che condividono la passione per il surf vedono le proprie strade dividersi. Due di loro si sposano e Jack viene mandato a combattere in Vietnam, non avendo voluto utilizzare stratagemmi per evitarlo come gli altri due amici. Il tempo passa e i tre si ritrovano nel 1974: una mareggiata eccezionale diviene l'occasione per ritrovarsi - e ritrovare oltre alle sintonie anche il tempo perduto - e per lanciare un'ultima, estrema e simbolica sfida alla natura…
Se all'inizio il film presenta una nostalgica rievocazione degli anni Sessanta, in seguito diviene una profonda meditazione sull'amicizia, sulla adolescenza e sulla crescita. Il mito dell'individualismo e dell'uomo solo di fronte alla storia viene ben interpretato in modo trascinante. Il cinema diviene bigger than life, assurgendo alla forza e alla semplicità dei classici.
Il Regista
Ha rappresentato la visione americana della vita tipicamente degli ani Settanta. La sua prospettiva politica è reazionaria e conservatrice, ma ha sempre saputo costruire personaggi e storie paradigmatiche che hanno due caratteristiche costanti:
Ü la narrazione 'epica', che tende ad eternizzare ed eroizzare anche figure apparentemnte marginali (mito americano del self made man, dell'uomo che definisce il destino attraverso le sclte individuali e coraggiose)
Ü la tematizzazione delle stagioni della vita : il tempo e le soglie delle diverse età, con una grande attenzione per l'adolescenza (età della soglia per eccellenza) - le iniziazioni e le 'prove' attraverso cui si cresce
Ü il montaggio che tende a dare rilievo all'azione e alla suspance, anche nel senso che il montaggio tende a dilatare il tempo diegetico in un rapporto non reale con il tempo misurato
Ü la natura come protagonista: essa stessa diviene un autentico personaggio tragico.
Analisi:( a partire dall' Ultima sequenza)
1. Quali sono i caratteri distintivi del 'genere' al quale il film appartiene?
2. Quale il ruolo dello spettatore' e del paesaggio?
3. Quale è il ruolo del montaggio? Come si presenta, nella sequenza finale, e cosa sottolinea? (Gli sguardi)
4. La scelta dell'inquadratura e la sua funzionalità. (mezzobusto, primo piano)
5. Lo spazio e il tempo: spazio topico ed eteropico
6. Quale è l'incidenza del linguaggio filmico sul messaggio tematico?
7. Che ruolo ha la musica?
8. Che significato assumono segni come la scala, il surf etc.?
9. Gli
elementi naturali e il rapporto vita-morte (isotopia del surf)
[4] Ogni modulo evidentemente viene presentato nelle linee essenziali, nell'intenzione di renderne estesamente conto in ulteriori interventi specifici.
[5] Si offre una panoramica novecentesca sulle scuole che si sono poste il problema della fondazione epistemologica della disciplina filosofica per impostare il metodo ermeneutico come strumento - comune all'analisi filmica - di decodificazione delle fonti.
[6] Presentazione di un quadro virtuale ad esemplificazione della necessità di interrogarsi per 'sfondare' le apparenze: dalla doxa all'episteme
[7] Aristotele, Metafisica I (A) 2, 982b, a cura di G. Reale, pp.11-13
[8] Slides 4 e 5
[9] Slides 1 e 2 - Fondazione di un lessico comune attraverso le presentazioni in ppt dei codici narrativi (slide 6),del narratore (slide 8), dello spazio fiomico (slide 9/10/19 con le sequenze indicate nelle stesse), della struttura e dei temi diegetici (14 e 15).
[10] Platone, Repubblica, Libro IX. L'I.R.R.E. Lombardia ha promosso presso la sede milanese la seconda annualità del corso di formazione per docenti impegnati nella realizzazione del Piano Nazionale Cinema. A tale proposito e comn un taglio teoretico è intervenuto il 26 settembre 2001 Roberto Escobar, critico cinematografico che da anni lavora sulle convergenze tra cinema e filosofia, incentrando la sua riflessione sl tema Il cinema e l'immaginario. Partendo dalla definizione di cinema come spettacolo e narrazione tipica del Novecento, Escobar ha sottolineato la capacità del cinema di creare un 'luogo comune', nel quale l'immaginario assume le forme di uno spazio psicologico collettivo - il 'cinema mentale' - che definisce nuove forme di immaginazione e di percezione. La dimensione originaria del cinema non è infatti tanto nella metafora platonica del mito della caverna - arte come copia della realtà/copia dell'ideale o, ancor meglio, le ombre proiettate dal sole sul fondo della caverna - quanto nella dimensione preistorica di un uomo che, al riparo dalla notte nelle caverne dopo una giornata di caccia, riproduceva le proprie esperienze con gesti che divenivano immagini/ombre sulle pareti illuminate dal fuoco. Il cinema come racconto che esorcizza le tenebre rappresenta quindi la prima forma di legame fra cinema e mito, magia, poesia, filosofia che nella finzione riproduce un reale non oggettivo ma ancora più vero della realtà stessa. L'egemonia dello sguardo sulla parole ha creato anche una lingua transnazionale nelle quale parla il mito stesso, come afferma Blumemberg: come il mito, il cinema è narrazione inesausta, elaborazione che traspone l'oralità scritturale nella produzione di un'immagine non chiusa ma aperta ad una simbolicità altrettanto inesauribile nel suo contagio dell'emozionalità. Se è narrazione, il cinema infatti produce anche un pubblico e, fenomeno di massa - comunanza platonica -, interpella però ogni singolo - presenza platonica - come primo e solo ricettore di una visione del mondo: punto di vista microcosmico - Leonardo e Copernico - il soggetto umano è però interpellato anche come parte di una collettività alla quale appartiene - il pubblico, appunto - e questo fa del cinema un'arte del popolo, democratica, un'arte plebea - Sartre - che rimanda alla folla - Calvino -. Pure, esso propone un discorso condiviso, olistico, non necessariamente sequenziale, che attraverso i singoli - divenuti signori del tempo nel senso di Spielberg e Benjamin - e la loro creatività definisce infiniti mondi contigui nei quali ciascuno - pur essendo con altri ma mai ad altri omologabile - è protagonista.
[11] Aristotele, Metafisica I (A) 2, 982b, a cura di G. Reale, pp.11 - Il mito omerico, esiodeo ed orfico.
[12] Slide 3 - presentazione della sequenza da Il settimo sigillo in merito alla 'sospensione della clava' e lettura di brani da La lanterna magica di I. Bergman (l'infanzia: la lanterma magica, le ombre cinesi, i burattini - analisi parallela della sequenza di Fanny e Alexander in cui si rappresenta il Natale con l'intimità del gioco e della meraviglia per lanterna magica, burattini, ombre)
[13] Ibidem. Presentazione della lezione di A. Bazin, Che cosa è il cinema. (il tema della 'sindone') ed. Garzanti.
[14] Le stesse sequenze sono oggetto di analisi in fase di riflessione sulla dimensione del tempo e del divenire in un'ottica eraclitea.
[15] Analisi di articoli di giornale da Il Manifesto e da Repubblica (14 marzo 1996) in occasione della morte del regista.
[16] Si fruisce qui dei brani già selezionati nel manuale in adozione.
[17] Ibidem
[18] Ibidem
[19] Si fa riferimento alla nota analisi di G. Pescatore in merito alla 'isotopia del surf': il montaggio, il tempo disforico ed euforico e la mitologia del surf attraverso acqua/aria(non vita/non morte) VS t erra/fuoco (vita/morte)
[20] Analisi di un brano sul rifiuto del montaggio in Scolpire il tempo di A. Tarkowski. (ed. Ubulibri)
[21] Slide 13,16 e 17) - Presentazione del regista attraverso brani selezionati dalle presentazioni di Il Castoro e da L. Antoccia, Il viaggio nel cinema di W. Wenders (Dedalo). Sinossi del film.
[22] Presentazione di un testo autografo del regista sul significato delle simmetrie nella costruzione dei quadri ( da I giardini di Compton House)
[23] Si fa' riferimento oltre che ai testi selezionati dal manuale, alla analisi di Platone, Apologia di Socrate - circa la distanza di Socrate dalla sofistica - e dei relativi brani della E.M.S.F.
[24] Analisi del brano tratto da Repubblica.
[25] Analisi dell'incipit de Il Fedone.
[26] Analisi di un brano da Sentieri interrotti.