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editoriale
di Mario De Pasquale
Cari
lettori,
questo
numero ha inizio con qualche intervento (A.Girotti, M.De Pasquale) che mette a fuoco alcuni temi
dibattuti nel Convegno che la Sfi ha tenuto a Roma in autunno, dedicato
all’insegnamento della filosofia. Il quadro attuale della ricerca e della
pratica in didattica della filosofia è in movimento e in trasformazione.
All’immobilismo, all’incertezza e alla confusione che caratterizza la
politica delle riforme nel campo della della Secondaria superiore fa da
contraltare nel campo dell’insegnamento della filosofia una situazione di
riflessione e di cauta rielaborazione delle conquiste già acquisite dal
lavoro svolto nel decennio degli anni ’90. Sino ad ora, per quanto
riguarda l’insegnamento della filosofia (ma è uguale per altri ambiti
disciplinari e per l’insieme del sistema scolastico) nelle nostre aule
hanno convissuto, in forme eterogenee e poco organiche, il nuovo (a
proposto di modelli di programmazione e di insegnamento, di metodologie e
di tecniche, di modelli comunicativi e relazionali, ecc.) e il vecchio
che caratterizza ancora la cornice generale delle nostre scuole (a
proposito dei programmi, della didattica, dell’organizzazione dei tempi e
degli spazi, ecc.), che non ha più alcuna
legittimazione didattica e culturale. La tipica capacità tutta italiana di
produrre adattamenti e innovazioni creative senza l’aiuto delle
istituzioni, in un movimento che origina dal basso e sviluppa fiori di
novità anche nelle condizioni più diverse, anche nelle più difficili,
mantiene ancora il prestigio di un insegnamento nonostante le difficoltà a
conservare un modello tradizionale non più gestibile e ormai
anacronistico. La ricerca in didattica della filosofia degli ultimi dieci
anni in Italia è stata creativa e innovativa. Ora la situazione è tale che
il vecchio difficilmente può convivere con il nuovo.
Si apre una nuova fase di ricerca e di
sperimentazione. Ne avete una parziale percezione anche guardando i titoli
degli interventi, cioè delle ricerche e delle esperienze che si fanno in
giro. Significativi, anche se brevi e agili, gli interventi di
Morselli sul
rapporto tra costruttivismo e formazione cognitiva e di
Massaro sul
rapporto tra competenze filosofiche ed esercizio
della pratica filosofica del Counseling, così diffusa nel mondo
anglossassone, ed emergente ora anche in Italia. Su questi temi
invitiamo i soci Sfi e i lettori ad intervenire e far sentire le proprie
opinioni. Il dibattito è segno e testimonianza della vitalità di
cui si diceva sopra e indica il profondo sentire del mondo della scuola:
per questo è assolutamente prezioso e necessario. Inviate pareri e
riflessioni alla direzione di CF e ne daremo notizia nello spazio previsto
in questo numero.
Si
veda la nuova attenzione al rapporto tra arte e filosofia, soprattutto tra
filosofia e cinema. Vi è una ragione profonda per queste ricerche; non è
una questione di superficiale moda o di retorica persuasiva per rendere
più accettabile una disciplina indigeribile (Porcina, Boracchi). Si veda anche la perdurante
attenzione alla scrittura filosofica (Lafasciano)
e alla dimensione narrativa (Dipalo),
la continua ricerca sui modi di costruire percorsi didattici (Nascimbene
e Nava).
La
vitalità si percepisce anche nella proliferazione di libri, riviste e siti
dedicati alla didattica della filosofia, di cui si dà notizia
nelle rubriche delle recensioni
(Bianchi) e delle informazioni
(Grotti, Postorino), nonché al nuovo
successo che caratterizza le Olimpiadi di filosofia in Italia
(Cosentino). |
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Sommario del numero 13 di Comunicazione Filosofica
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