cf_titolo.jpg (12289 byte) NUMERO 13

aprile 2004

ISSN 1128-9082

editoriale
di Mario De Pasquale

Cari lettori,
questo numero ha inizio con qualche intervento (A.Girotti, M.De Pasquale) che mette a fuoco alcuni temi dibattuti nel Convegno che la Sfi ha tenuto a Roma in autunno, dedicato all’insegnamento della filosofia. Il quadro attuale della ricerca e della pratica in didattica della filosofia è in movimento e in trasformazione. All’immobilismo, all’incertezza e alla confusione che caratterizza la politica delle riforme nel campo della della Secondaria superiore fa da contraltare nel campo dell’insegnamento della filosofia una situazione di riflessione e di cauta rielaborazione delle conquiste già acquisite dal lavoro svolto nel decennio degli anni ’90. Sino ad ora, per quanto riguarda l’insegnamento della filosofia (ma è uguale per altri ambiti disciplinari e per l’insieme del sistema scolastico) nelle nostre aule hanno convissuto, in forme eterogenee e poco organiche, il nuovo (a proposto di modelli di programmazione e di insegnamento, di metodologie e di tecniche, di modelli comunicativi e relazionali, ecc.) e il vecchio che caratterizza ancora la cornice generale delle nostre scuole (a proposito dei programmi, della didattica, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi, ecc.), che non ha più alcuna legittimazione didattica e culturale. La tipica capacità tutta italiana di produrre adattamenti e innovazioni creative senza l’aiuto delle istituzioni, in un movimento che origina dal basso e sviluppa fiori di novità anche nelle condizioni più diverse, anche nelle più difficili, mantiene ancora il prestigio di un insegnamento nonostante le difficoltà a conservare un modello tradizionale non più gestibile e ormai anacronistico. La ricerca in didattica della filosofia degli ultimi dieci anni in Italia è stata creativa e innovativa. Ora la situazione è tale che il vecchio difficilmente può convivere con il nuovo.

Si apre una nuova fase di ricerca e di sperimentazione. Ne avete una parziale percezione anche guardando i titoli degli interventi, cioè delle ricerche e delle esperienze che si fanno in giro. Significativi, anche se brevi e agili, gli interventi di Morselli sul rapporto tra costruttivismo e formazione cognitiva e di Massaro sul rapporto tra competenze filosofiche ed esercizio della pratica filosofica del Counseling, così diffusa nel mondo anglossassone, ed emergente  ora anche in Italia. Su questi temi invitiamo i soci Sfi e i lettori ad intervenire e far sentire le proprie opinioni. Il dibattito è segno e testimonianza della vitalità di cui si diceva sopra e indica il profondo sentire del mondo della scuola: per questo è assolutamente prezioso e necessario. Inviate pareri e riflessioni alla direzione di CF e ne daremo notizia nello spazio previsto in questo numero.

Si veda la nuova attenzione al rapporto tra arte e filosofia, soprattutto tra filosofia e cinema. Vi è una ragione profonda per queste ricerche; non è una questione di superficiale moda o di retorica persuasiva per rendere più accettabile una disciplina indigeribile (Porcina, Boracchi). Si veda anche la perdurante attenzione alla scrittura filosofica (Lafasciano) e alla dimensione narrativa (Dipalo), la continua ricerca sui modi di costruire percorsi didattici (Nascimbene e Nava).

La vitalità si percepisce anche nella proliferazione di libri, riviste e siti dedicati alla didattica della filosofia, di cui si dà notizia nelle rubriche delle recensioni (Bianchi) e delle informazioni (Grotti, Postorino), nonché al nuovo successo che caratterizza le Olimpiadi di filosofia in Italia (Cosentino).

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Sommario del numero 13 di Comunicazione Filosofica

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