cf_titolo.jpg (12289 byte) NUMERO 11

ottobre 2003

ISSN 1128-9082

editoriale
di Mario De Pasquale

Cari lettori,
Il numero 11 di Comunicazione Filosofica è un po’ speciale. E’ un numero quasi monografico, sul tema “Filosofi in cattedra. Comunicazione e insegnamento della filosofia tra Kant e Gentile”.
La ricerca in didattica della filosofia è orientata dallo sforzo di comunicare alle nuove generazioni la ricchezza dei contenuti e delle forme di ricerca della filosofia, nella pluralità in cui nella tradizione essa si è dispiegata. Comunicare la filosofia vuol dire riuscire a farne oggetto di un’esperienza comune tra docente e studente, un’esperienza cognitiva, emotiva, etica e umanamente significativa, perché capace di chiarire, approfondire, orientare la vita intorno ad importanti questioni di senso, di valore di verità. L’impegno intellettuale e professionale del docente ha come fine la valorizzazione a fini formativi dell’identità storica, epistemologica, critica, della filosofia, nella sua tensione veritativa e valoriale, non il suo snaturamento o il suo depauperamento. Una filosofia “snaturata e depauperata” perderebbe ogni capacità di formare, di trasformare, di far crescere la persona. Rendere comunicabile non vuol dire necessariamente tradire la filosofia; preoccuparsi dei mezzi e dei metodi per riuscire a coinvolgere i giovani nell’esperienza di filosofia, che sola è in grado di formare e trasformare, non vuol dire ridurre la filosofia ai mezzi per comunicarla. Non bisogna confondere i mezzi con i fini, né ricorrere a mezzi non pertinenti con i fini. Se ci preoccupiamo dei curricoli, dell’apprendimento, della comunicazione, delle metodologie di insegnamento, dei tempi e degli spazi in cui insegnare, e così via, lo facciamo perché sentiamo la responsabilità culturale e professionale di comunicare la ricchezza della filosofia attraverso esperienze di filosofia a tutti i nostri studenti. Non lo facciamo certo per sostituire la pedagogia, la didattica generale alla filosofia. In classe non si insegnano le conoscenze pedagogiche e didattiche; esse sono solo strumento per insegnare bene Platone, Kant, Hegel, e gli altri filosofi, in modo che producano apprendimenti di conoscenze e di competenze per fare pensare in proprio, per filosofare in prima persona.
Questo numero 11 di Comunicazione Filosofica è quasi interamente dedicata all’approfondimento di un unico tema, quello della comunicazione e dell’insegnamento della filosofia. L’interesse della ricerca consiste nel coniugare strettamente testi filosofici e riflessioni didattiche. Il problema didattico è interno, non esterno alla filosofia. Anche su questo tema i testi filosofici costituiscono fonte di conoscenza e di ispirazione per il presente. Le riflessioni che i filosofi nella tradizione hanno dedicato al problema della comunicazione nell’insegnamento della filosofia possono aiutarci e orientarci nelle scelte attuali.
I materiali costituiscono il prodotto del lavoro di un seminario cui hanno partecipato vari colleghi e che è stato condotto da F.C.Manara nell’a.a. 1999-2000 all’interno del Corso di Perfezionamento in Metodologia dell’insegnamento Filosofico dell’Università di Padova. Le finalità e le modalità di lavoro sono esposte da F.C.Manara nella prefazione.
Apre un pregevole saggio di F.C.Manara sulla questione della comunicazione filosofica, acuto, profondo e per alcuni aspetti originale. Segue il saggio di S.Briz, su Kant e la comunicazione didattica della filosofia (nella parte dedicata ai testi un brano di Kant tratto dalle lezioni tenute nel semestre 1765/66). Il saggio di S.Furlani è dedicato al tema della comunicazione e dell’insegnamento della filosofia in Hegel (nella parte antologica due brani di Hegel: Lettera a Niethamer e lettera a Von Raumer).
Alla comunicazione in Kierkegaard è dedicato il saggio di A.Moroni (con due brani di Kierkegaard nella parte antologica).
A.Felis dedica uno studio a A.Schopenhauer e il tema della comunicazione del sapere (facendo riferimento a due brani tratti da Parerga e Paralipomeni) e un altro studio a Max Stirner (l’unico e la comunicazione filosofica con un brano dell’autore tratto da Il falso principio della nostra educazione). Chiude il saggio di M.Serena dedicato a Nietzsche (il concetto di comunicazione nella filosofia di Nietzsche, con brani tratti dal La nascita della tragedia e da Considerazioni inattuali).
Il numero è quasi totalmente dedicato allo sviluppo del tema “Filosofi in cattedra”. Abbiamo voluto mantenere attiva anche in questo numero, almeno in parte la rubrica “filosofia e cinema nell’insegnamento della filosofia”. Noi attribuiamo molta importanza alla ricerca su questi temi e intendiamo darle molto spazio in futuro. Vi sono due contributi di C.Boracchi (eXisten Z di D. Cronenberg: giocare per vivere - lo statuto dell'immagine fra tensione realista e realtà virtuale Reale e virtuale: il body-mind problem e gli universi paralleli di The Matrix), che continua a proporre interessanti riflessioni sul rapporto tra cinema e filosofia.
Nel numero 10 vi era un contributo di Trolli e Allotto sull’insegnamento della filosofia centrato sul metodo critico argomentativo. Il contributo era di notevole spessore e ha suscitato dibattito. Ospiteremo nel prossimo numero 12 di CF alcuni contributi di colleghi che interverranno su alcuni aspetti delle questioni sollevate da Trolli e Allotto e che discuteranno le loro proposte.

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Sommario del numero 11 di Comunicazione Filosofica