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editoriale
di Mario De Pasquale
Cari
lettori,
Il numero 11 di Comunicazione Filosofica è un po’ speciale. E’ un numero
quasi monografico, sul tema “Filosofi in cattedra. Comunicazione e
insegnamento della filosofia tra Kant e Gentile”.
La ricerca in didattica della filosofia è orientata dallo sforzo di
comunicare alle nuove generazioni la ricchezza dei contenuti e delle forme
di ricerca della filosofia, nella pluralità in cui nella tradizione essa
si è dispiegata. Comunicare la filosofia vuol dire riuscire a farne
oggetto di un’esperienza comune tra docente e studente, un’esperienza
cognitiva, emotiva, etica e umanamente significativa, perché capace di
chiarire, approfondire, orientare la vita intorno ad importanti
questioni di senso, di valore di verità. L’impegno intellettuale e
professionale del docente ha come fine la valorizzazione a fini formativi
dell’identità storica, epistemologica, critica,
della filosofia, nella sua tensione veritativa e valoriale, non il suo
snaturamento o il suo depauperamento. Una filosofia “snaturata e
depauperata” perderebbe ogni capacità di formare, di trasformare, di far
crescere la persona. Rendere comunicabile non vuol dire necessariamente
tradire la filosofia; preoccuparsi dei mezzi e dei metodi per riuscire a
coinvolgere i giovani nell’esperienza di filosofia, che sola è in grado di
formare e trasformare, non vuol dire ridurre la filosofia ai mezzi per
comunicarla. Non bisogna confondere i mezzi con i
fini, né ricorrere a mezzi non pertinenti con i fini. Se ci preoccupiamo
dei curricoli, dell’apprendimento, della comunicazione, delle metodologie
di insegnamento, dei tempi e degli spazi in cui insegnare, e così via, lo
facciamo perché sentiamo la responsabilità culturale e professionale di
comunicare la ricchezza della filosofia attraverso
esperienze di filosofia a tutti i nostri studenti.
Non lo facciamo certo per sostituire la pedagogia, la didattica generale
alla filosofia. In classe non si insegnano le conoscenze pedagogiche e
didattiche; esse sono solo strumento per insegnare bene Platone, Kant,
Hegel, e gli altri filosofi, in modo che producano
apprendimenti di conoscenze e di competenze per fare pensare in
proprio, per filosofare in prima persona.
Questo numero 11 di Comunicazione Filosofica è quasi interamente
dedicata all’approfondimento di un unico tema, quello della comunicazione
e dell’insegnamento della filosofia. L’interesse della ricerca consiste
nel coniugare strettamente testi filosofici e riflessioni didattiche. Il
problema didattico è interno, non esterno alla filosofia. Anche su questo
tema i testi filosofici costituiscono fonte di conoscenza e di ispirazione
per il presente. Le riflessioni che i filosofi nella tradizione hanno
dedicato al problema della comunicazione nell’insegnamento della filosofia
possono aiutarci e orientarci nelle scelte attuali.
I materiali costituiscono il prodotto del lavoro di un seminario cui hanno
partecipato vari colleghi e che è stato condotto da F.C.Manara nell’a.a.
1999-2000 all’interno del Corso di Perfezionamento in Metodologia
dell’insegnamento Filosofico dell’Università di Padova. Le finalità e le
modalità di lavoro sono esposte da F.C.Manara nella
prefazione.
Apre un pregevole saggio di F.C.Manara sulla questione della comunicazione
filosofica, acuto, profondo e per alcuni aspetti originale. Segue il
saggio di S.Briz, su Kant e la comunicazione didattica della filosofia
(nella parte dedicata ai testi un brano di Kant tratto dalle lezioni
tenute nel semestre 1765/66). Il saggio di
S.Furlani è dedicato al tema della comunicazione e dell’insegnamento della
filosofia in Hegel (nella parte antologica due
brani di Hegel: Lettera a Niethamer e
lettera a Von Raumer).
Alla comunicazione in Kierkegaard è dedicato il saggio di A.Moroni (con
due brani di Kierkegaard nella parte antologica).
A.Felis dedica uno studio a A.Schopenhauer e il tema della comunicazione
del sapere (facendo riferimento a due brani tratti da Parerga e
Paralipomeni) e un altro studio a Max Stirner (l’unico e la
comunicazione filosofica con un brano
dell’autore tratto da Il falso principio della
nostra educazione). Chiude il saggio di M.Serena dedicato a Nietzsche
(il concetto di comunicazione nella filosofia di Nietzsche, con brani
tratti dal La nascita della tragedia e da Considerazioni
inattuali).
Il numero è quasi totalmente dedicato allo sviluppo del tema “Filosofi in
cattedra”. Abbiamo voluto mantenere attiva anche in questo numero, almeno
in parte la rubrica “filosofia e cinema nell’insegnamento della
filosofia”. Noi attribuiamo molta importanza alla ricerca su questi temi e
intendiamo darle molto spazio in futuro. Vi sono due contributi di
C.Boracchi (eXisten Z di D. Cronenberg: giocare per vivere -
lo statuto dell'immagine fra tensione realista e realtà virtuale
Reale e virtuale: il body-mind problem e gli universi paralleli di The
Matrix), che continua a proporre interessanti riflessioni sul rapporto tra
cinema e filosofia.
Nel numero 10 vi era un contributo di Trolli e
Allotto sull’insegnamento della filosofia centrato sul metodo critico
argomentativo. Il contributo era di notevole spessore e ha suscitato
dibattito. Ospiteremo nel prossimo numero 12 di CF alcuni contributi di
colleghi che interverranno su alcuni aspetti delle questioni sollevate da
Trolli e Allotto e che discuteranno le loro proposte.
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Sommario del numero 11 di Comunicazione Filosofica
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