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Comunicazione Filosofica n. 10 - maggio 2002

 

Presentazione dell’ itinerario didattico
“La Carmen di Nietzsche”

di  Gloria Sica
docente di Storia e Filosofia presso il Liceo scientifico “Severi” – Frosinone

L'itinerario didattico

Il progetto globale

L'approfondimento filosofico

“La Carmen di Nietzsche” si rivolge agli studenti della classe V C  sperimentale Brocca e agli allievi della classe V D. L’itinerario è compreso nell’ambito di un Progetto più ampio, denominato “Logica/ Politica / Estetica”, che vede coinvolti 126 studenti e due docenti dell’istituto e che utilizza, nell’insegnamento curricolare della Filosofia, la modularità e le forme di flessibilità orizzontale concesse alla nuova scuola dell’autonomia (modello delle classi aperte e co-docenza).

All’interno del modulo d’interclasse di Estetica – quello che interessa le classi quinte, mentre quello di Logica si rivolge alle terze e quello di Politica alle quarte –, nel corso del mese di febbraio 2002, si è giunti ad affrontare lo studio del pensiero di F. Nietzsche e si è pensato di sviluppare un approfondimento sulla teoria filosofico-musicale dell’autore tedesco, curando, in modo particolare, il tema della sua adesione incondizionata alla solare musica di Bizet.


L’ITINERARIO DIDATTICO

“LA  CARMEN DI NIETZSCHE”

 

PRESENTAZIONE

Dopo la spiegazione dei rapporti intercorsi tra il giovane Nietzsche ed il circolo musicale dei coniugi Wagner, l’argomento da approfondire ha riguardato l’adesione del filosofo tedesco alla musica della “Carmen”.

Inizialmente gli studenti hanno assistito alla visione del film “Carmen” di Rosi e poi hanno ascoltato i brani di Bizet selezionati dall’insegnante, mentre la stessa ha provveduto, in una sorta di contrappunto musicale-filosofico, ad illustrarne il significato all’interno del pensiero nietzscheano (sostanzialmente seguendo le linee tematiche del saggio “La Carmen di Nietzsche”, che costituisce l’approfondimento tematico al centro del Progetto e che viene riportato integralmente per consentire di seguire l’itinerario in modo completo).

 

PROBLEMA   FILOSOFICO

Può Carmen rappresentare l’ideale dell’Uber-mensch?

  

CONTENUTI

La musica di Wagner e la filosofia di Nietzsche: la rottura  determinata dal “Parsifal”.

La “Carmen” di Bizet in relazione al pensiero filosofico di Nietzsche.

  

TESTO  DI  RIFERIMENTO : S. Zacchini “ Al di là della musica “ – F. Nietzsche nelle sue composizioni musicali “ , Franco Angeli , 2000.

 

FINALITA’

Educare i giovani all’ascolto della musica, abituandoli al collegamento tra musica e filosofia.

In particolare, aiutarli ad acquisire, anche attraverso l’ascolto musicale, una più consapevole attitudine alla riflessione estetico-filosofica.

  

OBIETTIVI

1)  Approfondire la conoscenza delle teorie musicali, estetiche e filosofiche di F. Nietzsche;

2)  Motivare maggiormente gli studenti allo studio della filosofia e in particolare dell’estetica, attraverso l’esperienza dell’ascolto oltre che dell’approccio diretto ai testi;

3)  Affinare il metodo della ricerca comparata.

 

STRATEGIE   DIDATTICHE

L’impostazione laboratoriale delle lezioni, che consente la partecipazione attiva e consapevole degli studenti alla costruzione comune del processo di insegnamento-apprendimento, ha permesso lo svolgimento delle seguenti attività:

Visione del film “ Carmen” di Rosi.

Ascolto dei brani musicali selezionati dall’insegnante ed analisi degli stessi ad opera degli  alunni che frequentano il Conservatorio .

Lettura ed analisi dei testi nietzscheani.

Discussione sui temi proposti.

In questo modo si è riusciti a dare una risposta al problema filosofico di partenza.

 

TEMPI

12 ore curricolari nel corso del mese di febbraio:

2 ore per la presentazione dell’itinerario didattico e la lezione sui rapporti tra Nietzsche ed il circolo musicale dei coniugi Wagner;

2 ore per la visione del film “Carmen”;

2 ore per l’ascolto e l’analisi dei brani musicali di Bizet e la lettura dei brani nietzscheani di riferimento;

2 ore per la discussione critica;

2 ore per la verifica;

2 ore per la valutazione .

  

VERIFICA E VALUTAZIONE

Stesura da parte di ogni singolo studente di una relazione da presentare agli Esami di Stato.

Simulazione di 3^ prova scritta sul percorso pluridisciplinare.


IL  PROGETTO GLOBALE

“ LOGICA / POLITICA / ESTETICA “

 

Il Progetto è stato approvato dagli organi collegiali dell’istituto e prevede l’attuazione delle forme di modularità e flessibilità previste dalla nuova scuola dell’autonomia.

Nel corso dell’intero anno scolastico, per un’ora settimanale di lezione curricolare, le classi del triennio C e quelle del triennio D svolgono attività didattica comune sotto la guida delle docenti di Storia e Filosofia.

Le due classi terze seguono il modulo d’interclasse di Logica, le due classi quarte, quello di Politica e le due classi quinte, quello di Estetica.

I moduli d’interclasse si svolgono presso l’Aula multimediale del Dipartimento di Filosofia e prevedono la co-docenza delle due insegnanti coinvolte.

L’ambito d’intervento è essenzialmente disciplinare, ma presenta ampie possibilità di espansioni pluridisciplinari.

Il Progetto ha come punti di forza, oltre all’ampliamento dell’offerta formativa in orario curricolare, l’utilizzazione della didattica modulare ed orientativa; infatti esso mostra agli studenti  la possibilità di completare la loro formazione presso il DAMS o altre Facoltà ed Istituti che si occupano di cinema, teatro, musica, arte, filosofia, scienza della comunicazione.

Scopo primario del progetto è quello di approfondire lo studio del la filosofia anche avvalendosi dell’apporto di altri linguaggi, quali quelli musicale e filmico:

 nell’ambito dell’attività didattica curricolare modulare viene inserita questa attività di ricerca che risponde in modo preciso alla finalità n. 5 del POF del nostro Istituto ( che prevede espressamente lo studio delle discipline umanistiche in relazione al teatro, alla musica, al cinema).

.L’ampliamento dell’offerta formativa, realizzato  nel normale orario di lezione, coinvolge 126 studenti dell’Istituto (triennio C e triennio D).

Dunque il progetto risponde alle esigenze della nuova scuola dell’autonomia, prevedendo un’impostazione modulare e forme di flessibilità orizzontale ( classi aperte ), oltre alla compresenza di insegnanti dell’Istituto.

Per questi motivi sia il Dipartimento di Filosofia che il Collegio Docenti hanno approvato la sua validità , ritenendolo coerente con la programmazione e le linee d’indirizzo d’Istituto.

Il progetto intende intervenire sulle seguenti problematiche :

1) Proporre una didattica della filosofia che sia in grado, attraverso il linguaggio cinematografico e musicale, di operare contemporaneamente con concetti-idea e concetti-immagine, raddoppiando, per così dire, il potenziale di apprendimento di ogni singolo allievo;

2) Favorire, nel processo di insegnamento/apprendimento della disciplina filosofica (ma con benefica ricaduta su tutte le altre materie, in quanto si vanno a consolidare competenze di tipo trasversale, metacognitive  e fantacognitive, così da sviluppare creatività e pensiero divergente, secondo la tassonomia di Frabboni), la stimolazione di entrambi gli emisferi cerebrali, destro e sinistro, coinvolgendo nella costruzione condivisa del sapere anche l’intelligenza emozionale;

3) Operare un’efficace mediazione didattica, anche “a più voci” (codocenza), elaborando esperienze di apprendimento più ricche e calibrate sui diversi stili cognitivi degli studenti (fine del modello acroamatico tradizionale di trasmissione del sapere; fine della logica tayloristica sottesa ad un insegnamento di tipo lineare; apertura al modello didattico della “adhocrazia” e sviluppo di un’organizzazione matriciale all’interno dell’istituzione scolastica); (vedi nota n. 1);

4)  Attivare forme di “peer tutoring” tra gli allievi di classi e corsi differenti, per far sì che all’interno del nostro istituto si crei un’autentica comunità di saperi condivisi senza i limiti di spazi e tempi della scuola tradizionale;

5)  Sviluppare negli studenti capacità logiche e di osservazione percettivo/visiva, uditiva, di riflessione poliprospettica, nuove metodologie di studio (imparare ad operare in un orizzonte multilinguistico).

  

Nota n. 1 : l’espressione “Taylorismo didattico” si riferisce alla teoria dell’organizzazione scientifica del lavoro che, secondo le moderne teorie del costruttivismo sociale, può essere riferita al modello di programmazione didattica di Nicholls, strutturato in rigida sequenza lineare, basato su falsi criteri di “efficientismo”, in grado di rivolgere agli allievi un messaggio del tipo:”Nuota o affoga”, in quanto non vengono previste forme di flessibilità o diversificazione individualizzata.

Il termine “adhocrazia”, coniato da Warren Bennis, indica l’adozione di gruppi di lavoro temporanei, articolati per progetto, dunque ben assimilabili al modello didattico del Team teaching. Kolodny parla di “organizzazione matriciale” per spiegare un tipo di organizzazione, quale può essere quella scolastica, che cerca di combinare una struttura organizzativa di tipo standard e burocratico con una struttura articolata per Team di progetto: è quanto cerca di realizzare il presente itinerario; infatti il progetto di interclasse non sostituisce la tradizionale organizzazione della didattica, che sopravvive per gran parte delle ore curricolari, ma  le affianca un progetto di interclasse, adatto a permettere a due docenti di filosofia di diverse sezioni di unire le loro competenze ed affrontare insieme alle loro classi il tema di ricerca programmato.

Forme di “Peer tutoring”, di tutoraggio organizzato tra pari, con studenti che assumono il ruolo di facilitatori nei confronti di altri allievi momentaneamente in difficoltà, sono poi raccomandate dalla pratica didattica dell’ Action Learning, la ricerca-intervento teorizzata da  Reg Revans al fine di sviluppare al meglio tutte le capacità individuali, anche di tipo organizzativo, stimolando una benefica coopetizione  - collaborazione più competizione – tra gli alunni.

  

Indicazioni bibliografiche :  chi voglia approfondire questi temi potrà leggere i seguenti testi:

1)   Bennis W.,  Changing Organizations, New York, McGraw-Hill, 1966;

2)   Bennis W.  e  Nanus B., Leaders: The Strategies for Taking Charge, New York, Harper & Row, 1985;

3)  Kolodny H., “Managing in a matrix”, Business Horizons, March 17/24, 1981;

4)  Revans R., The ABC of Action Learning, Bromley, Chartwell-Bratt, 1983;

5)  Revans R., The Origins and Growth of Action Learning, Bromley, Chartwell-Bratt, 1982.

  

DESTINATARI

Il Progetto si rivolge sia a studenti del triennio del corso sperimentale Brocca (sezione C),  più abituati ad attività di tipo modulare e progettuale, che ad allievi di corsi tradizionali (triennio D), che di solito seguono un percorso di insegnamento/apprendimento di tipo trasmissivo.

Il diverso grado di motivazione presente tra gli allievi li spinge a cooperare e ad intervenire nel momento del bisogno, trasmettendo le diverse modalità di studio sperimentate, confrontando gli itinerari di ricerca e costruzione del sapere, mettendo al servizio di tutti le competenze già acquisite. Alcuni alunni frequentano il Conservatorio o il Laboratorio teatrale dell’Istituto : essi assumeranno il ruolo di tutors dei colleghi meno motivati o più sprovvisti dal punto di vista dei contenuti, operando, sotto la guida delle insegnanti, il riequilibrio culturale necessario al buon esito del progetto.

Rendendoli protagonisti del loro apprendimento, il progetto riesce a motivare e rimotivare gli studenti nel migliore dei modi.

  

FINALITA’

Ampliare l’offerta formativa , sperimentando nuove forme di  didattica nell’insegnamento della filosofia.

 

TEMPI

Dal mese di ottobre 2001  al mese di maggio 2002.

  

MODALITA’   DI   REALIZZAZIONE  E  OBIETTIVI   DEL   PROGETTO

Il progetto introduce il “cinema” e la “musica” nel curricolo di filosofia di un liceo scientifico e viene attuato attraverso l’utilizzo di risorse e strumenti estranei alla tradizionale impostazione didattica (=lezione teorica frontale, studio del manuale o semplice analisi e decodifica di testi scritti); potenzia l’educazione all’immagine e all’ascolto e introduce l’alfabetizzazione emozionale nell’attività didattica ordinaria.

Esso, inoltre, fa sì che il processo di insegnamento/apprendimento si svolga secondo le modalità richieste dal costruttivismo più recente, puntando l’attenzione sulla costituzione di comunità di apprendimento condiviso, in cui il docente facilitatore ricerca insieme agli studenti.

Dal momento che gli obiettivi didattici che si vogliono conseguire riguardano in primo luogo l’acquisizione o il potenziamento di abilità logiche in ambito filosofico-espressivo, si è cercato di sviluppare il progetto potenziando,attraverso l’utilizzo del linguaggio cinematografico e l’ascolto musicale, modalità di ricerca esplorative, lavorando soprattutto sull’interpretazione delle immagini e dei suoni e sulla loro associazione con i testi filosofici.

Per agire sull’ambito motivazionale si è elaborato il progetto puntando ad un alto coinvolgimento degli allievi durante tutte le fasi di sviluppo, anche quella riguardante la verifica; s’intende, infatti, condurre il più possibile gli alunni a forme di autovalutazione del processo d’insegnamento/apprendimento, evitando forme di verifica ansiogene e scarsamente oggettive, valorizzando quello che gli studenti sanno e sanno fare, piuttosto che ponendo l’accento su eventuali lacune evidenziate.

 

CRITERI   DI   VERIFICA   DEI   RISULTATI

La verifica dei risultati consisterà nella valutazione delle competenze acquisite dagli studenti al termine del percorso di ricerca. Si tratta essenzialmente di abilità di decodifica di linguaggi diversi e di competenze specifiche nel riconoscere ed argomentare le tesi affrontate.

 Gli alunni dovranno dimostrare, sia attraverso lo svolgimento delle prove assegnate  sia attraverso la partecipazione alla discussione guidata,  di aver compreso il messaggio trasmesso dalle opere cinematografiche visionate o dai brani musicali ascoltati e di saperlo mettere in relazione con i contenuti filosofici problematizzati.

Gli studenti tutors saranno valutati anche per le loro capacità organizzative e senso di responsabilità; per tutti gli allievi dovrà essere verificato (attraverso l’osservazione sistematica) il grado di collaborazione all’interno di un gruppo.

 Trattandosi di un progetto modulare curricolare le valutazioni saranno trascritte sul registro personale delle insegnanti e concorreranno al giudizio globale di ogni singolo alunno  (valutazione sommativa  al termine di ogni quadrimestre).

 

Griglia di valutazione di capacità e competenze generiche ( a livello non sufficiente, mediocre, sufficiente, discreto, buono, ottimo, eccellente) :

 riconoscere, analizzare, illustrare, comprendere, identificare, chiarire, saper applicare, saper collegare, saper esporre, saper associare, saper dimostrare, saper spiegare, saper interpretare.

 

Griglia di valutazione di capacità e competenze logiche ( a livello non sufficiente, mediocre, sufficiente, discreto, buono, ottimo, eccellente ) :

logico-deduttive e logico-linguistiche, di argomentazione e rielaborazione critica, espositive ed espressive, operative,  organizzative e progettuali,  di problematizzazione, di risoluzione di problemi, di utilizzazione di procedure, decisionali, auto-orientative e valutative. 


L’APPROFONDIMENTO FILOSOFICO SULLA “CARMEN   DI   NIETZSCHE"

 

“ Il cielo aperto, la vita errante !

      Per patria l’universo, e per legge la tua volontà !

         E soprattutto una cosa inebriante :

             la libertà ! “

                ( “Carmen”, n.16- Duetto )

  

Esiste una tesi del filosofo Manlio Sgalambro secondo cui Nietzsche, “padre mancato della musica dionisiaca”, è invece il padre – o parente stretto – della musica leggera.(1).

Nietzsche avrebbe dunque usato “una buona dose di ironia” quando esaltava la “Carmen” di Bizet, contrapponendo quella musica “mediterranea” all’ “umido Nord” delle note wagneriane.

E questo “ironico” atteggiamento nietzscheano costituirebbe l’atto di fondazione della musica leggera e la “morte della musica alta.(…). Da qui la sua ricerca di musica leggera, nel senso di musica della terra, di musica da niente, ma che dà piacere, fa provare una liberazione”. (2).

Non mi sento di condividere pienamente questa tesi e cercherò di mostrare quanto profondamente e seriamente filosofica sia l’adesione di Nietzsche alla musica di Bizet.

Sappiamo che la passione del nostro filosofo per la musica fu una caratteristica costante. La musica è legata indissolubilmente a tutti i momenti della vita, e dunque del pensiero filosofico di Nietzsche. Egli era un grande conoscitore di opere musicali, del passato e del suo tempo. Alcuni paragrafi di “Umano,troppo umano” e de “Il viandante e la sua ombra” trattano di musica e compositori (Bach, Handel, Beethoven, Mozart, Schubert, Schumann ). Poi sono naturalmente da considerare il famoso rapporto con il circolo wagneriano e l’ammirazione nei confronti del Maestro, fino alla composizione del “Parsifal”.

Ma Nietzsche non era soltanto un esperto conoscitore di musica: egli sapeva suonare il pianoforte fin da giovanissimo e componeva pezzi musicali già nel periodo 1858-1864, quando si dedicava agli studi superiori  a Pforta. Continuerà a suonare anche nel periodo della pazzia.(3).

Le composizioni musicali di un Nietzsche non ancora ventenne non sono certamente considerate dei capolavori. In alcuni suoi pezzi, per esempio in quelli composti tra il 1871 ed il 1873, si nota l’influenza di Listz e Wagner, ma l’utilizzo del violino sembra anticipare Debussy.

Prima di convertirsi alla musica wagneriana (1868), comunque, il modello di Nietzsche era piuttosto R. Schumann: la più nota composizione di Nietzsche, la “Meditazione-Manfred” è un tentativo di revisione del “Manfred” di Schumann, basato sul poema “Manfred” di Byron.

Ricordiamo anche la “Gebet an das Leben”, o “Preghiera alla vita”, musicata  per voce e pianoforte nel 1882 su testo di Lou Salomé. In seguito Peter Gast arrangiò il pezzo per coro ed orchestra: nacque così l’ “Hymnus an das Leben” ( “Inno alla vita”). Ecco cosa scrisse Nietzsche al riguardo, qualche anno dopo il suo incontro con Lou (avvenuto a Roma, il 20 aprile del 1882), in “Ecce homo”: “Un giorno si canterà quell’inno – per coro misto ed orchestra – in mia memoria. Il testo, lo osservo espressamente perché circola un equivoco in proposito, non è mio: esso è la stupefacente ispirazione di una giovane russa, di cui allora ero amico, la signorina Lou von Salomé . Chi sa cogliere  un qualche senso nelle ultime parole di quella poesia indovinerà perché io l’ ho scelta e ammirata: in quelle parole c’è grandezza. Il dolore non vale da obiezione alla vita:- Non hai più altra felicità da darmi, bene! Hai ancora la tua pena…-. Forse in quel passo c’è grandezza anche nella mia musica “. (4).

In “Al di là della musica” gli autori affermano che l’importanza della musica composta da Nietzsche è stata troppo spesso oscurata dalla invadente presenza di Wagner e ciò è probabilmente vero.

  

Non possiamo qui sviluppare il tema dei rapporti tra Nietzsche, Wagner e Cosima von Bulow, ma possiamo ricordare che nel Natale del 1871 Cosima ricevette in dono da Nietzsche, che si trovava a Basilea, proprio una composizione musicale.

Il fatto che più ci interessa ora è che , nel 1878, Wagner inviò al filosofo il testo del “Parsifal” con una dedica. Ma Nietzsche non apprezzò l’opera ed il suo atteggiamento critico provocò la rottura con Richard e Cosima.

Gli anni 1878 e 1879 costituirono certamente il periodo più doloroso nella vita del filosofo.

I suoi problemi di salute lo avevano costretto a rinunciare alla cattedra di filologia classica a Basilea. Cominciava la sua vita di viaggiatore malato e sempre più inquieto.

Nel 1880 veniva pubblicata la seconda parte di “Umano, troppo umano”, con il significativo titolo de “Il viandante e la sua ombra”, interpretata come un inno di attesa alla morte.

L’anno dopo ci sarà la pubblicazione di “Aurora”, cui seguirà, nel 1882, quella della “Gaia scienza”. Al 1882 risale anche l’incontro fatale con Lou Salomé. Ma precedentemente c’è l’incontro di Nietzsche con la “Carmen” di Bizet.

A Genova, il 27 novembre 1881, Nietzsche assiste per la prima volta alla rappresentazione della “Carmen”. Il giorno seguente egli scrive una lettera a Peter Gast, che sembra non condividere l’entusiasmo dell’amico nei confronti di un’opera che non ha ancora ascoltato. Ma Nietzsche gli scrive ancora, insistendo sulla bellezza di quella musica “estremamente meridionale!”e, in una terza lettera, si dichiara quasi convinto che “Carmen” è la migliore opera che ci sia.

Egli acquista anche una partitura per piano della “Carmen”, vi apporta delle notazioni a margine – l’esemplare è conservato nell’Archivio Goethe-Schiller di Weimar – e la invia a Peter Gast. (5).

La risposta dell’amico contiene un bel complimento per il filosofo: “Mi sono di nuovo reso conto che voi siete più musicale di me, il musicista!”.

Consideriamo alcune note che il filosofo “musicale” appone sulla partitura della “ Carmen”, seguendo la puntuale analisi di Paolo D’Iorio. La prima annotazione segue la ouverture : a destra del foglio Nietzsche opera una critica che potremmo definire di natura tecnica, lamentando l’insufficienza della riduzione per pianoforte, non in grado di trasmettere la stessa forza degli strumenti a corda e a fiato. A sinistra dello stesso foglio, il filosofo interpreta il tema musicale e lo definisce un “epigramma sulla passione, ciò che di meglio si è scritto su tale soggetto dopo Stendhal”.  Ci rendiamo subito conto del doppio livello di lettura condotto da Nietzsche sulla partitura dell’opera che lo aveva tanto colpito: il giudizio espresso sulla forma va di pari passo con le osservazioni riguardanti il contenuto, in una sorta di lettura globale, a più codici, ipertestuale, si direbbe oggi.

Vogliamo anche sottolineare che in “Ecce Homo “, nel capitolo dedicato al “Caso Wagner”, Nietzsche elogia contemporaneamente Stendhal e Bizet, per la leggerezza e profondità psicologica – non stupisca l’ossimoro, trattandosi di Nietzsche! – con cui trattano l’amore.

Nella “Carmen” la protagonista appare nel primo atto e si presenta con la celebre  “Habanera”, una canzone sull’amore che è bene riportare integralmente per comprendere il senso dell’annotazione di Nietzsche:

“L’amore è un uccello ribelle / che non si lascia addomesticare, / ed è inutile chiamarlo, /se gli va di ricusare! / Non serve nulla, né minacce, né preghiere, / l’uno parla, l’altro tace;/ ed è l’altro che io preferisco,/ non ha detto nulla, però mi piace./ L’amore…l’amore…/ L’amore è figlio di zingari, / non ha mai conosciuto leggi; / se tu non m’ami, io ti amo,/ se io ti amo, sta’ attento! / L’uccello che tu credevi di aver catturato/ con un battito d’ali ha preso il volo;/ l’amore è lontano, tu puoi attenderlo,/ se non l’aspetti più, eccolo arrivare./ Intorno a te, rapido, rapido, / viene, se ne va, ritorna, / tu credi d’afferrarlo, egli ti sfugge,/ tu credi di evitarlo, egli ti afferra! / L’amore…l’amore…/ L’amore è figlio di zingari…”.

Chissà se scrivendo queste parole, in “Al di là del bene e del male”, 237, Nietzsche pensava a Carmen : “Sino ad oggi le donne sono state trattate dagli uomini come uccelli che da una qualche altezza si sono smarriti giù in basso fino a loro: come una cosa più delicata, più fragile, più selvatica, più strana, più dolce, più ricca di sentimento, ma anche come qualcosa che si deve imprigionare perché non se ne voli via”. (Ed. Adelphi, 1976, pp. 145/ 146).

Comunque la nota posta sulla partitura dell’opera  a questo punto parla di “Eros”, di amore come lo vedevano gli antichi, seducente, gioioso, demoniaco, irresistibile ed il filosofo ammette :”Io non conoscevo niente di simile a questa canzone – ( occorre cantarla all’italiana e non alla tedesca )”.

E ancora sull’amore inteso alla maniera della “Carmen” Nietzsche scrive ne “Il caso Wagner”:

“Non conosco alcun altro caso in cui la tragica ironia che costituisce l’essenza dell’amore si sia espressa in maniera tanto rigorosa, abbia trovato una formulazione tanto terribile, come nell’ultimo grido di Don José, con il quale si chiude l’opera :< Sì! Io l’ho uccisa, io – l’adorata mia Carmen !>.

Una tale concezione dell’amore  ( l’unica che sia degna del filosofo) è rara : essa mette in risalto tra mille un’opera d’arte”. ( In ed. cit., pag.9 ).

E sulla partitura, nella parte finale dell’opera, Nietzsche annota :” Magnificamente orchestrato” e “E’ la febbre della passione che è pronta alla morte”, riferendosi a Carmen che grida a Don José : “Colpiscimi allora, o lasciami passare” , per raggiungere il suo nuovo amante Escamillo , toreador trionfatore nella corrida.

Nell’aforisma 254 di “Al di là del bene e del male”  Nietzsche scrive che Bizet ha saputo scoprire, nella sua musica, una bellezza ed una seduzione nuove”.

E riguardo al modo d’intendere l’amore, forse il filosofo pensava a Don José quando scriveva ne “La gaia scienza” :

“L’amante vuole l’incondizionato, esclusivo possesso della persona da lui ardentemente desiderata; vuole un assoluto potere tanto sulla sua anima che sul suo corpo, vuole essere amato lui solo e prendere stanza nell’anima dell’altro e signoreggiarvi come il bene più alto e più desiderabile: Se si pone mente al fatto che ciò non è altro se non escludere tutto il mondo da un bene prezioso, da una sorgente di felicità e di piacere: se si considera che l’amante mira ad impoverire e spogliare ogni altro concorrente e che vorrebbe diventare il drago del suo prezioso tesoro, essendo il più spregiudicato ed egoista di tutti i conquistatori e i predatori: se si tiene finalmente presente che allo stesso amante tutto il resto del mondo appare indifferente, pallido, senza valore, e che egli è pronto a fare ogni sacrificio, - ( “Carmen, io t’amo, t’adoro! Ebbene! Se lo desideri, resterò bandito…farò tutto quello che vorrai…tutto, mi capisci, ma non lasciarmi, o mia Carmen…”, grida Don José prima di compiere il suo folle gesto d’”amore”) – a sconvolgere ogni ordinamento, a mettere in secondo piano ogni suo interesse, ci si meraviglia effettivamente che questa selvaggia avidità di possesso e questa ingiustizia dell’amore sessuale sia stata a tal punto esaltata e divinizzata , com’è accaduto in tutti i tempi, e che anzi da questo amore si sia ricavato il concetto di amore come contrapposto dell’egoismo, mentre questo è forse proprio l’espressione più spregiudicata dell’egoismo stesso”. – ( “Così mi sarei dannato, avrei perso la mia anima perché tu, infame, te ne vada tra le sue braccia a ridere di me! No, maledizione, tu non andrai, Carmen, tu seguirai me!”: cosa, meglio delle parole di Don José, può esprimere il senso di quell’amore che Nietzsche, in “Ecce Homo”, definisce “nei suoi mezzi, la guerra, nel suo fondo, l’odio mortale fra i sessi” ?).

Perché la musica di Bizet aveva colpito Nietzsche al punto da causare in lui un’adesione così entusiastica?

Probabilmente , nella “Carmen”,Nietzsche vedeva espressa la sua filosofia.

Analizziamo le parole che Carmen rivolge a Don José nel Duetto n. 16 :

                         “Il cielo aperto, la vita errante!”.

L’immagine del cielo aperto non ci riporta forse al celebre annuncio della morte di Dio, che Nietzsche farà pronunciare all’”uomo folle” nella “Gaia scienza”, quando egli si domanda :”Chi ci dette la spugna per strofinare l’intero orizzonte?”. Mentre la vita errante è quella che Nietzsche andava conducendo dal 1879 a causa di uno stato di salute precario, a tratti invalidante; ma filosoficamente è anche quella del viaggiatore, del “libero spirito” che deve poter scrutare dall’alto verso ogni lontananza. (“Al di là del bene e del male”).

               “Per patria l’universo, e per legge la tua volontà!”.

Qui Carmen esprime il concetto stesso di volontà di potenza come libertà creatrice che impone alla vita il proprio significato.

              “E soprattutto una cosa inebriante: la libertà!”.

La libertà, valore supremo dell’ “Uber-mensch” : “Noi filosofi e spiriti liberi alla notizia che il vecchio Dio è morto, ci sentiamo come illuminati dai raggi di una nuova aurora; il nostro cuore ne straripa di riconoscenza, di meraviglia, di presentimento, di attesa, finalmente l’orizzonte torna ad apparirci libero, anche ammettendo che non è sereno, finalmente possiamo di nuovo sciogliere le vele alle nostre navi, muovere incontro ad ogni pericolo; ogni rischio dell’uomo della conoscenza è di nuovo permesso; il mare, il nostro mare, ci sta ancora aperto dinanzi, forse non vi è ancora mai stato un mare così aperto”.(“La gaia scienza”, 343).

Carmen incarna  per Nietzsche l’autentico trieb dionisiaco, quell’impulso che scaturisce dalla forza caotica della vita e che si esprime nella musica.

In Carmen  Nietzsche vede  l’espressione di un gioioso immoralismo  che esalta amore e libertà, il vero attaccamento alla terra, la fatale accettazione della morte come proprio destino: i caratteri fondanti dell’”Uber-mensch”.

Così comprendiamo perché Nietzsche scriva, a proposito della “Carmen”, espressioni come queste: ”Come rende perfetti una tale opera! Nell’udirla si diventa noi stessi un <capolavoro>. E realmente, ogni volta che ascoltavo la “Carmen” mi sembrava di essere più filosofo, un miglior filosofo di quanto non fossi solito credere.(…). Questa musica mi sembra perfetta.(…). E ancora, io divento un uomo migliore, quando questo Bizet mi incoraggia.(…). Si è mai notato che la musica rende libero lo spirito? Mette ali al pensiero? E che si diventa tanto più filosofi quanto più si diventa musicisti?”(6).

Si può immaginare un rapporto più stretto tra filosofia e musica? Il pensiero di Nietzsche è stato definito un’estetica dell’esistenza, in quanto solo l’arte ci permette di vivere. La musica può così prendere il posto della metafisica, come già aveva annunciato Schopenhauer nel cap.52 del “Mondo come volontà e rappresentazione”. Nietzsche è convinto, e lo scrive nel “Crepuscolo degli idoli”, che “senza la musica la vita sarebbe un errore”. Erico Blondel commenta queste parole sostenendo che, per Nietzsche, la musica è la giustificazione del mondo e della vita.

Ma torniamo alla “Carmen” e consideriamo il trio delle carte nel terzo atto, quando i flauti annunciano la morte della protagonista.Come reagisce Carmen? Accetta il responso delle carte, con autentico amor fati: a cosa servirebbe lottare per un destino diverso?

Dunque “ anche quest’opera redime; non soltanto Wagner è un <redentore>. Con essa si prende congedo dall’umido Nord , da tutti i vapori dell’ideale wagneriano. Da tutto questo già ci redime l’azione.Essa ha ancora di Mérimée la logica nella passione,la linea più breve,la dura necessità”.(7).

Carmen va incontro al suo destino di morte per affermare la sua libertà di amare senza subire imposizioni di alcun genere – “Carmen non cederà mai! E’ nata e morirà libera!”,  ella grida a Don José che sta per colpirla con il coltello - , quel tipo di amore esaltato da Nietzsche.

“Finalmente l’amore, l’amore ritradotto nella natura! Non l’amore di una <vergine superiore>!(…) sibbene  l’amore come fatum, come fatalità, cinico, innocente, crudele - e appunto in ciò natura! L’amore che nei suoi strumenti è guerra, nel suo fondo è l’odio mortale dei sessi!”. (8).

Vale la pena di ricordare che proprio nel periodo in cui Nietzsche amava moltissimo la “Carmen” di Bizet, come autentica musica dionisiaca, ci fu l’incontro fatale con Lou Salomé e forse in lei il filosofo scoprì qualcosa della personalità di Carmen. Ma questa sarebbe un’altra storia.

A conclusione di queste mie note vorrei riportare un passo scritto da Nietzsche nell’agosto del 1864: “Ho tentato dapprima con le note; ahimé non andava; il cuore continuava a tempestare, e la nota restava morta. Tentai poi coi versi: no, con le rime non riesco ad esprimermi, e nemmeno coi ritmi tranquilli e misurati. Via il foglio: prendiamone uno nuovo, e ora, penna, scricchiola veloce, presto, inchiostro!”. (9).

Se le note restano morte, se non si riesce ad esprimere qualcosa con la musica, allora si prova a farlo tramite la poesia o la filosofia. Ma sicuramente la musica può prendere il posto della filosofia nell’espressione di una verità estetica, non cartesiana.

E l’ “Uber-mensch”  è contemporaneamente filosofo ed artista, al tempo stesso distruttore ( si deve filosofare con il martello! ) e creatore, perché, come Heidegger scrive a proposito di Nietzsche  “l’arte ha più valore della verità . (…). Noi abbiamo l’arte per non morire a causa della verità”.

   NOTE:

1)  Cfr. la presentazione che M. Sgalambro acclude a “Ferro battuto”, il recente disco di F. Battiato.

2)  La citazione di M. Sgalambro è tratta da “Che cosa c’entra Nietzsche con Vasco?”,  di R. Polese, Sette, 30/8/01, pag. 87.

3)  La musica aveva su Nietzsche un effetto “terapeutico”. Così leggiamo in “La mia vita”, 27 marzo 1864: “Oggi ho suonato a lungo le <Consolations> di Liszt, e avverto chiaramente come le note mi siano penetrate nell’animo, e ora vi risuonino spiritualizzate. Ho fatto di recente un’esperienza dolorosa, quella di un addio o non-addio, e ora noto come questo sentimento e quelle note si siano fusi, e credo che la musica non mi sarebbe piaciuta se non avessi fatto quell’esperienza”.

4)  Edizione Oscar Mondadori, 1983, pag.69.

5)  Cfr. “En marge de Carmen”, di P. D’Iorio, citato in Bibliografia.

6)  F. Nietzsche, “Il caso Wagner - Lettera da Torino del maggio 1888”, ed. cit. in Bibliografia, pp.7 e 8.

7)  Ibidem, pag. 8.

8)  Ibidem, pag. 9.

9)  F. Nietzsche, “La mia vita”, ed. cit. in Bibliografia, pp. 141-142.

 

 BIBLIOGRAFIA

1)  F. Nietzsche, “La mia vita”, Milano, 1983.

2)  F. Nietzsche, “Il caso Wagner”, Milano, 1981.

3)  Libretto dell’opera “Carmen” di Bizet, di H. Meilhac e L. Halévy, Firenze,1997.

4)  P. Mérimée, “Carmen”, Firenze, 1995.

5)  P. D’Iorio, “En marge de Carmen”, in “Magazine Littéraire, n. 383, Gennaio 2000.

6)  M. Girardi, “Carmen, ou l’amour”, La Fenice, 1997.

7)  A. Piovano, “Suggestioni iberiche sulla scia di Carmen”, La Fenice, 1997.

8)  G. Penzo e S. Zacchini, “Al di là della musica”, Milano, 2000.

9)  “Otobiografia, ovvero una biografia di Nietzsche musicista”, a cura del liceo scientifico Vercelli di Asti, http://provincia.asti.it/biblioteca/news/nietzsche/2410/oto.htm.